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TESTO Quaresima: tempo di rientrare in noi stessi

mons. Antonio Riboldi

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I Domenica di Quaresima (Anno C) (29/02/2004)

Vangelo: Lc 4,1-13 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 4,1-13

1Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, 2per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. 3Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». 4Gesù gli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo».

5Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra 6e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. 7Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». 8Gesù gli rispose: «Sta scritto: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto».

9Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; 10sta scritto infatti:

Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo

affinché essi ti custodiscano;

11e anche:

Essi ti porteranno sulle loro mani

perché il tuo piede non inciampi in una pietra».

12Gesù gli rispose: «È stato detto: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo».

13Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.

Camminando per le strade di una città, che aveva vissuto il "rito" del Carnevale, mi imbattei in un uomo che prendeva a calci, con una rabbia che non riusciva a nascondere, tutti i resti di una festa che, dopo avere fatto bella mostra di sé, ora era solo spazzatura, come è tutto ciò che si fonda sull'effimero.

"Ma è tempo di carnevale questo?, urlava, si fatica a vivere con quel che si guadagna con il duro lavoro; il mondo sembra che abbia perso la testa con il disprezzo della vita; ed anch'io mi faccio schifo".

Poi accorgendosi che io mi ero fatto vicino, brutalmente mi disse: "Ma tu che sei prete, non sai dirci come togliere dal mondo questo schifo e ridarci dignità e serenità? O non c'è più nulla da fare, e resta solo camminare a testa bassa, come schiavi di una mentalità che pare sbarri le porte della speranza?"

"C'è una speranza aperta, e come! - gli risposi. Nulla è impossibile. Almeno a Dio. E quello che è possibile a Dio, diventa possibile a noi, se facciamo entrare Dio nella vita, spazzando via il carnevale che ha preso dimora dentro di noi: un carnevale che fa piazza pulita della vera nostra bellezza".

"Già, Dio!" mi rispose quell'uomo. "Abbiamo gettato via anche Lui con tutte le cose che non servono, tra la spazzatura".

E si fece pensieroso, come si rendesse conto della gravità di ciò che aveva detto e che forse rispondeva al vero.

Mercoledì abbiamo celebrato l'inizio della SAnta Quaresima con un "segno" ed un ammonimento che è come un richiamarci saggiamente alla verità della vita che cancella ogni falsità di carnevalata, indossando una maschera che è nascondere stupidamente la verità.

"Ricordati, uomo, ci ha avvertito la Chiesa, che sei polvere ed in polvere tornerai" e ci siamo cosparsi il capo di cenere: con un altro ammonimento "Convertitevi e credete al Vangelo".

Siamo tutti convinti che la maschera non si addice alla nostra anima che aspira, a volte con tanta sofferenza, alla verità.

Vogliamo sentirci ed essere quello che veramente siamo: ossia uomini che hanno il volto disegnato da Dio, bellissimo, ma che troppe volte noi, per inseguire una falsa libertà, ce lo lasciamo imbrattare e deformare dalla mano di satana che fa del nostro volto divino una orribile maschera.

Ma come ritrovare la bellezza dello spirito, aprendoci alla verità, costi quello che costi? La Quaresima ci dice di "rientrare in noi stessi sotto l'azione dello Spirito" come fece il figlio prodigo. E ci indica le strade.

Credo che la grande prova cui Dio ci sottomette per mostrare fedeltà al suo piano, sia quella di saper veramente scegliere ciò che è la strada della santità, su cui corre non solo il suo disegno di amore, ma anche la sua presenza con noi. Gesù stesso si lasciò tentare da Satana in quei lunghissimi quaranta giorni nel deserto, dove si era recato nel silenzio, nel digiuno e nei dialoghi con il Padre, per conoscere come svolgere la sua missione di Messia.

E Satana gli propone tre vie per conquistare gli uomini e quindi dominarli, non servirli. La prima è: "Se sei il Figlio di Dio, dì a queste pietre che diventino pane". In altre parole suggerisce a Gesù la via del successo, del potere. Non importa se "questo successo" sarà davvero la salvezza degli uomini...e in effetti la storia dice che il solo successo possibile è quello della santità, opera di Dio, che nulla ha a che vedere con la superbia del "successo", ma batte le strade della umiltà, della carità, dell'annientamento di sé. Come fece Gesù. Non si addice il "successo" a chi cerca il bene dell'uomo.

