PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Neanch'io ti condanno

don Luca Orlando Russo

V Domenica di Quaresima (Anno C) (17/03/2013)

Vangelo: Gv 8,1-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 8,1-11

1Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. 2Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. 3Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e 4gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. 5Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». 6Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. 7Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». 8E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. 9Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. 10Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». 11Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

Nel vangelo di questa quinta domenica di Quaresima scribi e farisei sono uniti per mettere Gesù alla prova, per verificare se il suo insegnamento regge alla prova dei fatti. Tentano di metterlo in difficoltà: se Gesù dovesse affermare che l'adultera va condannata, cadrebbe in contraddizione con il suo insegnamento sul perdono e entrerebbe in conflitto con l'autorità romana alla quale spetta di condannare a morte; se, al contrario, avesse affermato che l'adultera va perdonata si sarebbe messo contro la legge di Mosè.

L'istituto della lapidazione ebraica prevedeva che i testimoni buttassero la prima pietra, assumendosi la responsabilità della condanna. Con la frase "Chi è senza peccato scagli la prima pietra", Gesù non dice: "Come fai a giudicare l'altro tu che sei peccatore, chi ti credi di essere!" Se questo fosse il significato della sua frase, delegittimerebbe tutti i tribunali che non si basano sulla purezza dei giudici, ma sulla legge. Forse intende dire: "Chi, in coscienza, è convinto che con la lapidazione si elimina il male dalla società, e da noi stessi, cominci".
Con quale tono e stato d'animo Gesù pronuncia questa frase?

Gesù non divide l'umanità tra buoni e cattivi; non è complice dell'adultera, non la difende, colpevolizzando gli altri. Desidera accogliere anche scribi e farisei, non solo perché accoglie tutti, ma perché guarda con simpatia a coloro che hanno il coraggio di affrontare il problema della giustizia. Sa che lapidare non è divertente per nessuno. Le parole di Gesù sono dette con amore. Gesù si china prima e dopo aver parlato per assumere un atteggiamento disarmato, che permetta ai presenti di ragionare serenamente. Un atteggiamento altezzoso avrebbe alimentato quella rivalità che acceca le coscienze.

I più anziani sono i primi a partire, non perché sanno d'essere peccatori, quanto perché sanno che queste esecuzioni capitali non solo non danno pace, ma soprattutto non hanno mai cambiato nulla, tant'è vero che questa adultera non è la prima e non sarà nemmeno l'ultima.

Il primo a partire ha avuto coraggio e anche noi guardiamo a lui con simpatia.

Il cuore dell'uomo non cambia quando si instaura un clima di paura, attraverso istituti giuridici come quello della lapidazione, anche se la paura può sortire, al momento, qualche effetto. Il Signore sa che il problema va affrontato diversamente, per questo invia nel mondo Suo Figlio. Ed è questo è il punto importante di questa storia. Come affronta Gesù il problema della giustizia? Egli prende su di sé il peccato del mondo.

Volendo, allora, esplicitare le sue parole all'adultera, possiamo pensare che Gesù si sia rivolta all'adultera così: "Donna, sono disposto a pagare per te. Se c'è bisogno che muoia qualcuno per ristabilire l'ordine sociale, preferisco morire io affinché tu possa avere la possibilità di ricominciare. Ho fiducia in te e nella mia capacità di amarti. Penso che se tu contemplerai il mio morire per te, ti sentirai talmente amata e accolta, da non sentire più il bisogno di commettere adulterio, perché diventerò io la sorgente di quell'amore che da sempre cerchi e per sperimentare il quale hai commesso adulterio. Ora va', ma se trovi difficoltà a tornare a casa, non disperarti, sappi che la mia comunità è sempre disposta ad accoglierti".

Signore, grazie, per come, con la tua Passione e con la tua Morte, tu fai giustizia concretamente, affrontando i problemi alla radice. Fa' che anche io possa contemplare la tua disponibilità a morire per me, affinché il mio cuore si sazi di Te e non sia più schiavo dell'avidità che mi porta a farmi e a fare del male. Amen!
Buona domenica e buona settimana!

 

Ricerca avanzata  (53942 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: