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TESTO La vita come vocazione

don Roberto Rossi  

V Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (10/02/2013)

Vangelo: Lc 5,1-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 1mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, 2vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. 3Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.

4Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». 5Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». 6Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. 7Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. 8Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». 9Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; 10così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». 11E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

Poveri uomini, ma umili, perché sinceri, sono chiamati a diventare i testimoni e gli annunciatori della bontà e della salvezza del Signore: la Parola di Dio ci presenta così Isaia, Paolo, Pietro e gli altri apostoli. Siamo chiamati oggi a meditare sul mistero della chiamata di Dio. Noi sappiamo che ogni vita è vocazione e che ad ogni vocazione è legata una particolare missione da compiere. Fin dall'inizio della storia della salvezza Dio ha chiesto agli uomini la loro collaborazione per realizzare il suo progetto di salvezza a beneficio dell'umanità. Nell'Antico Testamento sono stati chiamati i patriarchi e i profeti, nel Nuovo Testamento lo stesso Gesù e gli apostoli.

Ma Dio continua ancora oggi a chiamare uomini e donne perché collaborino alla costruzione del suo regno nel mondo e facciano conoscere alle persone di tutto il mondo il suo messaggio di amore e di pace.

Dalle letture emerge la chiamata divina innanzitutto come un manifestarsi di Dio all'uomo. Prima di inviare, di affidare una missione, Dio si fa conoscere nella sua grandezza e bontà. L'uomo è posto davanti alla verità di Dio che illumina e gli fa comprendere la sua realtà di creatura debole, fragile, limitata, peccatrice. Eppure è proprio dell'uomo che Dio si serve per diffondere il messaggio di salvezza. E' interessante notare le esperienze, le sensazioni, la paura per la consapevolezza della propria indegnità e infine la risposta generosa sia di Isaia, sia di Paolo, come di Pietro e degli apostoli.

"Io sono il più piccolo e non sono degno di essere chiamato apostolo, perché ho perseguitato la Chiesa di Dio, Per grazia di Dio, però sono quello che sono e la sua grazia in me non è stata vana", afferma S. Paolo.

Nel racconto del vangelo Gesù dice a Pietro: "prendi il largo e cala le reti."

"Maestro abbiamo faticato tutta la notte, e non abbiamo preso niente. Ma sulla tua parola getterò le reti". Nella fede Gesù compie per Pietro e i suoi compagni il miracolo della pesca abbondante. Pietro, davanti a Gesù, riconosce tutta la sua debolezza e i suoi peccati: "Allontanati da me che sono un peccatore." Ma Gesù lo chiama con una vocazione grande: "Non temere, d'ora in poi sari pescatore di uomini". E viene sottolineata ancora la generosità della risposta: "Lasciarono tutto e lo seguirono", perché avevano trovato Gesù e Gesù è tutto e li costituisce partecipi e continuatori della sua missione.

Questa liturgia ci porta a pensare alla grande vocazione dei consacrati, i sacerdoti, le suore, i religiosi, i missionari: preghiamo intensamente per la loro fedeltà, la perseveranza, la loro santificazione e vogliamo pregare, come Gesù ci raccomanda, per chiedere sempre nuove vocazioni generose e gioiose.

Poi ciascuno di noi deve pensare come vive la propria vocazione, nella famiglia, nel lavoro o nello studio, nella sofferenza, nelle varie situazioni in cui si trova.

Tutti possiamo vivere la vita come vocazione; vocazione a continuare l'opera e la missione di Gesù, con la generosità del cuore: "Ecco, manda me!".

Oggi è la Giornata del Malato: ricordiamo il grande apostolato di Mons. Luigi Novarese in mezzo ai malati, che voleva non più oggetto di carità, ma soggetti d'azione nella Chiesa e nella società. Ricordiamo Maria Nanni che ha vissuto un'intera vita nella sofferenza, ma ha testimoniato nelle sue lettere: "Sono tanto serena, proprio tanto. Vivo la mia vita di dolore come se l'avessi scelta io stessa, come una vocazione. Non ho avuto preoccupazioni per la scelta dello stato di vita, il Signore ha disposto tutto e io ho accettato la sua Volontà con amore"; "E' bello e consolante poter dire, quando starà per cessare questa vita terrena, che si è fatto qualcosa per Gesù e che quindi non si è vissuti inutilmente".

 

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