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TESTO Commento su Luca 5,8

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V Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (10/02/2013)

Vangelo: Lc 5,8 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 5,1-11

In quel tempo, 1mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, 2vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. 3Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.

4Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». 5Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». 6Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. 7Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. 8Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». 9Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; 10così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». 11E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

Allontanati da me perché sono un peccatore
Lc 5,8

Come vivere questa Parola?
Sia il testo di Isaia, sia il vangelo, quest'oggi riportano una reazione molto spontanea nell'uomo che prende coscienza di essere alla presenza del trascendente.
Quasi abbagliato dalla luce divina che improvvisa rompe la cortina d'ombra che impedisce ordinariamente di cogliere questa sostanziale e permanente immersione nel divino, l'uomo scopre la propria inadeguatezza ed è preso da un senso di sgomento. Si vorrebbe fuggire, nascondersi, scomparire quasi, ma ci si scopre assediati da ogni lato: no, non c'è via di scampo.
Un'esperienza che potrebbe cogliere anche noi, perché l'assedio divino è permanente: siamo troppo amati perché Dio rimuova le sue postazioni! Certo, rispetta la nostra libertà, attende che capitoliamo, ma qualche volta alza la cortina, lascia che la sua luce ci inondi. E allora ci scopriamo immensamente piccoli e dalle labbra impure, come dice Isaia.
L'ombra non regge quando si leva il sole in tutto il suo fulgore! E si è afferrati da un sacro timore: "Dove fuggire dalla tua presenza?" (Sl 139,7).
È in fondo la reazione del fuggiasco Adamo che continua a far capolino dentro di noi, mentre la parola del Signore si leva rassicurante: "Non temere!", lasciati assorbire dalla luce, diventa luce, per poter illuminare chi ancora giace nelle tenebre e, proprio perché ancora non raggiunto dalla luce, non se ne rende neppure conto.
Perché gli occhi dei ciechi si aprano, a te, cristiano che folgorato dalla luce hai scoperto il bisogno di essere salvato, Dio affida una missione: "Sarai pescatore di uomini". Attende solo la tua libera risposta: "Eccomi, manda me".
Sostienimi, Signore, con la tua grazia, perché possa umilmente mettere a tua disposizione la mia povertà.
La voce di un Dottore della Chiesa
Il timore che l'anima sperimenta quando Dio le vuol fare qualche grande favore è un timore riverenziale che s'impadronisce dello spirito.
S.Teresa di Gesù

 

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