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TESTO Commento su Isaia 50,4-7; Salmo 21/22; Filippesi 2,6-11; Luca 22,14 - 23,56

Monastero Domenicano Matris Domini  

Domenica delle Palme (Anno C) (24/03/2013)

Vangelo: Is 50,4-7; Sal 21/22; Fil 2,6-11; Lc 22,14 – 23,56 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 22,14-23,56

14Quando venne l’ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui, 15e disse loro: «Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, 16perché io vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio». 17E, ricevuto un calice, rese grazie e disse: «Prendetelo e fatelo passare tra voi, 18perché io vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non verrà il regno di Dio». 19Poi prese il pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo, che è dato per voi; fate questo in memoria di me». 20E, dopo aver cenato, fece lo stesso con il calice dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che è versato per voi».

21«Ma ecco, la mano di colui che mi tradisce è con me, sulla tavola. 22Il Figlio dell’uomo se ne va, secondo quanto è stabilito, ma guai a quell’uomo dal quale egli viene tradito!». 23Allora essi cominciarono a domandarsi l’un l’altro chi di loro avrebbe fatto questo.

24E nacque tra loro anche una discussione: chi di loro fosse da considerare più grande. 25Egli disse: «I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno potere su di esse sono chiamati benefattori. 26Voi però non fate così; ma chi tra voi è più grande diventi come il più giovane, e chi governa come colui che serve. 27Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve.

28Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove 29e io preparo per voi un regno, come il Padre mio l’ha preparato per me, 30perché mangiate e beviate alla mia mensa nel mio regno. E siederete in trono a giudicare le dodici tribù d’Israele.

31Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; 32ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli». 33E Pietro gli disse: «Signore, con te sono pronto ad andare anche in prigione e alla morte». 34Gli rispose: «Pietro, io ti dico: oggi il gallo non canterà prima che tu, per tre volte, abbia negato di conoscermi».

35Poi disse loro: «Quando vi ho mandato senza borsa, né sacca, né sandali, vi è forse mancato qualcosa?». Risposero: «Nulla». 36Ed egli soggiunse: «Ma ora, chi ha una borsa la prenda, e così chi ha una sacca; chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una. 37Perché io vi dico: deve compiersi in me questa parola della Scrittura: E fu annoverato tra gli empi. Infatti tutto quello che mi riguarda volge al suo compimento». 38Ed essi dissero: «Signore, ecco qui due spade». Ma egli disse: «Basta!».

39Uscì e andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. 40Giunto sul luogo, disse loro: «Pregate, per non entrare in tentazione». 41Poi si allontanò da loro circa un tiro di sasso, cadde in ginocchio e pregava dicendo: 42«Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà». 43Gli apparve allora un angelo dal cielo per confortarlo. 44Entrato nella lotta, pregava più intensamente, e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadono a terra. 45Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza. 46E disse loro: «Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione».

47Mentre ancora egli parlava, ecco giungere una folla; colui che si chiamava Giuda, uno dei Dodici, li precedeva e si avvicinò a Gesù per baciarlo. 48Gesù gli disse: «Giuda, con un bacio tu tradisci il Figlio dell’uomo?». 49Allora quelli che erano con lui, vedendo ciò che stava per accadere, dissero: «Signore, dobbiamo colpire con la spada?». 50E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l’orecchio destro. 51Ma Gesù intervenne dicendo: «Lasciate! Basta così!». E, toccandogli l’orecchio, lo guarì.

52Poi Gesù disse a coloro che erano venuti contro di lui, capi dei sacerdoti, capi delle guardie del tempio e anziani: «Come se fossi un ladro siete venuti con spade e bastoni. 53Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete mai messo le mani su di me; ma questa è l’ora vostra e il potere delle tenebre».

54Dopo averlo catturato, lo condussero via e lo fecero entrare nella casa del sommo sacerdote. Pietro lo seguiva da lontano. 55Avevano acceso un fuoco in mezzo al cortile e si erano seduti attorno; anche Pietro sedette in mezzo a loro. 56Una giovane serva lo vide seduto vicino al fuoco e, guardandolo attentamente, disse: «Anche questi era con lui». 57Ma egli negò dicendo: «O donna, non lo conosco!». 58Poco dopo un altro lo vide e disse: «Anche tu sei uno di loro!». Ma Pietro rispose: «O uomo, non lo sono!». 59Passata circa un’ora, un altro insisteva: «In verità, anche questi era con lui; infatti è Galileo». 60Ma Pietro disse: «O uomo, non so quello che dici». E in quell’istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò. 61Allora il Signore si voltò e fissò lo sguardo su Pietro, e Pietro si ricordò della parola che il Signore gli aveva detto: «Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte». 62E, uscito fuori, pianse amaramente.

