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TESTO Correre, osservare, comprendere

don Luciano Cantini  

Domenica di Pasqua - Risurrezione del Signore (Anno C) (31/03/2013)

Vangelo: Gv 20,1-9 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. 2Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». 3Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. 4Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. 5Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. 6Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, 7e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. 8Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. 9Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

Quando era ancora buio

I Vangeli concordano nell'indicare il mattino presto, all'alba... le donne mostrano una solerte attenzione (rispetto agli uomini) nei confronti di Gesù. L'esperienza della morte provoca intorno una certa sospensione della vita, la cura della sepoltura che normalmente ci preoccupa in questi casi celebra un primo passaggio, lento, del superamento del lutto che ci avvolge. Giovanni però, rispetto ai sinottici, aggiunge una annotazione che non va letta nella cronologia dei fatti, ma nella cronologia della fede: il buio non si è ancora dissolto, è dentro il cuore di Maria, ancora compresa nella morte del Signore va al sepolcro con una misurata solerzia. La pietra era stata tolta. Non vide altro, o almeno Giovanni non racconta altro se non Maria che torna sui propri passi, ma di corsa... una fretta insospettabile, una vitalità entra nelle sue gambe ed un bagliore di luce nel suo cuore, non del tutto chiaro e decifrabile.

Correvano

Alla corsa della Maddalena si aggiunge la corsa degli apostoli, tutti si mettono a correre. Giovanni ci trasmette una dinamica tutta nuova, una vita che si mette in moto. Sarà l'ansietà di capire, il desiderio di vedere; il loro cuore, insieme a quello di Maria si mette in ebollizione. Era stata la Maddalena a mettere insieme quei cuori: non sappiamo dove l'hanno posto! L'accento qui sembra proprio in quel verbo al plurale non sappiamo che include gli apostoli, ma anche ciascuno di noi. Il racconto della resurrezione non ci dice nulla di eccezionale, parla di persone dubbiose che mosse dagli eventi si mettono a correre, provano a cercare e a vedere ma quello che cercano non trovano e quello che vorrebbero vedere non vedono. Si accontentano di molto meno, poveri segni, forse troppo poco ma sufficienti per rivoluzionare la vita.

Osservò

Giovanni, occhio di aquila, appena arrivato gettò lo sguardo nel sepolcro, ormai era luce piena ed il sepolcro aveva perso la sua connotazione naturale di luogo oscuro, il buio si era dileguato; Giovanni vide. Simone entrò e osservò. Dalla corsa frenetica ed affannata passa all'osservazione, alla scoperta dei particolari, dei segni. Già il Signore aveva insegnato loro a guardare oltre il visibile (Gv. 4,35) e vedere nel verde i campi che biondeggiano per la mietitura. Il sudario avvolto e messo da parte smuove la fede di Pietro. Anche Giovanni vide e credette; aveva atteso Simone che nella corsa era stato più lento, anche questo è un segno che ci viene raccontato con cura che dobbiamo saper osservare.

Non avevano ancora compreso la Scrittura

Giovanni vide e credette, ma subito dopo si preoccupa di dirci che non avevano compreso la Scrittura. La Scrittura ha bisogno della fede per essere compresa, e la fede ha bisogno dei piccoli segni della quotidianità, dei semplici eventi che attraversano la vita che devono essere osservati con attenzione.

Questa pagina del vangelo, nella sua semplice essenzialità, ci aiuta a leggere l'incertezza della fede, il bisogno di correre e cercare, ci aiuta a capire lo smarrimento di fronte ad una assenza - la Maddalena - che ci stimola a cercarci, a trovare un sostegno, a rispettarci nei limiti personali come Giovanni che attende Simone. Ci aiuta ad entrare in un mistero più grande, talmente grande che ci lascia basiti, incapaci, nell'immediato, di reagire se non di riportare la grandezza di quel mistero nella quotidianità dei nostri giorni, proprio come i discepoli che se ne tornarono di nuovo a casa (v.10).

 

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