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TESTO Commento su Luca 3,10.12.14; Sofonia 3,14; Filippesi 4,4

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

III Domenica di Avvento (Anno C) - Gaudete (16/12/2012)

Vangelo: Lc 3,10.12.14; Sof 3,14; Fil 4,4 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 3,10-18

In quel tempo, 10le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». 11Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettanto». 12Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». 13Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». 14Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».

15Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, 16Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. 17Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».

18Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.

Maestro, che cosa dobbiamo fare?
Lc 3,10.12.14

...Rallegratevi ~ siate sempre lieti nel Signore...

Sof 3,14; Fil 4,4
Come vivere questa Parola?
Colpisce, in questa terza domenica di Avvento, la triplice domanda al maestro, a colui che sta preparando la strada al Maestro che sta per venire, Giovanni, il Battista. Le folle, i pubblicani, i soldati che con umiltà e sincero pentimento chinavano il capo per essere purificati non solo chiedono il perdono dai peccati, ma anche un'indicazione precisa su come proseguire nella loro concreta situazione di vita: "Che cosa dobbiamo fare?" (cf 3,10.12.14).
Giovanni Battista li ascolta e risponde. È un profeta, è la voce che dal deserto dove la Parola di Dio può essere sentita meglio grida senza paura invitando tutti, senza esclusione, a raddrizzare le vie del cuore e della mente. È il figlio della promessa che non si ritiene degno di slegare i lacci dei sandali a Colui che battezzerà con Spirito Santo e fuoco, ma che con coraggio testimonia il suo avvento anche nelle avversità e continua ad evangelizzare il popolo con molte esortazioni (cf Lc 3,18). Le sue esortazioni riguardano la condivisione dei beni, la giustizia sociale, la sensibilità premurosa per tutti. Sono gli atteggiamenti che ci dispongono all'apertura, all'accoglienza dell'altro, di chi ci sta accanto e anche di coloro che forse non riusciamo ad ascoltare ed ospitare nella nostra vita.
Queste però non sono le uniche esortazioni che oggi il Signore ci rivolge: l'incessante invito alla gioia, a rallegrarsi, ad essere lieti nel Signore (cf Sofonia, Isaia, Filippesi) è quella sollecitazione di fondo che dovrebbe accompagnare ogni altra espressione pratica delle virtù. La gioia dei figli di Dio, redenti, salvati, mai abbandonati alle sole proprie forze ma sorretti da Colui che è vicino (cf Fil 4,5), anzi, è in mezzo a noi (cf Sof 3,17; Is 12,6). Lui, il Salvatore potente, ci rinnoverà con il suo amore, esulterà per noi, gioirà per ogni passo che riusciamo a percorrere sulla strada che conduce a lui; e la sua pace custodirà i nostri cuori e le nostre menti in Cristo Gesù (cf Fil 4,7). Non angustiamoci per nulla!
Ecco, Dio è mia salvezza; io avrò fiducia, non avrò timore, perché mia forza e mio canto è il Signore; egli è la mia salvezza! (dal Salmo responsoriale - Is 12,2)
Dall'omelia del Beato Giovanni Paolo II, 16 dicembre 1979:
La venuta di Cristo, l'Incarnazione del Figlio di Dio, richiede da noi che apriamo nuovamente nei nostri cuori la prospettiva divina dell'eternità. E questo proprio vuol dire l'Avvento! Questo vuol dire l'odierno "Rallegratevi". La divina prospettiva della vita, che sorpassa le frontiere della temporaneità, è la fonte della nostra gioia.

 

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