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TESTO Il credente, come Maria, dimora di Dio

don Roberto Rossi  

VI Domenica di Pasqua (Anno C) (05/05/2013)

Vangelo: Gv 14,23-29 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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23Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. 24Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.

25Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. 26Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

27Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. 28Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. 29Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate.

Maggio è un mese amato e giunge gradito per diversi aspetti. La primavera avanza con tante e colorate fioriture. Per la liturgia, maggio appartiene sempre al Tempo di Pasqua, il tempo dell'"alleluia", dello svelarsi del mistero di Cristo nella luce della Risurrezione e della fede pasquale; ed è il tempo dell'attesa dello Spirito Santo, che scese con potenza sulla Chiesa nascente a Pentecoste. Ad entrambi questi contesti, quello "naturale" e quello liturgico, si intona bene la tradizione della Chiesa di dedicare il mese di maggio alla Vergine Maria. Ella, in effetti, è il fiore più bello sbocciato dalla creazione, la "rosa" apparsa nella pienezza del tempo, quando Dio, mandando il suo Figlio, ha donato al mondo una nuova primavera. Ed è al tempo stesso protagonista, umile e discreta, dei primi passi della Comunità cristiana: Maria ne è il cuore spirituale, perché la sua stessa presenza in mezzo ai discepoli è memoria vivente del Signore Gesù e pegno del dono del suo Spirito.

Il Vangelo di questa domenica, tratto dal capitolo 14 di san Giovanni, ci offre un implicito ritratto spirituale della Vergine Maria, là dove Gesù dice: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui". Queste espressioni sono rivolte ai discepoli, ma si possono applicare al massimo grado proprio a Colei che è la prima e perfetta discepola di Gesù. Maria infatti ha osservato per prima e pienamente la parola del suo Figlio, dimostrando così di amarlo non solo come madre, ma prima ancora come ragazza umile e obbediente; per questo Dio Padre l'ha amata e in Lei ha preso dimora la Santissima Trinità. E inoltre, là dove Gesù promette ai suoi amici che lo Spirito Santo li assisterà aiutandoli a ricordare ogni sua parola e a comprenderla profondamente, ci viene da pensare a Maria, che nel suo cuore, tempio dello Spirito, meditava e interpretava fedelmente tutto ciò che il suo Figlio diceva e faceva. In questo modo, già prima e soprattutto dopo la Pasqua, la Madre di Gesù è diventata anche la Madre e il modello della Chiesa.

"Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui". Noi desideriamo amare il Signore. Lui ci dice che il nostro amore non deve essere a parole, ma costruito nei fatti, nell'osservare e mettere in pratica i

suoi comandamenti. Qualcuno potrebbe dire: E' difficile. D'accordo: può essere a volte difficile, ma è possibile, è bello, è importante, è la cosa più bella.

Tante gente vive i comandamenti e molte volte noi stessi siamo riusciti a viverli con serenità, impegno, pace del cuore. Come è bello vedere persone che vincono l'egoismo e si aprono all'amore fraterno, all'apertura agli altri, al dono e al sacrificio di sé. Questo avviene soprattutto nella vita delle nostre famiglie; avviene nella vita della comunità cristiana, dove tante persone

offrono disponibilità, collaborazione, fede, preghiera, sacrificio, dove sorgono
tante forme di vocazioni.

Ci sono persone che vivono il perdono, altre che cercano l'onestà e la sincerità nel lavoro, altre che costruiscono l'amore e la fedeltà nel matrimonio e nella famiglia. Potremmo continuare con tanti altri esempi. I comandamenti di Dio sono la strada più bella per costruire bene la nostra vita sulla terra e quella degli altri, per costruire e meritare giorno per giorno il nostro paradiso

nell'eternità. Non bisogna scoraggiarci quando facciamo fatica a osservare i comandamenti; un po' alla volta ci riusciremo. Quando sbagliamo Il Signore ci è accanto per darci il suo perdono e aiutarci a riprendere la buona volontà.

L'importante, nella vita, è amare! ("Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore... e il prossimo come te stesso"). Non sono i risultati che contano, ma la volontà di ricominciare ogni giorno ad amare gli altri, come Dio fa con noi.

Dice un santo: " Ama, dunque, senza farti troppe domande. Ama tutti, ama sempre, ama con gioia, perché Dio ama chi dona con gioia".

A questo punto, nel desiderio e nello sforzo di amare il Signore e osservare la sua parola, Gesù ci fa la sua grande promessa: "Il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di Lui". Dio vive nel cuore dell'uomo, Dio vive nel mio cuore! E se Dio vive nel mio cuore, tutto è possibile, tutto acquista valore, tutto è speranza, santità e grazia. "Pensate che splendore di festa, fratelli carissimi, avere in casa Dio!" (S. Gregorio Magno)

 

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