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TESTO Ho visto il Signore

don Romeo Maggioni  

Domenica di Pasqua - Risurrezione del Signore (Anno C) (11/04/2004)

Vangelo: Gv 20,1-9 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. 2Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». 3Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. 4Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. 5Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. 6Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, 7e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. 8Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. 9Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

"Non è gran cosa - scrive sant'Agostino - credere che Gesù è morto; questo lo credono anche i pagani; tutti lo credono.

Ma la cosa veramente grande è credere che egli è risorto. La fede dei cristiani è la risurrezione di Cristo!". Diceva già san Paolo: "Se noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto in questa vita, siamo da compiangere più di tutti gli uomini. Ora invece Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti" (1Cor 15,19-20).

Questo va detto con chiarezza: il problema dell'uomo è la pelle, è la morte. Non c'è in giro medicina o invenzione che possa sconfiggere questa tremenda padrona del mondo che è la morte. I cristiani sono tra quei pochi fortunati che hanno saputo d'un caso - il caso di quest'uomo chiamato Gesù - messo al cimitero per tre giorni e tornato a farsi vedere in giro vivo: "Egli si mostrò ad essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, apparendo loro per quaranta giorni e parlando del Regno di Dio" (At 1,3).

Ecco: apparendo con molte prove, confermando tutti della verità del fatto di Pasqua; e parlando del Regno, cioè della condizione nuova di vita che Dio ha offerto agli uomini.

1) IL FATTO

E' dall'annuncio di chi ha visto e sentito che deriva il nostro credere alla risurrezione. La testimonianza degli apostoli è seria, credibile, e documentata da molte prove. Ce le riassume san Paolo: "Vi ho trasmesso, fratelli, anzitutto quello che anch'io ho ricevuto: che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture, e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici. In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me, che ho perseguitato la Chiesa di Dio" (1Cor 15,1-8). La sua testimonianza è particolarmente significativa perché l'incontro con Cristo vivo cambiò la sua vita da persecutore ad appassionato apostolo del vangelo. Pietro e Giovanni, imprigionati e minacciati di morte, diranno: "Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato" (At 4,20), "noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti" (At 10,41). Tommaso infine vorrà costatare di persona: "Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito al posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò" (Gv 20,25). La risurrezione è un fatto che s'è imposto con la perentorietà delle cose così come stanno!

Il fatto rappresenta certamente l'atto più sorprendente compiuto da Dio nella storia: ora Dio lo si deve chiamare "colui che ha risuscitato Gesù Cristo dai morti" (2Cor 4,14). Costituisce al tempo stesso la più alta accreditazione che Dio fa di quest'uomo Gesù che si è completamente fidato di Lui quando sembrava abbandonato da tutti: "La pietra scartata dai costruttori, ma scelta e preziosa davanti a Dio, è diventata testata d'angolo" (1Pt 2,4). La risurrezione è il coronamento dell'opera di Gesù e il sigillo di Dio sul Messia. Noi ora ci fidiamo di Cristo perché nella sua vicenda c'è il dito di Dio, "dando a tutti prova sicura col risuscitarlo dai morti" (At 17,31). Gesù non è un inventore di religioni come altri; tutti sono morti; lui solo è risorto e vivo come aveva promesso.

Per lui quell'evento rappresenta la massima esaltazione; quel giorno Dio ha detto: "Siedi alla mia destra" (At 2,34); "Mio figlio sei tu, oggi ti ho generato" (At 13,33). Con la risurrezione un uomo viene come rapito dentro la divinità e congiunto pienamente alla divinità nella partecipazione alla vita intima della Trinità. Non è un ritornare alla vita di prima, ma il giungere ad una qualità di vita superiore, un salire "al cielo", come diciamo nel Credo. "Per questo Dio l'ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome, e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre" (Fil 2,8-11). Quel destino è promesso anche a noi.

2) IL SENSO

Che cosa rappresenta per noi allora un tale evento così eccezionale? Anzitutto significa che Gesù vivo è sempre in mezzo a noi: "Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (Mt 28,20). L'aveva promesso ai suoi: "Avete udito che vi ho detto: Vado e tornerò a voi" (Gv 14,28). Salendo al cielo Gesù promette un suo nuovo modo di presenza, mediante il Suo Spirito che avrebbe mandato: "E' bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma quando me ne sarò andato, ve lo manderò" (Gv 16,7). Per questo Gesù dice alla Maddalena: "Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va' dai miei fratelli e di' loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro". Da là, dal Padre, io avrò modo di stare con voi con la presenza di quel "Paraclito che rimanga sempre con voi. Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi" (Gv 14,17-18).

E' lo Spirito santo che ha prodotto il "ridestarsi" di Gesù da morte, lo Spirito "che è Signore e dà la vita". Dice san Paolo: "E' stato costituito Figlio di Dio con potenza secondo lo Spirito di santificazione mediante la risurrezione dai morti, Gesù Cristo, nostro Signore" (Rm 1,4). E' l'energia vitale e creatrice di Dio che ha investito fin dal primo momento l'umanità di Gesù: tutto, fin dall'Incarnazione, è opera dello Spirito santo. La morte arriva - come in tutti gli uomini - a stringere il suo cerchio anche attorno a Gesù; ma dentro vi è già da tempo questa forza divina che nessuna morte può soffocare; e proprio questa ad un certo punto spacca la crosta dura che l'opprime ed esplode la nuova vita. E' il momento finale, quando lo Spirito santo si impone anche sul corpo morto, risorgendolo; ma è potenza di vita che già prima aveva posseduto Cristo, di cui l'atto della risurrezione è solo il possesso finale. Così avviene anche per noi, se vivremo lungo la vita "secondo lo Spirito": "Se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi" (Rm 8,11).

Nelle icone orientali Cristo risorto appare con la destra allungata fino "all'Ade" per trascinare con sé Adamo ed Eva alla vita. Scrive san Pietro:"Dio Padre ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva" (1Pt 1,3). Ecco l'oggetto autentico della nostra speranza: la vita oltre la morte, che appunto la risurrezione di Cristo ha fondato. Perché Cristo non è il caso unico, ma "il primogenito dei risorti". Gridiamo a tutti allora oggi la nostra speranza: Dio ha incominciato a risuscitare qualcuno; Dio ha vinto Lui; la morte è sconfitta. Rinnoviamo la speranza che la vita ha un futuro, "convinti che Colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui" (2Cor 4,14). Ma non c'è solo una risurrezione del corpo; c'è anche una risurrezione del cuore. E se la risurrezione del corpo è dell'ultimo giorno, quella del cuore è di ogni giorno, di oggi. Rinnoviamoci così - a caparra d'eternità - con i sacramenti pasquali in questi santi giorni.

Per capire e credere queste cose è necessaria però la fede. Non è sufficiente averne una pura conoscenza storica, come curiosità che non ci coinvolga. La Maddalena vede Gesù risorto ma non lo sa riconoscere se non quando è chiamata per nome: "Maria!", quando cioè scatta in lei quel legame d'amore che glielo fa riconoscere: "Maestro mio, Rabbunì!". Solo allora potrà esclamare con gioia: "Ho visto il Signore!". E' il dono della fede quello che vogliamo chiedere tutti oggi con umiltà come regalo di Pasqua al nostro Signore risorto.

 

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