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TESTO Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica...

Riccardo Ripoli  

Giovedì della I settimana di Avvento (06/12/2012)

Vangelo: Mt 7,21.24-27 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Nella vita ci sono tantissime situazioni in cui ci troviamo in pericolo, siamo tristi, delusi, affannati, oppressi, impauriti. Si susseguono come le stagioni, come l'alternanza tra pioggia a sole. Quando stiamo bene, quando non ci manca nulla, quando nella nostra vita splende sempre il sereno ci sembra di non aver bisogno di nessun tipo di aiuto, consiglio, paletto e viviamo con spensieratezza, incuranti del domani, alla giornata come se fossimo eterni adolescenti. Ma non è raro il caso in cui una tempesta si abbatta sulla nostra vita e dall'oggi al domani si possa passare dal ridere al piangere, ed in quel momento dove prenderemo le forze per poter reagire? Gli amici spesso ti abbandonano, i familiari talvolta si approfittano, non ci sono certezze e comunque amici e familiari potranno essere di consolazione, ma le forze per reagire si devono trovare dentro di noi. Il lavoro che si perde, il coniuge che ci lascia, i figli che si ribellano portano le persone a stare male, a vivere una vita di stenti con enorme tristezza. L'amico può farti una telefonata, invitarti a passare una serata, ma poi alla fine ha la sua vita, le sue preoccupazioni e chi ci resta? A chi chiedere quell'aiuto che possa servirci per riprendere il cammino interrotto? A tornare ad essere felici? A superare un momento difficile guardando con ottimismo alle disgrazie che ci stanno capitando? Solo Dio, Padre di tutti noi, capace di consolarci ogni istante, darci consigli utili per affrontare serenamente le intemperie della vita, vicino a chi cade anche se è colpevole. Quante volte capita di trovare fratelli, amici, parenti disposti a sostenerci nelle nostre problematiche, ma quanti sono pronti a starci vicino se siamo colpevoli di qualche reato, se ci siamo macchiati di colpe, ben pochi, forse nessuno. Solo Dio non ci abbandona.

Pensate ai ragazzi adolescenti. Capita spesso che per l'incontro con brutte compagnie, per il desiderio di avere di più o per la fuga dalla realtà e il desiderio di non stare alle regole comincino a comportarsi male, inizino a fare qualche furtarello, qualche bravata, poi passano a rubare cose sempre più costose, sempre più spesso fino a compiere furti aggravati. Il loro rapporto con i genitori è per anni conflittuale, di completa ribellione, incapaci di vedere la realtà, di capire che stare alle regole è importante per costruire una vita futura. Ma è fatica, è sofferenza ed allora preferiscono disobbedire, scappare, cercare in altri la loro famiglia, siano essi amici o fratelli che mai hanno conosciuto. Riescono per anni a farla franca, a convincere tutti con qualche lacrimuccia che sono pentiti e che non ripeteranno più le loro azioni. Trovano tante persone che vogliono aiutarli, che chiudono un occhio, che non fanno denunce, poliziotti che li accompagnano a casa dando loro una pacca sulla spalla di incoraggiamento, giudici minorili che archiviano le loro malefatte per dar loro una chance in più, persino avvocati disposti a difenderli gratuitamente. Molti capiscono e cambiano strada, si pentono intimamente e cominciano a camminare sul giusto sentiero, altri invece pensano di essere superiori, più furbi degli altri, si convincono che potranno farla franca sempre, come sempre è accaduto, e non capiscono che coloro che li hanno redarguiti per anni sono gli unici amici che hanno, le uniche persone che gli vogliono bene. Arrivano ad un certo momento, magari proprio il giorno del loro diciottesimo compleanno, che la corda, che per tanto tempo hanno tirato, cominci a stringersi, ma non si accorgono di averla attorno al proprio collo, tanto che più tirano, più rubano, più dicono bugie, più tentano di divincolarsi da leggi e norme o di scappare, più la corda li soffoca. Chi era disposto prima a dargli fiducia, arrivati ad una certa età cominciano a pensare di non riuscire più a farli ragionare e iniziano le maniere forti, la polizia li arresta, i giudici li condannano e l'adolescente spensierato viene catapultato in un mondo di adulti, sbattuto in prigione in mezzo a delinquenti abituali. Allora i suoi dolci occhioni non faranno più presa, anzi potrebbero essere causa di ulteriori problemi. Non ascoltano nessuno, non vedono la realtà, credono al primo stupido che si beve le loro bugie e gli promette mare e monti. Ma se la loro vita si basa su furbate e bugie, è una vita falsa ed è come una casa costruita sulla sabbia, basta poco per abbatterla, basta una mareggiata, basta che qualcuno si stanchi di metterci dei puntelli per tenerla in piedi. Quel giorno in cui la corda si stringerà attorno al loro collo non avranno più vicino lo psicoterapeuta che pagava il comune, non più i servizi sociali che non hanno più il mandato, non più i giudici minorili disposti a passarci sopra, non più i fratelli che sono lontani e cominciano ad aprire gli occhi capendo che tutte le cose che gli erano state raccontate erano solo bugie e non sono in grado di aiutarli. E' quello il momento in cui alzeranno gli occhi e vedranno in un angolo, in disparte, due genitori che li hanno sempre amati, che hanno ripetuto mille volte gli insegnamenti per una vita tranquilla e forse quel giorno capiranno che sono gli unici sui quali poter contare.

Noi facciamo come gli adolescenti, mettiamo Dio da parte, ci ribelliamo alle Sue regole perché ci impediscono di goderci la vita, ma Lui ci è sempre vicino, non ci abbandona mai, nemmeno quando decidiamo di andare lontani da Lui, quando parliamo male di Lui con tutti, quando gli urliamo contro tutta la nostra rabbia e se potessimo lo ammazzeremmo per non sentirlo più. Ma quando tutto ci crolla addosso, quando tutti ci puntano il dito contro, quando ci guardiamo allo specchio e vediamo che la nostra vita è priva di principi e sta andando allo sbando, apriamo gli occhi e vediamo Dio sotto un'altra luce, come l'unico che possa aiutarci ad uscire dai nostri problemi. E Gesù sarà lì, pronto a curare le nostre ferite, come ogni padre ed ogni madre farebbe per il proprio figlio il giorno che dovessero arrestarlo per i reati commessi.

 

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