Il bene di Dio ha come via il servizio che si fa amore fino a dare la vita. Il Crocifisso ha nulla a che vedere con il tanto ricercato "successo", che gli uomini inseguono con uno zelo, a volte senza scrupoli, a volte svendendo ogni dignità personale.

E' esattamente il contrario. Non siamo forse stati anche noi tentati in questo, forse anche nel campo della conquista delle anime? E noi sappiamo che la risposta di Gesù è: "Non di solo pane vive l'uomo, ma della Parola di Dio".

La seconda tentazione è più sottile. Conduce Gesù sul pinnacolo del tempio e gli sussurra: "Se sei Figlio di Dio, gettati giù da questo pinnacolo, gli angeli ti sosterranno". Ha tutta l'aria dello spettacolo che lascia a bocca aperta gli uomini, pronti a rimanere estasiati per tutto ciò che stupisce.

Basta osservare come gli uomini, le donne, a volte non potendo essere attori di spettacolo, vogliono sapere tutto della gente di spettacolo e alcune rivista fanno affari d'oro per soddisfare questa curiosità. Non solo, ma pare che questa tentazione abbia preso piede in tanti che cercano solo di "apparire", non importa se, per apparire, fare scena, debbano svendere ciò che è vero "spettacolo" agli occhi di Dio: la santità che è il solo spettacolo che tutti vorremmo poter dare. Ma Satana ha altre vie. E Gesù risponde "Non tentare il Signore tuo Dio".

La terza tentazione è davvero incredibile al solo sentirla, se non la si vedesse attuata in tanti, che pensano che da lì venga il successo. "Se sei davvero Figlio di Dio, adorami e sarà tuo tutto il mondo!". Ma di quale mondo parlava Satana? Quando tutto, ma proprio tutto, appartiene a Dio, il solo Creatore che ha creato anche satana e i suoi angeli ribelli? Voleva dare a Dio ciò che era di Dio!

In cambio chiedeva un atto di sottomissione che spetta solo a Dio. Era satana che, se fosse stato sincero, avrebbe dovuto prostrarsi e adorare il Figlio dell'uomo. Quante volte si sente affermare: "Darei la mia anima al demonio per avere...", senza pensare che satana può dare solo la farina del suo sacco, ossia il male, magari con l'aspetto di bene, di finta felicità nel piacere, di soddisfazione nel potere, di ingordigia nella ricchezza. E tutti sappiamo che questi cosiddetti "beni", che il demonio ci dà se ci vendiamo a lui, sono l'inferno del male, che non solo si crea nell'anima, ma nel mondo...con tanti nomi che grondano sangue e lacrime. Che triste anche solo il pensiero di "vendersi a satana"! Eppure, esistono riti satanici. Ed esiste chi è posseduto dal diavolo, i cosiddetti indemoniati, che sono davvero uno spettacolo orribile. E tutti sappiamo che l'indemoniato è uno che satana sceglie e non sappiamo perché, prendendo dimora nell'uomo, privandolo della sua identità e dandogli quelle manifestazioni che davvero sono l'immagine di satana.

Forse anche in noi, senza che ce ne accorgiamo, in qualche modo il demonio ha occupato qualche spazio. Il peccato che commettiamo, a volte, è la manifestazione di tutto questo. E si arriva a convivere con il peccato, frutto del demonio, con una superficialità incredibile.

La Quaresima è, come per Gesù, scoprire dove il demonio l'ha avuta vinta con noi; fin dove ci ha ingannato. E se davvero vogliamo liberarci da simile schiavitù, non resta che quello che ha fatto Gesù: fare deserto per nutrirci della Parola di Dio, pregare, fare penitenza, spogliandosi di tante cose che sono una schiavitù e trasformarle in carità per chi non ha.

Facciamo allora come il figlio prodigo, che si era allontanato da casa, riducendosi in miseria. "Rientriamo in noi stessi e incamminiamoci verso casa".

Là ritroveremo nella conversione il padre, che attende commosso, pronto a gettarci le braccia al collo.

A meno che preferiamo le braccia di satana a quelle di Dio. Ma proprio non credo lo vogliamo.

 

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