PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Mi ami tu?

mons. Antonio Riboldi

mons. Antonio Riboldi è uno dei tuoi autori preferiti di commenti al Vangelo?
Entrando in Qumran nella nuova modalità di accesso, potrai ritrovare più velocemente i suoi commenti e quelli degli altri tuoi autori preferiti!

III Domenica di Pasqua (Anno C) (14/04/2013)

Vangelo: Gv 21,1-19 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 21,1-19

1Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: 2si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. 3Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.

4Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. 5Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». 6Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. 7Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. 8Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.

9Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. 10Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». 11Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. 12Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. 13Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. 14Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.

15Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». 16Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». 17Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. 18In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». 19Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

Ci sono delle domande che misteriosamente il Cielo ci pone.

Forse ci colgono all'improvviso e svelano la verità dei nostri rapporti con Dio o, se vogliamo, i nostri rapporti con il vero senso della vita. Domande che, a volte, suscitano imbarazzo, soprattutto quando vanno diritte alla coscienza, che non può mettere un velo alla verità.

Meditiamo con accuratezza il Vangelo di Giovanni, facendoci aiutare dallo Spirito Santo, perché da soli non ce la facciamo. Lasciamoci prendere la mente e il cuore dalle domande di Gesù, rivolte a Pietro, ma, oggi, a ciascuno di noi.

Racconta Giovanni che i discepoli, dopo la grande paura, avevano lasciato Gerusalemme ed erano tornati all'antico loro lavoro: la pesca, forse per riprendere un filo della vita, che offre speranza, sentendosi vittime della rassegnazione. Avevano abbandonato tutto per stare vicino a Gesù, ma, dopo la crocifissione, si erano ritrovati come orfani nella vita. Eppure Gesù, giorni prima, era apparso a loro nel cenacolo, aveva offerto la Pace, non solo, ma aveva lasciato una missione: "Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi." e aveva alitato su di loro e detto: "Ricevete lo Spirito Santo..." (Gv. 20, 19) Ma è sempre duro il cammino della fede....per tutti!

Così, nonostante quella apparizione, che si era ripetuta una settimana dopo, per fugare i dubbi di Tommaso, nei discepoli era rimasta un'ombra. Da qui il ritorno al vecchio mestiere di pescatori sul mare di Tiberiade. Ed ecco il Vangelo di oggi.

"Quando era già l'alba, Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: ‘Figlioli, non avete nulla da mangiare?'. Gli risposero: ‘No'. Allora disse loro: ‘Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete'. La gettarono e non potevano tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: ‘E' il Signore!'. Simon Pietro appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi la sopravveste, perché era spogliato e si gettò in mare. Lo seguirono gli altri, tirando a terra la rete con i pesci. Gesù disse loro: ‘Venite a mangiare'. E nessuno dei discepoli osava domandarGli: ‘Chi sei?', poiché sapevano che era il Signore." (Gv. 21, 1-19)

È davvero l'incontro della debolezza umana nella fede, come forse è la nostra: una debolezza che Gesù comprende e...apprezza!

Gesù, infatti, ama i ‘deboli', i ‘poveri', quelli cioè che non chiudono le porte alla verità di Dio, per fare spazio ad una loro presunta certezza di sapere tutto e...sanno nulla!

Ed è davvero meraviglioso come Gesù si rivolga spesso ai ‘semplici di cuore', perché sa che ascoltano. Lo vediamo nella storia dei santi e di tanti uomini, donne e giovani, che si pongono davanti alla fede con l'arrendevolezza del bambino, che ama affidarsi e non teme di rivolgere le domande più impegnative. Gesù sapeva molto bene quanto i suoi lo avessero amato e Lo amavano e quanto fossero amareggiati, come quando si perde il punto di riferimento nella vita, specie se è una persona che si è amato tanto. Ci doveva essere tanta nostalgia di Gesù nei Suoi.

Ma, come per sfuggire alla tentazione di considerare ‘chiuso' un capitolo della vita, che aveva spalancato le porte della speranza...li troviamo a pescare sul lago di Tiberiade!

Quel lago era stato ‘il luogo di vita con Gesù': l'aveva scelto per la sua missione tra di noi.

Era attorno a quel lago di Galilea, che Gesù aveva dato prova del suo grande amore, non solo annunciando il Vangelo, ma avendo sempre ‘compassione delle folle, pecore senza pastore'.

Quel ‘luogo' è un ‘richiamo interiore' per gli Apostoli. E Gesù non li delude!

Sceglie il lago di Tiberiade come ‘incontro dopo la resurrezione', per continuare la missione che è giunta fino ai nostri giorni. Si presenta come ‘viandante', seduto, stanco ed in cerca di cibo.

Vede i Suoi che tornano a riva con le loro barche, dopo una pesca andata totalmente a vuoto.

È proprio lo stile di Dio mostrarci, anche nei fatti semplici della nostra vita quotidiana, che, quando si è soli nelle scelte o nell'operare, si prova sempre la sensazione di chi torna ‘a mani vuote'.

