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TESTO Commento su Giovanni 1,1-18

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Natale del Signore - Messa del Giorno (25/12/2012)

Vangelo: Gv 1,1-18 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 1,1-18

1In principio era il Verbo,

e il Verbo era presso Dio

e il Verbo era Dio.

2Egli era, in principio, presso Dio:

3tutto è stato fatto per mezzo di lui

e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.

4In lui era la vita

e la vita era la luce degli uomini;

5la luce splende nelle tenebre

e le tenebre non l’hanno vinta.

6Venne un uomo mandato da Dio:

il suo nome era Giovanni.

7Egli venne come testimone

per dare testimonianza alla luce,

perché tutti credessero per mezzo di lui.

8Non era lui la luce,

ma doveva dare testimonianza alla luce.

9Veniva nel mondo la luce vera,

quella che illumina ogni uomo.

10Era nel mondo

e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;

eppure il mondo non lo ha riconosciuto.

11Venne fra i suoi,

e i suoi non lo hanno accolto.

12A quanti però lo hanno accolto

ha dato potere di diventare figli di Dio:

a quelli che credono nel suo nome,

13i quali, non da sangue

né da volere di carne

né da volere di uomo,

ma da Dio sono stati generati.

14E il Verbo si fece carne

e venne ad abitare in mezzo a noi;

e noi abbiamo contemplato la sua gloria,

gloria come del Figlio unigenito

che viene dal Padre,

pieno di grazia e di verità.

15Giovanni gli dà testimonianza e proclama:

«Era di lui che io dissi:

Colui che viene dopo di me

è avanti a me,

perché era prima di me».

16Dalla sua pienezza

noi tutti abbiamo ricevuto:

grazia su grazia.

17Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,

la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.

18Dio, nessuno lo ha mai visto:

il Figlio unigenito, che è Dio

ed è nel seno del Padre,

è lui che lo ha rivelato.

Che profumo di festa, c'è oggi nell'aria, non vi pare? Quando si tratta della nascita di Gesù ci sentiamo subito invadere da una gioia così grande, intensa, profonda, che è difficile raccontarla! È un mistero talmente bello: Dio ci ama così tanto, ma così tanto, da voler venire in mezzo a noi, come un piccolo bimbo!

Veramente, si resta senza parole... perciò è importante, ogni anno, mentre festeggiamo il compleanno di Gesù, farci aiutare dagli evangelisti a ritornare vicino a quella mangiatoia a Betlemme e provare a conoscere più da vicino questo Dio meraviglioso, che si fa Bambino.

Oggi è l'evangelista Luca a raccontarci di quella notte straordinaria e sembra che il suo racconto si possa dividere in due parti: prima ci offre tanti dettagli storici, tanti riferimenti ufficiali, e poi si lascia andare alla commozione per la nascita del suo Signore.

Mi sono chiesta: ma perché l'evangelista Luca si preoccupa di fare quella specie di introduzione? Il suo racconto comincia in un modo poco interessante, non cattura subito l'attenzione di chi legge: "In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città."

Un pochino noioso, non vi pare? Perché un evangelista si preoccupa di darci tante informazioni? Perché non ci parla subito della nascita di Gesù?

Pensa che ti ripensa, credo di aver intuito il motivo: Luca sta per raccontare cose straordinarie, apparizioni di Angeli, cori celesti, stelle luminose che segnano il cammino, profezie di vecchissimi saggi... C'è il rischio che, tra i suoi lettori, qualcuno cominci a dire: - Ma cosa s'inventa, questo qui? Questa è una bella favola per i piccoletti!... Questo non può essere successo davvero, figurati! Te lo sei inventato! Hai messo su una bella storiellina poetica e fantastica, e vuoi pure farci credere che è vera!... -

Allora l'evangelista Luca ha deciso di fornire tutte le indicazioni storiche in suo possesso, per poter provare a chi lo deride, che quanto sta raccontando è successo davvero, è successo in quel luogo esatto, è successo in quel momento preciso.

Il luogo, ormai lo sappiamo, è Betlemme, una piccola cittadina, non molto lontana da Gerusalemme, ma parecchio distante da Nazareth, specialmente considerando che a quel tempo ci si spostava solo a piedi o, al massimo, a dorso di un asinello.

Maria e Giuseppe partono dalla loro casa di Nazareth per raggiungere Betlemme perché da questa antica cittadina, proveniva la famiglia di Giuseppe. Suo nonno, il suo bisnonno, il nonno di suo nonno e tutti i suoi antenati, andando a ritroso nel tempo, erano discendenti del Re Davide, che veniva appunto dal territorio di Betlemme. Oh, ne era passato di tempo, da quando sul piccolo regno di Israele regnava il giovane re dai capelli rossi! Re Davide era morto da tanto, tanto tempo, e nessuno poteva vedere i segni di quell'antica nobiltà tra i parenti di Giuseppe: erano i discendenti di un Re, è vero, ma ormai erano tutte persone comuni, nessuno stava nella corte del Re a Gerusalemme, nessuno era famoso o importante...