63E intanto gli uomini che avevano in custodia Gesù lo deridevano e lo picchiavano, 64gli bendavano gli occhi e gli dicevano: «Fa’ il profeta! Chi è che ti ha colpito?». 65E molte altre cose dicevano contro di lui, insultandolo.

66Appena fu giorno, si riunì il consiglio degli anziani del popolo, con i capi dei sacerdoti e gli scribi; lo condussero davanti al loro sinedrio 67e gli dissero: «Se tu sei il Cristo, dillo a noi». Rispose loro: «Anche se ve lo dico, non mi crederete; 68se vi interrogo, non mi risponderete. 69Ma d’ora in poi il Figlio dell’uomo siederà alla destra della potenza di Dio». 70Allora tutti dissero: «Tu dunque sei il Figlio di Dio?». Ed egli rispose loro: «Voi stessi dite che io lo sono». 71E quelli dissero: «Che bisogno abbiamo ancora di testimonianza? L’abbiamo udito noi stessi dalla sua bocca».

1Tutta l’assemblea si alzò; lo condussero da Pilato 2e cominciarono ad accusarlo: «Abbiamo trovato costui che metteva in agitazione il nostro popolo, impediva di pagare tributi a Cesare e affermava di essere Cristo re». 3Pilato allora lo interrogò: «Sei tu il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». 4Pilato disse ai capi dei sacerdoti e alla folla: «Non trovo in quest’uomo alcun motivo di condanna». 5Ma essi insistevano dicendo: «Costui solleva il popolo, insegnando per tutta la Giudea, dopo aver cominciato dalla Galilea, fino a qui».

6Udito ciò, Pilato domandò se quell’uomo era Galileo 7e, saputo che stava sotto l’autorità di Erode, lo rinviò a Erode, che in quei giorni si trovava anch’egli a Gerusalemme.

8Vedendo Gesù, Erode si rallegrò molto. Da molto tempo infatti desiderava vederlo, per averne sentito parlare, e sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui. 9Lo interrogò, facendogli molte domande, ma egli non gli rispose nulla. 10Erano presenti anche i capi dei sacerdoti e gli scribi, e insistevano nell’accusarlo. 11Allora anche Erode, con i suoi soldati, lo insultò, si fece beffe di lui, gli mise addosso una splendida veste e lo rimandò a Pilato. 12In quel giorno Erode e Pilato diventarono amici tra loro; prima infatti tra loro vi era stata inimicizia.

13Pilato, riuniti i capi dei sacerdoti, le autorità e il popolo, 14disse loro: «Mi avete portato quest’uomo come agitatore del popolo. Ecco, io l’ho esaminato davanti a voi, ma non ho trovato in quest’uomo nessuna delle colpe di cui lo accusate; 15e neanche Erode: infatti ce l’ha rimandato. Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte. 16Perciò, dopo averlo punito, lo rimetterò in libertà». 17[..]

18Ma essi si misero a gridare tutti insieme: «Togli di mezzo costui! Rimettici in libertà Barabba!». 19Questi era stato messo in prigione per una rivolta, scoppiata in città, e per omicidio.

20Pilato parlò loro di nuovo, perché voleva rimettere in libertà Gesù. 21Ma essi urlavano: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». 22Ed egli, per la terza volta, disse loro: «Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato in lui nulla che meriti la morte. Dunque, lo punirò e lo rimetterò in libertà». 23Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso, e le loro grida crescevano. 24Pilato allora decise che la loro richiesta venisse eseguita. 25Rimise in libertà colui che era stato messo in prigione per rivolta e omicidio, e che essi richiedevano, e consegnò Gesù al loro volere.

26Mentre lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù.

27Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. 28Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. 29Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: “Beate le sterili, i grembi che non hanno generato e i seni che non hanno allattato”. 30Allora cominceranno a dire ai monti: “Cadete su di noi!”, e alle colline: “Copriteci!”. 31Perché, se si tratta così il legno verde, che avverrà del legno secco?». 32Insieme con lui venivano condotti a morte anche altri due, che erano malfattori.

33Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. 34Gesù diceva: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno». Poi dividendo le sue vesti, le tirarono a sorte.

35Il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». 36Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto 37e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». 38Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».

39Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». 40L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? 41Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». 42E disse: «Gesù, ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno». 43Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».

44Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, 45perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà. 46Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo, spirò.

47Visto ciò che era accaduto, il centurione dava gloria a Dio dicendo: «Veramente quest’uomo era giusto». 48Così pure tutta la folla che era venuta a vedere questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornava battendosi il petto. 49Tutti i suoi conoscenti, e le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea, stavano da lontano a guardare tutto questo.

50Ed ecco, vi era un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, buono e giusto. 51Egli non aveva aderito alla decisione e all’operato degli altri. Era di Arimatea, una città della Giudea, e aspettava il regno di Dio. 52Egli si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. 53Lo depose dalla croce, lo avvolse con un lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia, nel quale nessuno era stato ancora sepolto. 54Era il giorno della Parasceve e già splendevano le luci del sabato. 55Le donne che erano venute con Gesù dalla Galilea seguivano Giuseppe; esse osservarono il sepolcro e come era stato posto il corpo di Gesù, 56poi tornarono indietro e prepararono aromi e oli profumati. Il giorno di sabato osservarono il riposo come era prescritto.

Collocazione del brano
Il viaggio di Gesù verso Gerusalemme, che occupa gran parte parte del Vangelo di Luca, termina con questo brano. Nei versetti precedenti passando per Gerico si era invitato a casa del pubblicano Zaccheo e lo aveva riaccolto tra i figli di Abramo (Lc 19,1-10). Aveva raccontato poi la parabola delle monete d'oro (Lc 19,11-26). Egli si dirige poi con determinazione verso la sua passione, morte e risurrezione. Una volta entrato a Gerusalemme passa una settimana ad insegnare nel tempio, tra diverse controversie con i diversi gruppi religiosi di Israele (capi dei sacerdoti, farisei, sadducei...). Poi pronuncia il discorso escatologico. Infine inizia il racconto della sua passione.
Lectio
28Dette queste cose, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme.
Gesù ha appena terminato di raccontare la parabola delle monete d'oro, molto simile a quella dei talenti riportata in Mt 25,14-30, in cui si parla di un uomo potente che affida ai suoi servi delle monete d'oro prima di andare in un paese lontano per ricevere il titolo di re. Sullo sfondo della storia dei tre servi che impiegano in modo diverso le monete d'oro loro affidate, ci sono i concittadini di questo re che mandano un'ambasciata a dire che loro non vogliono essere governati da lui. Il racconto di Gesù si ispira con tutta probabilità alla figura di Archelao, figlio del tetrarca Erode il Grande, che andò a Roma per farsi confermare il diritto di succedere al padre ormai morto. Al suo ritorno il re della parabola premia o punisce i suoi servi che hanno fatto fruttare o meno i suoi soldi e poi fa uccidere i sudditi che non lo volevano come re. C'è un certo parallelismo tra la parabola e l'episiodio di cui parliamo oggi. In questo brano Gesù viene acclamato come re, e ci sono anche coloro che non vogliono saperne. Ma Gesù non ucciderà i suoi detrattori, bensì costoro organizzeranno la sua condanna e la sua morte.
29Quando fu vicino a Bètfage e a Betània, presso il monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli
Il titolo che viene dato comunemente a questo brano è Ingresso messianico a Gerusalemme . In realtà che Gesù entra in Gerusalemme non è detto esplicitamente. Nel versetto 19,41 si dirà che Gesù alla vista della città (quindi ancora fuori dalle mura) avrebbe pianto su di essa perché non aveva riconosciuto il tempo in cui era stata visitata. Più avanti al versetto 45, si dice che entrò nel Tempio e ne scacciò i venditori. Così questo brano 19,28-40 si può intitolare più propriamente Gesù è acclamato re sul monte degli Ulivi .
Secondo Zaccaria 14,4 sul monte degli Ulivi sarebbe apparso il Signore nel giorno della battaglia/giudizio finale. Anche Giuseppe Flavio aveva ricordato che tale monte era legato con le attese escatologiche del popolo di Israele.
Betfage significa "casa dei fichi" ed è menzionato in tutti e tre i Sinottici solo in questo episodio della vita di Gesù. Betania è la "casa del povero" e ricorre diverse volte negli altri Vangeli. Per Luca è il luogo in cui avverrà l'ascensione al cielo di Cristo risorto (Lc 24,50; At 1,12). I due paesi si trovano sul versante est del monte degli Ulivi. Il verbo con cui manda i due discepoli è apostello, utilizzato per le missioni più importanti, da cui deriva il nome di apostoli.
30dicendo: "Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro legato, sul quale non è mai salito nessuno. Slegatelo e conducetelo qui.
Il puledro di cui si parla, polon, è propriamente il piccolo dell'asino. I cavalli in Israele erano utilizzati solo come cavalcature di guerra e difficilmente se ne trovavano nei paesi. Gli asini invece erano utilizzati per i lavori dei campi, ma soprattutto come cavalcatura del re in tempo di pace. Il fatto che il puledro non fosse stato mai cavalcato da nessuno, ne accentua il carattere sacro: è per un Re. Vi è un esplicito riferimento a Zc 9,9.
31E se qualcuno vi domanda: "Perché lo slegate?", risponderete così: "Il Signore ne ha bisogno"".
L'espressione Signore può essere intesa qui come "il suo padrone". E' Gesù il vero proprietario di questo puledro. E' il Re e ne doveva fare uso proprio in quel giorno. Signore esprime la misteriosa regalità di Gesù.
32Gli inviati andarono e trovarono come aveva loro detto. 33Mentre slegavano il puledro, i proprietari dissero loro: "Perché slegate il puledro?". 34Essi risposero: "Il Signore ne ha bisogno".
Le parole di Gesù si avverano e i discepoli rispondono come è stato loro indicato. Il termine signori del puledro, vengono tradotto meglio con proprietari, al fine di non mantenere equivoci. La ripetizione delle parole Il Signore ne ha bisogno, accentua l'importanza dell'affermazione e la regalità di Gesù.
35Lo condussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. 36Mentre egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada.
Gesù che cavalca il puledro ricorda Salomone nel giorno della sua consacrazione a re in 1Re 1,33, per volere di Davide (tra l'altro il torrente Ghicon si situa proprio presso il monte degli Ulivi). Lo stesso onore fu riservato a Mardocheo da parte del re Assuero in Ester 6,6-11. Anche lo stendere i mantelli per la strada è un atto che rende omaggio al re. Lo si trova anche in 2Re 9,13: Ieu è unto re dal profeta Eliseo e i suoi compagni quando vengono a saperlo, stendono i loro mantelli sotto di lui. Il mantello è simbolo concreto della persona. Stendere il mantello davanti a una persona perché ci passi sopra è esprimerle la propria sottomissione.
37Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, pieni di gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutti i prodigi che avevano veduto,
Gesù è arrivato alla sommità del monte degli Ulivi. Tutti i discepoli acclamano Gesù per i prodigi che avevano veduto (dinamys è la forza che esce da Gesù, proveniente da Dio stesso).
38 dicendo: "Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore. Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli!".
La prima parte di questa acclamazione si trova nel salmo 117,22, lo stesso salmo in cui è contenuta la frase:la pietra scartata dai costruttori è divenuta testata d'angolo, e che Luca citerà poco più avanti, Lc 20,17. In questa acclamazione Luca inserisce le parole il re, per dare maggiore enfasi. Si realizza qui una profezia di Gesù pronunciata in Lc 13,35 al termine dell'apostrofe a Gerusalemme. Poi Luca riporta le parole che furono proclamate la notte di Natale dagli angeli (cf. Lc 2,14). La pace è il dono messianico per eccellenza.
39Alcuni farisei tra la folla gli dissero: "Maestro, rimprovera i tuoi discepoli".
Ecco che i farisei si intromettono e come i concittadini del re di Lc 19,11-26, non vogliono che Gesù sia acclamato re.
40Ma egli rispose: "Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre".
Nulla può fermare il popolo dall'acclamare Gesù. Questa sua affermazione ricorda Abacuc 2,11: la pietra griderà dalla parete e la trave risponderà dal tavolato. E ancora Luca 19,44 dirà a Gerusalemme: Non resterà in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata . I farisei non hanno voluto riconoscere Gesù come il re Messia atteso, e dovranno sopportare la distruzione della loro città santa.
Meditatio
- In che senso posso dire che Gesù sia re della mia vita?
- Quali prodigi ho visto che Gesù ha operato nella mia vita?

- Qual è il mio atteggiamento verso chi esalta il Signore con entusiasmo?
Colletta (domenica delle Palme)
Dio onnipotente ed eterno, che hai dato come modello agli uomini il Cristo tuo Figlio, nostro salvatore, fatto uomo e umiliato fino alla morte di croce, fa' che abbiamo sempre presente il grande insegnamento della sua passione, per partecipare alla gloria della risurrezione. Egli è Dio e vive...

 

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