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TESTO Come volevasi dimostrare.

don Cristiano Mauri  

Battesimo del Signore (anno C) (13/01/2013)

Vangelo: Lc 3,15-16.22-22 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 3,15-16.21-22

15Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, 16Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco.

21Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì 22e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

Dio si avvicina e si manifesta.
Dio si fa trovare.
Dio diventa "familiare"

Eppure il modo in cui si mostra è quello di una ri-velazione, intesa nel senso del porre sempre e di nuovo il velo sul proprio volto. Perché anche la carne di Gesù - il "luogo" in cui Dio si è reso realmente visibile - è stato più uno scandalo e un inciampo che un aiuto alla fede. L'autentica umanità del Nazareno, pur essendo presenza del Regno di Dio, fu un ostacolo vero proprio per i suoi compaesani e anche per i discepoli più stretti: "Costui non è il figlio del carpentiere?", "Filippo come puoi dire: Mostraci il Padre? Chi ha visto me ha visto il Padre". Le sembianze umane del Figlio hanno reso visibile la divinità ma sempre come dietro ad un velo.

L'avvicinarsi di Dio e il Suo farsi trovare non seguono mai la modalità di uno sfacciato apparire ma lasciano sempre il margine dell'affidamento. Perché il Vangelo è una dichiarazione d'amore: "Tu sei il Figlio mio, l'amato"; e l'amore resta indimostrabile, per quanto possa essere tangibile.

L'amore - anche quello più umano che esista - chiede di essere creduto. Se lo si vuol godere, non gli si deve rispondere con la pretesa di continue dimostrazioni della sua esistenza ma con la consegna di sé riconoscente e grata, secondo le misure della propria libertà, del proprio desiderio, delle proprie capacità. Perché è nella natura dell'amore lo svelarsi e ri-velarsi. Ci si pone nudi davanti all'amato ma quella carne con tutte le sue espressioni non riesce ad esaurire la grandezza del bene che porta in sé. Anzi, spesso il suo limite e la sua fragilità umana costituiscono un intralcio a credere e ad affidarsi all'amore dichiarato.

L'amore, dunque, porta in sé un elemento di mistero per il fatto resta qualcosa di inesauribile e irriducibile.

Dio col Suo amore si dichiara e si mostra ma non si dimostra.

Del Suo Bene si vedono i segni, ma come appigli per chi osa il passo dell'affidamento credente e amante.

Sono allergico alle dimostrazioni di Dio e della Sua esistenza. Diffido dei credenti che pensano l'evangelizzazione come la costruzione di una teoria inattaccabile. Non amo chi guarda all'annuncio del messaggio di Cristo quale proposta di una parola incontrovertibile e incontestabile. Costoro annullano la Fede, cancellano l'Amore e spengono la Speranza, riducendo il Vangelo a una parola esclusivamente umana.

Ma il Vangelo è Parola che cela in sé l'apertura sul Mistero infinito del Dio Amore. E l'annuncio che la Chiesa fa in tutte le sue forme deve mantenere questo carattere di "svelamento velato".

La forma di una seduzione amante.

Perché poi è solo chi se ne innamora che segue sul serio quell'Amore facendone un canto vivo.
Gli altri fan playback.
Fuori tempo.

 

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