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TESTO La terra produce spontaneamente

Riccardo Ripoli  

Venerdì della III settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (01/02/2013)

Vangelo: Mc 4,26-34 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Ci affanniamo ogni giorno, ogni istante pensiamo a cosa dobbiamo fare l'istante successivo, programmiamo il nostro futuro e spesso anche quello delle persone a noi vicine, specie dei figli, vogliamo avere tutto sotto controllo e guai a demandare ad altri.

Illusi che siamo, pensiamo così di poter gestire la nostra vita, decidere la direzione che dovrà prendere, quali e quanti angoli svoltare e sopratutto quando, ma non ci rendiamo conto che la vita procede inesorabile senza che noi possiamo fare nulla per modificarla nei suoi tratti salienti. Ciò che possiamo cambiare, talvolta, sono le sfumature, ma non siamo noi a decidere quale sia il momento in cui lasceremo questa terra, se un matrimonio andrà bene o male, se ci ammaleremo o se nostro figlio prenderà una buona strada o frequenterà brutte compagnie. Ciò non vuol dire che non dobbiamo avere una meta cui tendere. E' giusto lottare per i valori in cui si crede, cercare di incamminarsi verso certi traguardi, sperare e sognare un futuro migliore, ma bisogna smetterla di affannarsi troppo, di pensare di poter controllare tutto, di stare male se le cose non vanno come si vorrebbe. Non significa essere fatalisti, né tantomeno accettare le disgrazie che ci colpiscono senza opporsi, ma nemmeno inveire contro il mondo o contro Dio se ciò che ci eravamo prefissati diventa irraggiungibile. Spesso è solo una questione di punti di vista di angoli dai quali si guarda una stessa realtà. Pensate ad una coppia che si è prefissata di avere un figlio e questo non viene, magari si scopre che non potrà mai venire in modo naturale. Ritengo che il progetto non vada abbandonato, nulla è infatti impossibile, ma se una cosa non si può raggiungere attraverso un certo percorso, la si raggiunge passando da un'altra strada. Un figlio non viene? Ce ne sono tanti che hanno bisogno di noi. Un figlio è un figlio, chi lo abbia generato non conta, la cosa importante è poter dare il nostro amore ad un piccolo cucciolo d'uomo che ha bisogno di amore e di crescere in una famiglia sana. C'è l'adozione, c'è l'affidamento, ma sopratutto ci deve essere la volontà di non accanirsi verso un muro che la vita ci ha posto dinanzi, significherebbe perdere tempo, quel tempo che non abbiamo e che non ci appartiene, per amare, per donare quelle risorse che oggi abbiamo e domani potremmo non possedere più.

 

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