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TESTO Le tangenti dell'onorevole Lucifero

don Marco Pozza  

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I Domenica di Quaresima (Anno C) (17/02/2013)

Vangelo: Lc 4,1-13 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 4,1-13

1Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, 2per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. 3Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». 4Gesù gli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo».

5Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra 6e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. 7Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». 8Gesù gli rispose: «Sta scritto: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto».

9Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; 10sta scritto infatti:

Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo

affinché essi ti custodiscano;

11e anche:

Essi ti porteranno sulle loro mani

perché il tuo piede non inciampi in una pietra».

12Gesù gli rispose: «È stato detto: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo».

13Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.

Sembra di assistere ad una disputa tra teologi, a palleggiarsi testi della Scrittura Sacra. Nessuno dei due parla con parole proprie ma fanno a gara mutuandole dai Libri Sacri. Lucifero è sceso nel deserto convinto che alla fine il Nazareno cadrà. Gesù di Nazareth è salito nel deserto convinto che Satana tenti solamente i grandi e i puri: il mediocre mai sarà tentato dal Demonio, è già suo sin dagli albori di una storia personale. Chiedeste loro forse nemmeno sanno che Lucifero esista: gli hanno ubbidito appena l'hanno intravisto all'orizzonte. E hanno creduto all'epigrafe che Satana stesso si è scritto: "il Demonio è morto"; un'epigrafe ch'è diventata il suo segreto di potenza. Lui non può che insudiciare ciò che trasparente: lui tenta coloro che lo conoscono e non lo seguono.

Primo round. La botta - "Se tu sei Figlio di Dio, dì a questa pietra che diventi pane - e la risposta: "non di solo pane vivrà l'uomo". Troppo forte sarebbe la tentazione di seguirlo spinti dalle budella che gridano la fame; pur di mangiare forse si finirebbe a credere a tutto quello che un uomo dice. Al Nazareno non interessano i consensi: a chi s'aggrapperà al suo mantello chiederà di credere alla fragilità di una Parola, contro la fame e il dolore, forse anche la malattia. Per non parlare delle sacche e dei mantelli: ci sarà sempre un pesce nel lago o un fico tra le foglie a saziare la fame di chi insegue inesausto la Bellezza. Del pane dei fornai si potrà sempre fare a meno; del pane celeste l'uomo cercherà la sorgente per non morire di disperazione.

Secondo round. La botta - "Ti darò tutto questo potere e la loro gloria (...) se ti prostrerai in adorazione davanti a me" - e la risposta: "il Signore Dio tuo adorerai, a lui solo presterai culto". Del padre putativo serba ancora l'umile figura del fabbro silenzioso: il dietro le quinte, il quotidiano, la fanciullezza di spirito. Lucifero lo tenta perché con tutti gli altri funziona a meraviglia: l'uomo ama il sensazionale. Anche la fede quand'è sensazione ed emozione fa delle Chiese vagoni stipati. Il Nazareno non ci sta: a sedurre con la meraviglia son tutti capaci, stregare con la quotidiana seduzione e l'umile appartenenza sarà la sua ardita sfida. Un giorno Gli chiederanno pure di compiere miracoli: saranno proprio i giorni in cui i miracoli non esploderanno. Lucifero lo invita a buttarsi giù, Lui fra poco salirà su, sul Monte, per gridare a squarciagola che beati saranno proprio coloro che il mondo addita come falliti.

Terzo round. La botta - "Gettati (...) ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo" - e la risposta: "non metterai alla prova il Signore Dio tuo". Suda Satana e forse annega nella sua presunzione d'onnipotenza: perché tentare Dio per il solo gusto di metterlo alla prova? O forse non si cerca più Dio ma solamente i benefici che arreca a coloro che lo amano. Il Nazareno fiuta Lucifero e Lucifero fiuta il Nazareno: in quanto a Scritture ambedue se la cavano. Con un'unica diversità: laddove Satana s'organizza e s'intrallazza per comperare l'uomo, il figlio di Dio lascia l'uomo libero di stare con Lui. O di mettersi contro di Lui: non c'è gioia senza libertà. Nemmeno a casa di Lucifero.

Gli è che s'accanisce appunto contro quelli che lo conoscono ma non lo seguono. Egl iseduce la innocenza dei primi due creati; sobilla David il Forte; corrompe Salomone il Savio; accusa al trono d'Iddio Giobbe il Giusto. Tutti i santi che si nascondono nel deserto, tutti gli amanti d'Iddio, saranno tentati da Satana. Più ci si allontana da lui e più s'accosta. Più siamo in alto e più s'accanisce a riportarci in basso. Egli non può che insudiciare il pulito; non si cura della lordura che fermenta da sè nel male, sotto il fiato caldo della voluttà. Esser tentati da Satana è indizio di purità, segno di grandezza, riprova dell'ascensione.

(G. Papini, Storia di Cristo, Vallecchi Editore, Firenze 2007, 82)

Era appena uscito dall'acqua del Giordano, nel mezzo della moltitudine; entra nel deserto, in piena solitudine. Non scappa dagli uomini: com'è partito da loro, così tornerà tra di loro. Spesso, però, si tirerà in disparte, lontano da tutti, pure dal cuore amato dei discepoli: ha bisogno di stare da solo. Eppoi Lui lo sa che per amare gli uomini e vagliare il loro amore di tanto in tanto bisogna abbandonarli. Abbandonarli per amore, fin quasi a sfidare il deserto a nome loro.

Con la coda tra le gambe: Satana esce sconfitto. Con l'umile sua Bellezza sul volto: Gesù esce dal deserto dopo aver vinto Satana in se stesso. Inizia ora la sfida delle sfide: vincere Satana in mezzo agli uomini. Laddove oggi, complice quella prima colossale sconfitta, lo danno per scatenato.

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