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TESTO Commento su Giovanni 14,23-29

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VI Domenica di Pasqua (Anno C) (05/05/2013)

Vangelo: Gv 14,23-29 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 14,23-29

23Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. 24Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.

25Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. 26Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

27Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. 28Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. 29Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate.

Nel vangelo di oggi il Signore, anche se non in modo diretto, pone una domanda importantissima a tutti, anche a voi bambini: "Ma tu, mi ami?".

Provo a farvi qualche ipotesi di risposta:"Sì, io amo tanto Gesù perché vado a messa tutte le domeniche!". Oppure: "Sì che lo amo perché io prego 5 minuti al giorno!". Oppure ancora:"Sì, io amo Gesù perché quando sono in chiesa non chiacchiero!".

Certamente questi sono modi necessari per amare il Signore ma non sono sufficienti! Gesù, infatti, ci ha amato in modo SUPER, ci ha amato così tanto da soffrire fino alla morte più infamante, la croce, ed è risorto affinché un giorno risorgiamo anche noi!

E tutto questo l'ha fatto per me, per te Massimo, per te Anna, per te, per te...

Sono certa che, anche se siete piccoli, sapete bene che una persona innamorata dà tutto per la persona amata!

Vi rendete conto che il Signore è innamorato proprio di ciascuno di voi?

Purtroppo spesso ci dimentichiamo che Dio ci vuole così bene, ci dimentichiamo che con lui non siamo mai soli neanche nei momenti più difficili, ci dimentichiamo, o non ci accorgiamo, che ci cammina sempre accanto...

Il Signore è come l'aria. La vedete voi l'aria? Certo che no, però, se non ci fosse, noi non saremmo qui ora, non saremmo vivi perché non potremmo respirare!!!

Inoltre, avete notato, nel vangelo di oggi, quanto rispetto Gesù ha nei nostri confronti?

Col presupposto di questo bene immenso che lo ha portato a morire per regalarci il Paradiso, ci lascia liberi di ricambiare: non pretende ma attende il nostro amore.
Infatti dice: "Se uno mi ama".

Il Vangelo inizia con un "Se", ed è proprio questo "Se" che ci fa capire che Dio ci sta facendo la domanda di cui parlavamo all'inizio di questa riflessione: "Ma tu, mi ami?"

Il Signore ve lo sta chiedendo con tutto il suo cuore perché voi siete i suoi figli e non vi vuole perdere per nessuna cosa al mondo.

Il Signore ve lo sta chiedendo perché, lui che attraverso i vostri genitori vi ha donato questa vita terrena, vi vuole fare un dono ancora più grande, vi vuole dare la vita eterna, la vita "per sempre".

Se volete amarlo, allora, dovete fare la cosa più logica che esista al mondo, la cosa che oggi Lui dice di fare: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola".
Ecco il modo per ricambiare all'amore!!!
Voglio fermarmi a riflettere sulla parola "osservare".
Il primo significato che ci viene in mente è "guardare".

Si può guardare qualcosa o qualcuno per curiosità, per conoscere, per imparare, si può anche guardare senza vedere perché si pensa ad altro... si può guardare in tanti modi e, in questo senso, sono coinvolti prevalentemente i nostri occhi.

Ma la parola "osservare" che oggi troviamo nel vangelo esprime un qualcosa di più, non esprime solo un coinvolgimento della vista!

La parola ebraica "osservare" è tradotta con un parolone difficile il cui significato è questo: custodire la Parola nel cuore e metterla in pratica nella vita.

Custodire la Parola come si fa con le cose preziose, come si fa con un gioiello donato, come si fa con un bambino piccolo...
Certo che prima di custodirla bisogna riceverla, ascoltarla!

E' per questo che alla messa domenicale è necessario prestare attenzione alle letture che vengono fatte! Le parole che vengono lette dai lettori e dal sacerdote sono parole dette da Dio al vostro cuore per cui le dovete custodire con cura, le dovete fare vostre perché vi fanno capire che cosa il Signore vuole da voi, perché sono parole che vi indicano la strada per essere felici!

Abbiamo capito fin qui, allora, che "osservare"significa ascoltare e custodire nel cuore

Pensate al bene che volete a mamma e papà: se li amate, li ascoltate e custodite nel vostro cuore le loro parole perché sapete che sono dette per la vostra felicità!

Pensate all'amore di due fidanzati: ognuno è in ascolto dell'altro, ognuno considera la parola dell'altro come un tesoro di inestimabile valore!

Pensate al bene che vi volete fra amici: non è sempre facile accettare le loro idee, anzi, il desiderio di prevalere è molto forte ma, se ci tenete veramente a loro, sono certa che mettete da parte il vostro orgoglio, sono certa che ascoltate e considerate preziose le parole di coloro che vi stanno più a cuore!

Però attenzione bambini, perché la parola "osservare" ha anche l'altro IMPORTANTISSIMO significato: mettere in pratica nella vita!

Potremmo conoscere alla perfezione tutto il Vangelo, potremmo addirittura sapere a memoria tutto il librone della Bibbia, ma se non viviamo quello che abbiamo ascoltato e custodito nel nostro cuore, non serve a niente...

Mettere in pratica la Parola è questo: AMARE TUTTI SENZA MISURA. Mica facile.
Certo. Ma è l'unica cosa che ci può rendere felici.

Felici noi e felice Gesù che ci ha amati proprio in questo modo: senza misura.

Sapete come si potrebbe tradurre, in un altro modo, la parola "osservare"?
VIVERE DA RISORTI.

"Ma come - direte voi- per vivere da risorti bisogna prima essere morti!". Noooo!!!

Vivere da risorti significa vivere nella pace: Gesù risorto ci dona la pace. Vivendo con lui noi accogliamo la pace che lui ci dona e poi la ridoniamo a tutti.

Allora questo è il primo impegno per la settimana: fare il "passapace", proprio come si fa il "passaparola"!

Vivere da risorti significa vivere nell'amore, come ci ha detto Gesù nell'ultima cena: "Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi". Dunque, amore reciproco e gratuito. Ecco allora il secondo impegno: il "passamore"!

Vivere da risorti significa vivere nella luce: Cristo vivo è luce che illumina la nostra vita, che ci indica la strada giusta per non perderci. Lui fa luce a noi e noi dobbiamo fare luce agli altri. E siamo al terzo impegno: il "passaluce"!

Vivere da risorti significa vivere nella gioia, con quella gioia sperimentata dai discepoli dopo la sofferenza per la morte di Gesù: la gioia della presenza di Gesù vivo in mezzo a loro. Ma Gesù è vivo anche in mezzo a noi!!!

Voi, siete felici? Ecco allora l'ultimo impegno: il "passa gioia"!

Come ci ha detto papa Francesco nella Domenica delle palme, i cristiani non possono mai essere tristi perché la loro gioia non nasce dal possedere tante cose ma nasce dall'avere incontrato una persona: Gesù.

Un giorno la piccola Lucia chiese alla nonna: "Ma Gesù è morto o vivo?".

A dire il vero, era un po' che le frullava in testa questa domanda.

Il parroco, infatti, era andato alla scuola materna ed aveva spiegato a lungo che Gesù era stato crocifisso e sepolto.

La nonna capì molto bene la domanda della sua nipotina, aprì il vangelo e le lesse che le donne erano andate al sepolcro il mattino dopo il sabato, che avevano trovato il sepolcro vuoto e che proprio lì stava un angelo ad annunciare che Gesù era vivo, che era risorto, che era stato glorificato dal Padre, e che sarebbe stato per sempre vicino ad ognuno di noi con tutto il suo amore.
Lucia, a queste parole, era piena di gioia.

Qualche giorno dopo, la nonna si recò con Lucia alla messa domenicale. Sul presbiterio c'era il prete e tra i banchi poca gente, un po' triste e un po' annoiata. Anche i canti che una donna intonava dal primo banco erano bassi, lenti, cantati da pochi, senza voglia e senza convinzione. Allora Lucia, dopo essersi guardata ben bene in giro, chiese alla nonna: "Ma loro lo sanno che Gesù è risorto?".

Commento a cura di Maria Teresa Visonà

 

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