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TESTO Ecco, egli parla liberamente, e non gli dicono niente

Riccardo Ripoli  

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Venerdì della IV settimana di Quaresima (15/03/2013)

Vangelo: Gv 7,1-2.10.25-30 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 7,1-2.10.25-30

1Dopo questi fatti, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo.

2Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne.

10Ma quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi di nascosto.

25Intanto alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? 26Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? 27Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia». 28Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. 29Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato».

30Cercavano allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora.

Insegno sempre ai miei ragazzi che quando non abbiamo nulla da nascondere, quando riteniamo di aver fatto bene il nostro dovere, anche se qualcuno parla male di noi, anche se le istituzioni ci osteggiano, la cosa giusta da fare è quella di non nascondersi, di mostrarsi agli altri, in pubblico, come si è veramente, in modo che le persone possano farsi una propria opinione obbiettiva sul nostro operato e sulla nostra persona.

E' la miglior arma contro coloro che vogliono il nostro male.

La nostra Associazione è stata bersaglio per anni di persone maldicenti con le quali non riuscivamo mai ad avere un dialogo perché si rifiutavano di affrontarci a viso aperto. La costanza e la perseveranza, unite ai buoni risultati ottenuti con i ragazzi, hanno portato tanti muri a cadere, a sgretolarsi, ed oggi si assiste all'approvazione del nostro operato, anche se qualche sacca di invidia rimane in alcune persone.

La nostra forza è stata sempre quella di non nasconderci, di permettere a chiunque di venire a toccare con mano la nostra realtà, di dire a chi ci parlasse male di noi di fare una qualche denuncia. Mai niente, mai nessuna denuncia, mai nero su bianco. Anzi, un isolamento sempre maggiore di chi voleva per forza vedere qualcosa di marcio nei nostri confronti. L'ultima che ho sentito, per interposta persona quindi andrebbe verificata, è che noi agiamo per interesse. Su questo devo dire che hanno ragione. Agiamo per interesse, interesse per i bambini, interesse per un cambiamento radicale del modus operandi dei servizi sociali. Abbiamo bilanci pubblici ed è facile vedere che sono più i soldi che spendiamo, compresi quelli di tasca nostra, di quanto incassiamo. E' facile vedere che di otto bambini in affido attualmente percepiamo la retta per uno solo di loro. E' facile, ma qualcuno preferisce non guardare e parlare male tanto per dare fiato alla bocca.

Ma noi, forti dell'esempio di Gesù, non ci scoraggiamo e se qualcuno ci schiaffeggia gli domandiamo, con tranquillità guardandolo negli occhi "Se ho sbagliato, dimmi dove ho sbagliato; ma se non ho sbagliato, perché mi ostacoli?"

E come Gesù andremo avanti portando ben salde le nostre idee, i nostri principi, consci che potremo sbagliare, ma che alla fine l'amore per i bambini trionferà ed anche i più accaniti delatori dovranno farci passare.

 

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