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TESTO Commento su Luca 2,16-21

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Maria Santissima Madre di Dio (01/01/2013)

Vangelo: Lc 2,16-21 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, [i pastori] 16andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. 17E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 18Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. 19Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. 20I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.

21Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

COMMENTO ALLE LETTURE

a cura di Massimo Cautero

Pensando a questa festa mi viene sempre una sorta di magone, non voglio dire tristezza ma, sicuramente, dispiace vedere che una solennità così importante, a causa di ciò che è successo la notte prima, venga celebrata sempre in tono dismesso, quasi in sordina rispetto a tutte le altre feste dell'anno.

Il cristiano medio è messo a dura prova - il primo gennaio - tra la tentazione del riposo del "guerriero della notte di San Silvestro" e mettersi in sesto ad un'ora decente per adempiere al precetto. Molti non sanno neanche - e parlo di cristiani praticanti! - che questa è una festa importante, di precetto, tanti se lo ricordano sempre troppo tardi e tanti cancellano l'informazione per non doversene preoccupare, specie i più giovani, ma queste, comunque, non rappresentano mai una vera giustificazione né valide scuse, in realtà ci indicano quanto poco forte è la speranza che abita i nostri cuori e quanta poca gioia di "salvati" alberga nelle nostre vite, quanta considerazione abbiamo della Benedizione del Signore e, fatemelo dire, quanto siamo ancora confusi circa il nuovo tempo che ci viene dato da vivere - il nuovo anno - che per troppi non è visto come un occasione per vivere meglio la speranza in Cristo, ma continuare ad affidarsi ciecamente e irragionevolmente ad un fato senza cuore che a tanti avrà fatto sospirare "chissà cosa mi porterà quest'anno" oppure un semplice "speriamo ci porti cose buone!", come massima espressione di questa grazia che ci viene data.

Non a caso troviamo Maria all'inizio di un "tempo nuovo" e la troviamo col titolo che più lascia interdetti, ancora oggi, molti uomini: "Madre di Dio". La troviamo raccontata da un vangelo che focalizza il momento preciso in cui la notte ha dovuto cedere il passo alla luce, momento in cui l'evento più grande dell'universo è fra le sue braccia, evento dal quale ogni carne umana, dei tempi che furono, sono e saranno, non potrà mai più prescindere, l'evento Gesù. Lei che si è resa perfetta credente alla Parola di Dio ora Lo tiene fra le sue braccia, lo guarda negli occhi, ascolta i suoi gemiti, lo nutre al suo seno. Contemplando tutto questo, l'unico desiderio che, sono sicuro, mi unisce ai pastori che fanno visita a Gesù è di "essere benedetto" da Dio col sorriso di un bambino che fa splendere il suo volto su di me, vedere così realizzate le parole del salmo 66 di cui ho tanto, tanto bisogno!

Considerando tutto ciò, questo nuovo anno che mi è donato, e di cui Maria è la porta, diventano il vero tempo nuovo, quello che mi viene dato per assaporare i frutti della salvezza, quello che devo vivere come protagonista e non come soggetto inerte in balia di un fato che non ti lascia scampo. Dio che mi benedice tra le braccia di sua madre facendo splendere il suo volto su di me e su tutti gli uomini è più che un desiderio, è la realizzazione di una promessa che non fallisce, ed io ne voglio, fortissimamente, farne parte, facendo la mia parte!

Che guaio sarebbe se quel bambino non fosse Dio e quella giovane puerpera sua madre. Un baratro senza luce, una notte senza stelle. Chi o cosa sarebbe in grado di benedire la mia vita con la luce del suo volto, a chi o a cosa mi potrei più aggrappare per soddisfare il grido della mia carne che urla il suo bisogno di eternità?

Fortunata, invece, la mia carne che trova pace nella vera carne di Dio, la mia stessa carne, fortunata perché Maria, la vergine di Nazareth, ha donato la sua carne alla Parola e, così facendo, ha permesso a Dio di salvarmi. Fortunata l'umanità che ha ancora un tempo nuovo per capire questo e godere una speranza d'eternità nella carne che Risorge - processo inevitabilmente avviato grazie alla Resurrezione di Gesù -, fortunata perché non è stato un cieco destino od un fato voluttuoso a decidere questo ma l'Unico Immenso Essere Amore che è, che era e che sarà per sempre.

Pensare che ancora sia superfluo o accessorio dare a Maria il titolo di Madre di Dio o non ritenere che questa solennità sia degna di adeguata attenzione, penso sia un errore che può danneggiare seriamente la vita nello spirito del cristiano, anche solo per il fatto che lo "Spirito è vita" e se veramente abbiamo il desiderio di vivere non possiamo fare da soli ma dobbiamo rimetterci nelle mani, tra le braccia, di una maestra amorevole che ai suoi figli carissimi non sa rinunciare e non si stanca mai di guidarci tra le braccia di Gesù!

 

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