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TESTO Commento Giovanni 20,1-9

don Roberto Rossi  

Domenica di Pasqua - Risurrezione del Signore (Anno C) (11/04/2004)

Vangelo: Gv 20,1-9 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. 2Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». 3Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. 4Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. 5Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. 6Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, 7e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. 8Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. 9Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

Dopo l'intenso periodo quaresimale vissuto in chiesa, nelle attività pastorali, nelle famiglie, sento il bisogno di ringraziare il Signore per tutti i segni di fede, di amore, di impegno che vivete davanti al Signore e per il bene dei fratelli. Il Signore vi ricompensi e continui a proteggervi e a darvi forza con la grazia della Sua benedizione, ogni giorno della vostra vita. E ancora una volta auguro e imploro su ogni famiglia, su ogni persona, su ogni realtà parrocchiale... la serenità, la pace, l'amore vero, la speranza.

Vorrei augurarvi per la Pasqua proprio la speranza, che è una certezza.

Troppe cose ci rubano la speranza, troppo fatti dolorosi del mondo ci buttano nell'angoscia e nella disperazione, il modo stesso, violento e cinico, con cui siamo informati dai mezzi di comunicazione, ci fa star male.

Ma se perdiamo la speranza, non abbiamo più nulla in mano. Il mondo, senza speranza, è alla deriva; e questo vogliono i tanti sfruttatori della situazione.

Noi cristiani dobbiamo stare attenti a non perdere la speranza, perché se non la portiamo noi nel mondo questa luce e questa forza, chi la porterà?

A noi cristiani è data la fede e l'esperienza di Cristo morto e risorto, noi crediamo nella risurrezione, nella vita, nella vittoria del bene sul male. Dobbiamo crederci sempre di più, non tanto per le nostre capacità, ma per la buona volontà che ogni giorno possiamo esprimere e soprattutto perché Cristo, il Signore, è risorto: Egli è l'autore della vita, è il vincitore del male e della morte, con il suo amore. Ha realizzato questa opera di salvezza dell'umanità e la vuole portare avanti per ogni tempo e ogni luogo. La speranza è la certezza che Dio porterà a compimento ciò che ha iniziato e realizzato, è fiducia nell'uomo e nell'umanità intera, che sono capaci e vogliono lottare contro ogni male, sono capaci e vogliono costruire la pace, la giustizia, i valori umani e cristiani più veri, l'amore e il dono di sé.

Se crediamo in maniera così concreta alla risurrezione di Cristo e dell'uomo, siamo in grado di fare molte cose, piccole e grandi, per il bene dell'umanità, per un mondo migliore, per una Chiesa più santa.

Questo lo possiamo vivere già ogni giorno nelle nostre famiglie, nel lavoro e nella scuola, nella vita sociale, in parrocchia, dove ogni giorno vogliamo crescere nella fraternità, nel dialogo, nell'amicizia, nella bontà, nel servizio, nella disponibilità, nell'amore sincero.

Auguro a tutti una Pasqua di speranza vera, di certezze vere, di amore vero, disinteressato, sincero. "Non c'è amore più grande di chi dà la vita per la persona amata". Gesù lo ha fatto. Possiamo anche noi seguire il suo esempio.

 

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