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TESTO Non è tempo per tirarsi indietro

don Giovanni Berti

III Domenica di Quaresima (Anno C) (03/03/2013)

Vangelo: Lc 13,1-9 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 13,1-9

1In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. 2Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? 3No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. 4O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? 5No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».

6Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. 7Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Taglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. 8Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. 9Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».

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Ha davvero avuto l'effetto di uno tsunami (l'onda anomala ed improvvisa che arriva inaspettata dopo un terremoto sottomarino a volte molto distante...) questa tornata elettorale per il nuovo parlamento italiano. Il "vincitore" (tra virgolette, perché in senso assoluto non ha vinto nessuno) è proprio quel Beppe Grillo che aveva intitolato "Tsunami tour" il suo giro di propaganda elettorale per le piazze italiane.

E tsunami è stato quello che è uscito dalle urne. Uno tsunami forse di sola protesta (non sono un analista politico) che ha però l'effetto di togliere ogni certezza sul futuro politico del nostro paese; forse una certezza la dà, ed è che non sarà tutto come prima per la politica e la vita del paese.

Penso che se Gesù, uomo e maestro, fosse qui oggi, quei tizi che nel racconto del Vangelo lo avvicinano con le due notizie del momento (la strage di galilei operata da Pilato e il crollo tragico della torre di Siloe), gli parlerebbero proprio di queste elezioni, aggiungendo sicuramente l'altro tsunami ecclesiale che sono le dimissioni del papa.

Anche io sono qui con il giornale in mano (o meglio con lo schermo delle news da internet davanti) e mi viene da domandare a Gesù: "Che ne pensi? Cosa significa tutto questo che sta accadendo?"

La risposta di Gesù svela la mentalità di coloro che gli mettono davanti le notizie. Gesù in modo chiaro toglie ogni possibile legame tra disgrazia e peccato, cosa che invece era nei pensieri di molti al suo tempo. Quello di legare la sorte di una persona ai suoi peccati (o quelli della sua famiglia) era un modo di pensare religioso assai perverso e sbagliato. Pensare che uno in fondo "si merita" quello che gli accade porta inevitabilmente ad un giudizio e ad una deresponsabilizzazione: quello che accade agli altri non mi riguarda, perché è colpa loro! Ma Gesù non è assolutamente di questo pensiero: "Credete che quei Galilei o quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, fossero più peccatori di tutti gli altri, per aver subito tale sorte? No, io vi dico..."

"Peccato e conseguente punizione divina" non sono nella mentalità di Gesù. Ma il fatto che poi aggiunge: "...ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo" indica un avanzamento nel pensiero.

Quando accade qualche fatto negativo e drammatico non devo cercare le colpe di chi è coinvolto, in modo da scaricare il prima possibile le cause e responsabilità, ma devo sentirmi chiamato in causa e domandarmi "cosa mi dice tutto questo che sta accadendo?".

Se non mi sento interpellato dai fatti della vita e dalle tante tragedie che sconvolgono l'umanità (anche quelle più lontane) rischio davvero di non imparare nulla e alla fine di morire anche io senza senso e senza direzione.

Gesù insegna ai quei tipi che sono li a parlare della strage dei galilei e della torre di Siloe, che non possono tirarsi fuori dalle vicende del mondo, e che anche se non sono direttamente toccati dagli avvenimenti tragici di alcuni, questo non vuol dire tirare un sospiro di sollievo e pensare a se stessi.

Io sono andato a votare e ho fatto le mie scelte. Poi ho acceso il computer e attraverso internet pian piano sono venuto a conoscenza di quello che è risultato dal voto di tutti gli altri. La tentazione era di protestare e di prendermela con chi non ha fatto le mie scelte e ha portato a questa inequivocabile instabilità politica italiana. Ma penso che l'atteggiamento giusto come cittadino e come cristiano (sono due cose che non riesco a separare) è quello di chiedermi cosa posso fare io adesso in questa situazione e di come impegnarmi perché le cose migliorino. Non è finito il tempo del mio disimpegno della vita degli altri. Ce lo insegna lo stesso Gesù, che dal cielo è venuto ai piedi degli uomini, pienamente immerso nel suo tempo, con le sue tragedie e problemi, e lì ha portato una presenza di pace e una testimonianza di carità.

"Se non vi convertite, perirete..." dice Gesù. Sono chiamato a convertire la mente e le mie azioni. Convertire significa mettere davvero al centro della mia attenzione la Parola di Gesù e credere che con essa posso fare molto per me e gli altri nella mia vita e in tutto quello che mi circonda, senza tirarmi fuori o fare il lungo elenco delle colpe degli altri.

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