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TESTO Ascoltatori di una Voce che salva

don Luigi Trapelli

IV Domenica di Pasqua (Anno C) (21/04/2013)

Vangelo: Gv 10,27-30 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 10,27-30

27Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. 28Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. 29Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. 30Io e il Padre siamo una cosa sola».

Il Vangelo di Giovanni si compone di pochi versetti, ma è di una intensità fortissima.


Gesù è accerchiato dai giudei che vogliono a tutti i costi accusarlo.


Gesù ribadisce che loro non sono le sue pecore e poi comincia a spiegare cosa significa essere suo discepolo.


Il discepolo ascolta la voce del Maestro, Gesù.


I discepoli sono chiamati ad essere ascoltatori di Gesù e della sua Parola.


Noi cresciamo più per la capacità del nostro "ascoltare" che non sul versante del "fare".


Gesù ci conosce e il conoscere non è solo superficiale, ma è una relazione profonda, interiore, spirituale.

Troppe volte conosciamo le persone a livello solo esteriore, ma siamo incapaci di cogliere lo spessore vero della persona, perché non abbiamo tempo o, forse, preferiamo rimanere alla superficie dei problemi.

Ma quando impariamo a conoscere pienamente la persona che abbiamo davanti (anche se una conoscenza totale non potrà mai avvenire), ci accorgiamo dei suoi pregi e dei limiti e ci presentiamo agli altri nella fragilità della nostra condizione.

Solo così nasce un rapporto maturo e sincero che possa durare nel tempo.


Il discepolo è invitato a seguire Gesù, andare dietro a Lui, senza cercare altre scorciatoie o altri Salvatori.


Gesù offre alle sue pecore-discepoli la vita eterna e tale dono è stupendo.


Gesù vuole dirci che seguire Lui significa avere fin da ora un'esistenza che vive di eternità, non solo perché è destinata a rimanere per sempre, ma perché tale eternità si sperimenta già ora con delle relazioni interpersonali che lasciano l'impronta dell'immortalità.

Del resto il Cantico dei Cantici non dice che l'Amore è forte come la Morte?


Tali discepoli non si perderanno, perché nessuno li strapperà dalla mano di Gesù.

La mano per la Bibbia è la potenza protettrice di Dio.

E Gesù aggiunge che nessuno potrà rapirle dalla mano del Padre mio. Quindi al fondamento della sicurezza della Chiesa non ci sta solo Pietro, ma il Padre in unione con il Figlio.


Gesù e il Padre non sono che una cosa sola, operano in assoluta comunione.


Davanti a tale comunione le pecore possono stare tranquille.


Queste parole saranno viste dai giudei come una condanna.

Infatti nei versetti seguenti l'accusa rivolta a Gesù sarà proprio 
questa: "Tu, che sei uomo, ti fai Dio".


In fondo è la grande fatica di oggi: cogliere nell'uomo Gesù, il volto del Figlio di Dio e Colui che vive in piena comunione con il Padre.


Essere cristiani, essere discepoli del Maestro, sue pecore, comporta un credere all'uomo Gesù che, nella morte e risurrezione, ci ha aperto un orizzonte nuovo: pensare la vita in termini non più di breve temporalità, ma di eternità.


E' Lui che voglio ascoltare, conoscere e seguire!!


 

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