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TESTO Commento su Atti 2, 1-11; Salmo 103 (104); Romani 8,8-17; Giovanni 14,15-16.23b-26

CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie)  

Pentecoste (Anno C) - Messa del Giorno (19/05/2013)

Vangelo: At 2, 1-11; Sal 103 (104); Rm 8,8-17; Gv 14,15-16.23b-26 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 14,15-16.23-26

15Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre,

23Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. 24Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.

25Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. 26Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

Dopo la Pasqua, dopo gli eventi della morte e della resurrezione di Gesù, i discepoli erano disorientati e affranti. Gesù era sì ricomparso loro, ma lo percepivano "diverso" e sentivano che nulla sarebbe tornato come prima. Il loro stato d'animo era di sconforto ed essi 50 giorni dopo gli eventi si ritrovavano ancora insieme un po' per proteggersi ed un po' per confortarsi. Non avevano ancora capito e interiorizzato gli insegnamenti di Gesù nonostante fossero stati con lui per lungo tempo e lo avessero seguito in tutti i momenti della sua predicazione, uniche persone intime con lui e a contatto quindi con una persona vera e con i suoi veri pensieri e sentimenti. Nel chiuso del loro rifugio, a testa bassa per non farsi notare da alcuno, entra prepotentemente un vento, segno della presenza di Dio: questo vento spalanca le porte del luogo in cui si trovano e soprattutto spalanca i loro cuori alla comprensione. E' un nuovo alito di vita, quello che Dio aveva dato ad Adamo, ma più forte e più potente che non rende solo animato e autonomo il corpo, ma attiva e rende vivo lo spirito, il vero dono che Dio aveva fatto all'uomo nel giorno della creazione. I discepoli si sentono quindi scossi come se fossero stati colpiti dal fuoco - segno anche questo della potenza e della forza di Dio - che li rende capaci di azioni incredibili: prima di tutto li risveglia dal loro torpore, poi li porta ad aprirsi e a non aver più paura, tanto che non fuggono di fronte alla folla richiamata dal rumore dell'evento, ma anzi iniziano a parlare in tutte le lingue delle grandi opere di Dio. Simile fuoco dovevano averlo provato i discepoli di Emmaus quando Gesù aveva spezzato il pane dopo aver trascorso una giornata di cammino con loro, tanto che erano partiti subito, di notte, per tornare a raccontare quanto era loro successo.
Nel Vangelo si trova la promessa di Gesù ai suoi discepoli durante l'ultima cena, che anticipa gli eventi descritti negli Atti: Gesù preannuncia loro il fuoco dello Spirito, ovvero quella forza interiore che porta alla ricerca della conoscenza e alla comprensione. Solo attraverso queste i discepoli potranno capire gli insegnamenti di Gesù e diffonderli al mondo. Lo Spirito sarà al loro fianco come un avvocato difensore, competente e incaricato di suggerire cosa e come dire, di incoraggiare e stimolare nel momento più difficile e, se necessario, di prendere egli stesso la parola per far valere meglio la giustizia. La condizione è che vi sia la volontà da parte di ciascuno nell'aderire e nel seguire i suoi insegnamenti, che non sono parola d'uomo, ma parola di Dio. Lo Spirito è Dio stesso e dimora in noi: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui."
Anche Paolo ci ricorda che lo Spirito è in ciascuno di noi, fa parte della nostra natura: sta a noi lasciarlo parlare, lasciarlo affiorare, lasciarci guidare e consigliare. E' l'opposto della carne che è mortale e ci porta a comportarci da mortali. Nello Spirito siamo invece uniti a Cristo al punto di poter chiamare Dio "padre" e potremo un giorno partecipare della sua stessa gloria.
Come possiamo fare nostre oggi, come credenti e come sposi, le parole di queste letture?
In primo luogo dobbiamo coltivare la nostra conoscenza della Parola: Gesù invita ad osservare la sua parola come dimostrazione del nostro amore per Lui. Senza la frequentazione assidua e attenta della scrittura non possiamo alimentare la nostra conoscenza di Dio e della sua volontà. Pensare, vivere e agire secondo la carne sarà l'unica alternativa che potremo avere, perché l'unica che conosceremo.
In secondo luogo dobbiamo coltivare la nostra fede: lo Spirito, la fiamma che ha portato i discepoli ad annunciare la buona notizia secondo lingue diverse in luoghi diversi, non può manifestarsi se viviamo solo secondo la carne. Non dobbiamo pretendere che eventi straordinari ci forzino a credere: Gesù stesso infatti disse "beati" quelli che senza aver visto avessero creduto. Noi non abbiamo visto e incontrato Gesù come i discepoli, ma lo Spirito ci aiuta a credere e a fidarci di Lui, se lo lasciamo agire e lo assecondiamo.
In terzo luogo dobbiamo imparare a leggere gli eventi che accadono a noi e nel mondo con gli occhi di Dio: solo così potremo vedere nella storia la presenza dello Spirito che ha supportato e fatto crescere la comunità dei cristiani - la Chiesa - come se Gesù fosse stato presente. Questo dovrebbe alimentare la nostra speranza e la certezza che Dio continua ad agire cambiando il corso delle azioni della carne in occasioni di salvezza, come riporta la sequenza. Senza dimenticare che le sue mani siamo noi!
Per la riflessione personale e di coppia:
- Il "fuoco dello Spirito" cambia il nostro modo di vivere come singoli e come coppia: quale esperienza ne abbiamo avuto o abbiamo sentito raccontare? Come possiamo sentire la Sua presenza?
- Quali persone abbiamo visto o vediamo agire secondo lo Spirito? In quale modo si manifesta lo Spirito in loro?
Giuliana e Giacomo Mussino.

 

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