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TESTO Spiritualità dello straccio

don Roberto Seregni  

Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe (Anno C) (30/12/2012)

Vangelo: Lc 2,41-52 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 2,41-52

41I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. 42Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. 43Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. 44Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; 45non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. 46Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. 47E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. 48Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». 49Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». 50Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.

51Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. 52E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.

A pochi giorni di distanza dal Natale, la madre Chiesa ci invita a celebrare la festa della santa famiglia. A dir la verità sappiamo ben poco della famiglia di Nazareth, della quotidianità, del lavoro, delle scelte, delle difficoltà... I Vangeli ci fanno intravedere pochissimo di quegl'anni, la vita ordinaria di Gesù con Maria e Giuseppe è coperta dal silenzio.

Eppure, al di là di quello che si potrebbe pensare, quel silenzio è una delle rivelazioni più affascinanti della novità di Gesù, del suo Vangelo. I vangeli apocrifi e molti scrittori hanno sentito il desiderio di riempire quel silenzio imbarazzante.

Possibile che il Figlio di Dio sia rimasto inattivo per trent'anni a Nazareth?

Possibile che non abbia fatto nulla per iniziare la Sua rivelazione?

Possibile che nemmeno un miracolo, anche piccolo piccolo, sia rimasto nelle cronache del tempo?

Mi spiace deludere chi si aspettava grandi rivelazioni segrete sull'infanzia del piccolo Gesù e della santa famiglia, ma i primi trent'anni di Nazareth sono meravigliosamente segnati dal silenzio.

E' un silenzio che grida più di tante parole, che illumina più di molti fari.

E' il silenzio della quotidianità, della normalità, dell'ordinario.

Tutti lo attendevano; i profeti avevano preparato la via; storpi, ciechi, zoppi, malati e lebbrosi lo aspettavano e Lui che fa?

Pialla un tavolo, aggiusta un incastro di una sedia, prepara il manico di una pala.

Eccolo il nostro Dio, un Dio che mostra la via della santità, che abbatte la separazione tra sacro e profano, che fa del tempo ordinario il luogo decisivo della vita cristiana.

La santa famiglia di Nazareth ci richiama alla santità del quotidiano! Dobbiamo sfuggire da tutte quelle forme disincarnate di vita spirituale che ci propongono modelli estatici ed angelici.

La famiglia di Nazareth ci richiama alla spiritualità dello straccio, la mistica del trattore, la teologia dell'ufficio!

Abbiamo bisogno di intrecciare il Vangelo al quotidiano, di inzuppare la Parola del Rabbì negli impegni e nelle responsabilità di ogni giorno, di lasciarci guidare dal soffio sobrio e deciso dello Spirito nelle scelte di ogni giorno.

dR

 

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