Però, per il censimento, cioè per il conteggio delle persone che facevano parte dell'Impero di Roma, quello che contava non era il prestigio di una famiglia o la sua ricchezza: bisognava in ogni caso andare a farsi registrare nella città di origine, quindi anche Giuseppe, insieme con Maria sua moglie, deve andare fino a Betlemme, anche se ormai manca poco alla nascita del loro figlio.

Riguardo al tempo preciso in cui si verificano questi avvenimenti, il povero evangelista Luca si trova un pochino in difficoltà: perché a quell'epoca non esistevano dei calendari uguali per tutto il mondo e per tutti i popoli, com'è oggi per noi.

In ogni Paese del mondo oggi è il 25 dicembre 2012, perché ci siamo messi tutti d'accordo e abbiamo deciso, per nostra comodità, di usare gli stessi riferimenti per contare i giorni, i mesi e gli anni. Ma al tempo di Gesù, le cose non andavano così: ogni popolo contava il tempo a modo suo. Per esempio, i Greci contavano gli anni partendo dalla prima Olimpiade, mentre i Romani contavano gli anni partendo dalla fondazione della città di Roma... insomma, una gran confusione!

L'evangelista Luca, che voleva essere preciso a tutti i costi, sceglie di fornire delle indicazioni così particolareggiate, da non lasciare molti dubbi su quale fosse il periodo della nascita di Gesù. Ci dice che era imperatore Ottaviano Augusto e che sul territorio della Siria c'era Quirino come governatore. Se dovesse parlare di questo mese di dicembre, probabilmente direbbe che in Italia era Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e che Barack Obama era stato appena rieletto come Presidente degli USA.

Ora che ha fornito tutte le indicazioni possibili, l'evangelista può continuare il suo racconto, concentrandosi sul protagonista: il piccolo Gesù appena nato.

Sì, è vero, il luogo della sua nascita non è dei più belli: una stalla, probabilmente scavata in una grotta; una mangiatoia, vicino agli animali che riposano lì dentro, forse un asino e un bue... Non c'è proprio un profumo di fresco pulito, ovviamente no: però, visto che non hanno trovato posto in nessun alloggio per i viaggiatori, almeno qui dentro c'è un bel caldino, si sta al coperto dal vento gelato della notte e c'è tanta bella paglia per improvvisare dei materassi e riposare durante la notte.

Maria, da mamma previdente, si è portata dietro il suo corredino per il figlioletto, con le fasce necessarie per avvolgerlo, visto che a quell'epoca non esistevano i pannolini e nemmeno le tutine.

Mentre Giuseppe e Maria, se ne stanno intorno a quella mangiatoia, a guardare emozionati quel bimbetto appena nato, poco lontano da loro avviene qualcosa di mai visto prima: nella notte buia e silenziosa, si sente il canto di tanti angeli che lodano Dio, che danzano, che fanno il girotondo e le capriole nel cielo, per la gioia che provano! Non c'è molta gente a vedere questo spettacolo stupefacente: ci sono solo pochi pastori, che sono rimasti svegli per controllare le loro greggi.

Sapete: il rischio dei briganti c'era sempre, quindi i pastori si organizzavano per vegliare a turno i propri animali, così che nessuno potesse approfittare del buio per rubare pecore e agnellini. Siccome la notte era fredda, si portavano i loro mantelli ed anche un po' di vino speziato per scaldarsi. Sono sicura che alcuni di loro avranno pensato di aver bevuto un sorso di troppo, quando hanno visto gli angeli far festa. Ma poi, un angelo alto, bellissimo e solenne, si è rivolto loro e ha spiegato: "Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia."

I pastori, commossi e stupiti, credono all'annuncio dell'angelo e subito vanno a vedere questo segno promesso. Trovano veramente un bambino appena nato, avvolto nelle povere fasce, messo in una mangiatoia, esattamente come aveva detto il messaggero di Dio. Sono felici, nei loro cuori si diffonde gioia e pace, una pace speciale, che non sanno spiegare, ma che accende nell'anima la voglia di raccontare a tutti quello che è accaduto, quello che hanno visto...

Raccontano ciò che è accaduto a chiunque incontrano, per la strada, alla taverna, dal fornaio, nel recinto degli animali. Ripetono a tutti le parole degli angeli, riferiscono i dettagli della visione avuta nella notte; parlano della visita che hanno fatto alla stalla vicino Betlemme, così che pian piano, altre persone, incuriosite, vanno a vedere ed hanno la stupenda possibilità di incontrare il Bambino Gesù, appena nato.
Ecco: questo è l'augurio che faccio a me e a voi, oggi.

Di essere come i pastori, in quella notte santa. Di lasciare che la felicità infinita per questa nascita benedetta ci riempia il cuore e ci faccia venire voglia di dirlo a tutti!

Perché in tanti, anche attraverso la nostra testimonianza di gioia, possano arrivare a incontrare il Signore Gesù. Possano sentire il desiderio di andare a inginocchiarsi davanti ad un Presepe per riconoscere in quel piccolo Bimbo, il Signore Dio. Allora la festa sarà ancora più grande, sarà completa, sarà perfetta!

Buon Natale!

Commento a cura di Daniela De Simeis

 

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