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TESTO Restate in quella casa

Riccardo Ripoli  

Santi Timoteo e Tito (26/01/2013)

Vangelo: Lc 10,1-9 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 10,1-9

1Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. 2Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! 3Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; 4non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. 5In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. 6Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. 7Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. 8Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, 9guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”.

Quanta superficialità c'è nelle persone. Un giorno un ragazzo di trent'anni venne a conoscerci, passò qualche giorno con noi e poi disse "Voglio restare con voi, è una scelta di vita che sento forte". Passò un mese estivo non facendo praticamente niente e pensammo che si dovesse adattare, anche se era difficile dover lavorare ogni giorno e vedere lui che ti guardava sdraiato sull'amaca al fresco del boschetto di acacie. Passò un altro mese nel quale si sentiva padrone di casa, invitava i suoi amici del nord, dormiva fino alle undici, stava sveglio fino a tardi. Poi un giorno mi disse "torno a casa mia". Domandai il perché e mi disse "ho fatto una scelta di vita venendo da voi, adesso ne faccio un'altra".

Storie come questa che ci sono capitate da quando siamo nati come Associazione potrei raccontarvene tantissime, dove purtroppo il comune denominatore è l'incostanza. Quando si entra in una casa la prima volta si vede tutto bello, pulito, ordinato, le persone tirate per accogliere un ospite e ci si innamora di quella casa, di quella realtà, di quelle persone. Se poi capita di starci a vivere qualche giorno, allora si che tutto è perfetto, così diverso da casa mia, così nuovo, così eccitante e stimolante. Ma in ogni casa, in ogni associazione, in ciascuna realtà ci sono i doveri ed i piaceri, le cose che ci piacciono e quelle che critichiamo, così come in ogni persona, comprese quelle di cui ci innamoriamo.

Il difficile viene il giorno dopo, quello in cui ci svegliamo e siamo immersi, per nostra scelta, nella quotidianità. Facciamo i paragoni, critichiamo le scelte, ci infastidiscono le più piccole cose e tutto acquista una luce diversa. E' quello il momento più difficile, l'attimo in cui si vorrebbe essere ovunque meno che in quel luogo. Quante coppie divorziano perché non hanno la capacità di andare oltre.

Se abbiamo scelto una realtà, se siamo entrati in una casa, se abbiamo scelto di sposare una persona o una causa significa che nel nostro cuore c'è tanto amore, ed è mai possibile che questo svanisca come neve davanti al primo sole primaverile? E' quello il momento in cui dovremmo fermarci a riflettere, a cercare di capire il perché di certi comportamenti, ad osservare ogni gesto cercando in essi la luce che ci ha folgorato il primo giorno. la quotidianità, è una triste realtà, non piace a nessuno. A tutti piacerebbe divertirsi, provare sempre nuove emozioni, fare nuove esperienze, ma questo va bene in un ragazzino, poi la maturità deve prendere il sopravvento. Quando si è giovani e spensierati possiamo dormire per mesi dentro una tenda, bivaccando da un posto ad un altro, visitando città diverse, ma arriva un momento in cui è necessario cominciare a costruire una casa dove abitare, un tetto che ci ripari dalle intemperie e possa accogliere una famiglia, la nostra famiglia, con i suoi lati positivi e quelli negativi.

Così è quando si decide di entrare in una realtà come un'Associazione che ha uno scopo. Se si decide che i suoi scopi ci piacciono, se riteniamo di camminare con essa, dobbiamo essere in grado di essere costanti nel tempo, essere presenti alle iniziative, collaborare, crescere insieme.

Purtroppo oggigiorno l'incostanza è generalizzata ed è difficile poter fare affidamento su qualcuno fino in fondo.
Il Signore indica tre punti, tre tappe

- Entrate in una casa e date la vostra pace, se sarà accolta entrate. Vale a dire, andate a vedere le varie realtà che vi circondano e se rispecchiano i vostri principi entrate e collaborate.

- Mangiando e bevendo di quello che hanno. Ovvero, accettate il bene ed il male perché la cosa principale sono i principi che animano quella situazione, tutto il resto sono sfumature che cambiano con il passare del vento

- Curate i malati che vi si trovano. Aiutate le persone che hanno bisogno di voi in quella realtà, siano essi volontari che persone accudite dall'Associazione.

- Dite loro: si è avvicinato a voi il regno di Dio. Portate cioè le vostre idee, i vostri principi e condivideteli con chi vi trovate donando loro il vostro cuore e la vostra esperienza.

 

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