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TESTO Commento su Geremia 17,7

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Giovedì della II settimana di Quaresima (28/02/2013)

Brano biblico: Ger 17,7 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 16,19-31

In quel tempo, Gesù disse ai farisei: 19C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. 20Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, 21bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. 22Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. 23Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. 24Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. 25Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. 26Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. 27E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, 28perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. 29Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. 30E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. 31Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».

Benedetto l'uomo che confida nel Signore e il Signore è la sua fiducia
Ger 17,7

Come vivere questa Parola?

Il brano di Geremia (17,5-10) trova l'eco nel Salmo responsoriale (cf Salmo 1). Insieme, ci illustrano l'effetto delle opere compiute con giustizia o con intenzioni poco trasparenti: il Signore che scruta le menti e saggia i cuori, darà a ciascuno secondo la sua condotta, secondo il frutto delle sue azioni (cf Ger 17,10). Per questo la benedizione dell'uomo che confida nel Signore viene opposta alla maledizione di chi si fida solo del umano e si allontana dalla via del Signore. Ma si sottolinea soprattutto il fatto che "confidare nel Signore" significa non solo mettere in pratica i suoi comandamenti, ma anche trovare in Lui la fonte di quell'acqua fresca e permanente che gli permette di "portare frutti" in qualsiasi stagione della vita. La persona che agisce in questo modo, allora, nella Legge del Signore trova anche la fonte di gioia, la medita, giorno e notte e si affida pienamente a Colui che veglia sul suo cammino.
Non è riuscito a trovare questa fonte il ricco presentato da Luca nel Vangelo (cf Lc 16,19-31). Appagato dalle sue ricchezze e bramosie, non ascoltava le ammonizioni della Legge e dei Profeti, e giorno dopo giorno ignorava il povero Lazzaro davanti alla porta della sua casa: gli chiedeva solo le briciole che cadevano dalla mensa abbondantemente apparecchiata. Lazzaro era per lui il segno e l'esempio di quella fiducia che apre la felicità eterna. Se l'avesse guardato...
Veglia, o Signore, sul cammino di chi confida in te, spalanca i nostri cuori e le nostre menti ai tuoi insegnamenti, sostienici nella condivisione quotidiana.
Dal messaggio di Benedetto XVI per la Quaresima 2013:
«...La priorità spetta sempre al rapporto con Dio e la vera condivisione evangelica deve radicarsi nella fede».

 

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