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TESTO Commento su Giovanni 6, 29

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Lunedì della III settimana di Pasqua (15/04/2013)

Vangelo: Gv 6, 29 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

"Questa è l'opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato"
Gv 6, 29

Come vivere questa parola?
Tutta la settimana saremo accompagnanti dal capitolo 6 del Vangelo secondo Giovanni. Un capitolo per certi versi difficile, lungo... pasquale, ma senza i colori brillanti e la luce radiosa del mattino della risurrezione. Il tono è duro, esigente. Il contenuto espone Gesù alla rivelazione di un nuovo modo di dirsi di DIO. Tutto già detto nel Primo Testamento, ma tutto ancora da scoprire. Mistero ineffabile che inizia a tradursi. L'ascolto di queste parole non è semplice, né la comprensione immediata. Il primo interlocutore di questi discorsi è la folla, accorsa e trattenuta dal miracolo del pane e dei pesci moltiplicati; poi seguiranno i giudei e quindi i discepoli. Parole che si ripeteranno e che, riproponendosi, scaveranno in profondità, per scardinare gli apprendimenti scorretti, per intaccare le rappresentazioni devianti e per cominciare a dire Dio, in modo nuovo, più autentico.
Alla folla Gesù dice di smettere di cercarlo per ottenere un po' di pane subito: c'è di meglio, c'è qualcosa di eterno da scoprire, da accogliere e assimilare. Li sollecita: " Datevi da fare!". La reazione è di sorpresa e la folla chiede cosa bisogna fare? Il fare, l'opera da compiere è una sola: credere nell'Inviato, nel Messia, scelto dal Padre. Ma cosa vuol dire credere? Non basta dirlo.
Signore, ti consegniamo la nostra miopia che ci blocca sugli effetti interessanti delle vicende; libera la nostra gratuità per accogliere con mente aperta e cuore amante la tua rivelazione, aiutaci a credere non per quello che otteniamo, ma per quello che ascoltiamo e vediamo realizzato nell'umanità di Cristo.
La voce di un Papa
Credere cristianamente significa abbandonarsi con fiducia al senso profondo che sostiene me e il mondo, quel senso che noi non siamo in grado di darci, ma solo di ricevere come dono, e che è il fondamento su cui possiamo vivere senza paura. E questa certezza liberante e rassicurante della fede dobbiamo essere capaci di annunciarla con la parola e di mostrarla con la nostra vita di cristiani.
BENEDETTO XVI

 

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