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TESTO Commento su Atti 5,30-32

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Giovedì della II settimana di Pasqua (11/04/2013)

Brano biblico: At 5,27-33 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi avete ucciso appendendolo a una croce. Dio lo ha innalzato alla sua destra come capo e salvatore, per dare a Israele conversione e perdono dei peccati. E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo, che Dio ha dato a quelli che gli obbediscono
At 5,30-32

Come vivere questa Parola?
Pietro, il pavido Pietro dell'ora della passione, lo ritroviamo, qualche tempo dopo in tutt'altre vesti: ha già fatto l'esperienza della prigione, ora si trova davanti a un tribunale che gli ingiunge di non parlare più di Gesù né, tanto meno, di attribuirne la condanna a morte a chi ora lo sta giudicando, ed egli risponde coraggiosamente di voler restare fedele al mandato ricevuto continuando a predicare. Di più: ribadisce che Gesù è stato ucciso proprio da loro e che ora regna glorioso presso il Padre. L'attribuzione di un omicidio e l'affermazione, blasfema per i suoi giudici, della divina regalità di Cristo.
Da dove Pietro sta attingendo tanto ardire, che cosa ha provocato un così radicale cambiamento?
Il Pietro che sta imperturbabile dinanzi ai suoi accusatori non è più lo stesso di prima: rigenerato proprio dall'amara esperienza di quella tragica notte che gli ha fatto toccare con mano la propria umana fragilità e sperimentare l'indicibile e immutabile amore di Cristo, non conta più su se stesso, ma sullo Spirito effuso dal Risorto. In lui ha trovato la consistenza della roccia che prima ricercava spavaldamente in se stesso. Un'umile consapevolezza e la consegna incondizionata allo Spirito Santo lo ha reso idoneo a svolgere l'arduo compito affidatogli da Cristo, trasformandolo in autentico e coraggioso testimone.
Altri tribunali sono stati levati lungo la storia per mettere a tacere la scomoda e sconcertante voce di Cristo. Tribunali, magari informali come il sorrisetto ironico, dinanzi ai quali i cristiani anche di oggi vengono a trovarsi.
Altri "Pietro", umili e sconosciuti discepoli del Risorto sostenuti dallo Spirito, hanno trovato e trovano il coraggio di una testimonianza scomoda ma indispensabile perché il mondo possa riemergere dalle persistenti, ma comunque già sconfitte, tenebre del male.
Signore, Pietro oggi sono io, fragile come lui, ma come lui investito della forza dello Spirito Santo. Rendimene sempre più consapevole e convinto, perché non mi ritragga dinanzi alla missione di una testimonianza contestata ma necessaria, anzi inconsciamente attesa proprio da chi sembra rifiutarla.
La voce di un testimone
Il cristiano ha innanzitutto come dovere fondamentale della vita quello di portare la testimonianza suprema a Cristo dentro la vita di tutti
Luigi Giussani

 

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