È la confessione della nostra debolezza, che tanti forse non sanno vivere, affidandosi a ‘risultati umani', che possono soddisfare, ma il più delle volte lasciano l'amaro in bocca, come se...i nostri ‘impegni' alla fine risultassero ‘barche che tornano vuote, nonostante la fatica'.

Gesù si presenta come uno che ha fame e dice: "Non avete nulla da darmi da mangiare?".

E quando tornano dalla pesca miracolosa li invita: "Venite a mangiare."

"E nessuno, racconta Giovanni, osava domandargli chi fosse... poiché sapevano bene che era il Signore!". Qui inizia un dialogo con Pietro, che lascia stupiti, come si respirasse aria veramente di resurrezione: uno di quei dialoghi tra Dio e l'uomo, che forse vorremmo avvenisse anche tra Lui e noi, se davvero abbiamo la fede di Pietro.

"Quand'ebbero finito di mangiare, Gesù disse a Simon Pietro: ‘Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro?'. Gli rispose ‘Certo, Signore, tu lo sai che io ti amo". Gli disse: ‘Pasci i miei agnelli'. Gli disse di nuovo: ‘Simone di Giovanni, mi ami?'. Gli rispose: ‘Certo, Signore, tu sai che io ti amo'. Gli disse: ‘Pasci le mie pecorelle'. Gli disse per la terza volta: ‘Simone di Giovanni, mi ami?'. Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: ‘Mi ami' e gli disse: ‘Signore, tu sai tutto, tu sai che io ti amo'. Gli rispose Gesù: ‘Pasci le mie pecorelle. In verità in verità ti dico, quando eri giovane ti cingevi la veste da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani e un altro ti cingerà le vesti e ti porterà dove tu non vuoi'. Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: ‘Seguimi'." (Gv. 21, 1-19)

Si rimane senza parole, meditando questa inaspettata irruzione di Gesù nel cuore di Pietro.

Sappiamo, leggendo il Vangelo, come Pietro avesse, fin dal primo momento della chiamata, mostrato tutta la sua generosità nel donarsi totalmente a Gesù, al punto che, quando i discepoli che seguivano il Maestro, davanti al discorso dell'Eucarestia: ‘Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue avrà la vita eterna' se ne erano andati e non erano più tornati, Gesù, vedendo che il suo amore totale non era stato capito ed accolto, si era rivolto agli Apostoli, che ‘stavano con Lui fin dall'inizio', e, proprio da Simon Pietro, che pure forse non capiva il Dono, aveva avuto la risposta sicura: ‘Signore da chi andremo?'.

Ma è anche lo stesso Pietro che, pur avendo giurato di difendere il Maestro a costo della vita, nel momento del processo si era poi di fatto dato alla fuga. Una strana fuga, non voluta dall'amore, ma causata dalla paura, al punto di negare l'evidenza...fino al canto del gallo! In quel momento aveva ricordato le parole di Gesù: ‘Quando il gallo canterà, tu mi avrai rinnegato tre volte'. E il Vangelo riportando quel momento drammatico della vita di Pietro afferma: ‘Pianse amaramente'.

L'amore di Pietro era sempre stato sincero e profondo, nonostante le debolezze che venivano a galla nelle difficoltà. Pietro è il vero testimone della fragilità che ci portiamo addosso, tutti.

Da qui la domanda di Gesù: ‘Mi ami?'. Una domanda che, di fronte alle difficoltà o alle nostre debolezze, a volte, mette in imbarazzo anche noi nel rispondere: ‘Signore, tu sai che ti amo'.

Ma è davvero grande l'Amore di Dio, pronto a tendere la sua mano per farci continuare il cammino della fede, spesso fragile. Incredibile.

E se questa domanda ce la facesse ora? Cosa risponderebbe ciascuno di noi?

Ma la domanda rivolta a Pietro, non è solo per una conferma di amore, ma per potergli affidare una missione: ‘Pasci le mie pecorelle', ossia il mandato di guidare la Sua Chiesa, la missione del nostro Sommo Pontefice. E verrà il momento in cui Pietro risponderà con totale generosità, dopo la Pentecoste, senza più tentennamenti, confermando con la vita le parole pronunciate: ‘Signore, tu sai che ti voglio bene'.

Raccontano gli Atti degli Apostoli: il sommo sacerdote aveva proibito agli apostoli di parlare di Gesù, ma... "Pietro rispose: ‘Bisogna obbedire prima a Dio, piuttosto che agli uomini. Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi avete ucciso, appendendolo alla croce.... E di quei fatti, siamo testimoni noi e lo Spirito Santo, che Dio ha dato a coloro che si sottomettono a Lui'. Allora li fecero fustigare. Ma essi se ne andarono dal sinedrio lieti di essere stati oltraggiati per amore del Nome di Gesù" (At. 5, 29)

Con Gesù Risorto ogni paura è scomparsa... ogni paura scompare!
Anche OGGI Gesù continua ad interpellarci: ‘Mi ami tu?'
Cosa Gli rispondiamo?

 

Ricerca avanzata  (54031 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: