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TESTO Commento su Atti 1,1-11; Salmo 46(47); Ebrei 9,24-28;10,19-23; Luca 24, 46-53

CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie)  

Ascensione del Signore (Anno C) (12/05/2013)

Vangelo: At 1,1-11; Sal 46(47); Eb 9,24-28;10,19-23; Lc 24, 46-53 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 24,46-53

46e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, 47e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni. 49Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».

50Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. 51Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. 52Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia 53e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

«Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio(Lc 24,50-53).
Un atto di fede nell'Ascensione al cielo del Cristo non implica, così a me pare, un atto di fede in una cosmologia approssimativa che immagina un cielo staccato dalla terra, né - di conseguenza - in quelle teologie che predicano un Dio separato dagli esseri umani. Non è questo l'orizzonte pasquale.
Perché Gesù non si è separato da noi. Egli non osserva "dall'alto" le nostre vicende, le nostre devastazioni, le nostre angosce e i nostri tradimenti. La teologia dell'ascensore non corrisponde al suo progetto di liberazione, cioè di salvezza. E se noi usiamo il termine "ascesa" è solo per una povertà di linguaggio che copre la nostra assoluta mancanza di immaginazione. Gesù è con noi, qui e ora. Non è assente o lontano: percorre i nostri viottoli accidentati, condivide le nostre storie. Vorrei dirlo, con tutta la convinzione di cui sono capace, a quelle coppie che non si sentono "in regola" e che hanno smesso non di credere in Lui, ma di sentirlo vicino nella loro fatica. Che a causa dell'incomprensione che avvertono da parte della comunità cristiana, pensano che anche Lui abbia impegni più pressanti di quello del condividere un cammino con una coppia considerata "irregolare". No, Gesù non tradisce nessuno, è vicino a tutti, ama tutti. La sua attuale invisibilità fisica è il segno di una presenza più universale, planetaria e cosmica, non limitata ad un popolo, o a quelli che si ritengono farisaicamente "giusti", né ad una stagione storica, per quanto feconda essa possa apparire. La sua "ascesa" è in realtà una "discesa": la discesa nel sacrario (cf. (Gaudium et Spes, 16) più imponente dell'umanità che è la coscienza di ogni singola donna e di ogni singolo uomo; luogo di incontro delle coordinate tempo-spazio e di inveramento di ogni progetto di vita.
Suggeritore di vita e non datore di regole, il Cristo "asceso" alla nostra coscienza ci propone un progetto in cui la profezia è il punto nodale della nostra esistenza: ci impegna ad uscire allo scoperto per denunciare le ingiustizie nelle loro varie articolazioni, qualunque nome esse abbiano e da qualunque parte esse provengano.
Forse questo è un discorso che potrebbe stare un po' stretto a chi pensa che per servire l'uomo e la donna che vivono nelle tormentate correnti del nostro tempo sia necessario separarsi da loro e a coloro che pensano che per raccogliere il messaggio dell'Evangelo sia necessario spiritualizzarlo, attenuandone la radicalità con la prudenza politica. Se il Cristo "ascende" nella coscienza di ogni uomo e di ogni donna, per condurre l'umanità verso un più di coscienza, questo è il valore sommo che la chiesa, ed ogni coppia, ed ogni famiglia devono testimoniare e difendere.
Traccia per la revisione di vita
1) Come, e attraverso quali impegni, abbiamo deciso in famiglia di assumerci le nostre responsabilità verso il mondo?

2) Sappiamo leggere la storia dal basso, nella prospettiva dei perdenti, di chi si sente indegno, degli esclusi?

3) Abbiamo preso l'impegno in famiglia di analizzare le cause ultime e reali delle varie schiavitù e delle oppressioni che gravano sul mondo? Ci facciamo carico dei problemi dei più piccoli: i bambini, i poveri, gli sfruttati ad ogni livello, gli emarginati dalle istituzioni civili ed ecclesiastiche, i malati e in particolari i malati terminali, per contribuire a fare in modo che per tutti la terra sia più vivibile?
Luigi Ghia FAMIGLIA DOMANI

 

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