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TESTO Andiamo incontro a Cristo che viene!

don Roberto Rossi  

I Domenica di Avvento (Anno C) (02/12/2012)

Vangelo: Lc 21,25-28.34-36 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 25Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, 26mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. 27Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. 28Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».

34State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; 35come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. 36Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».

Iniziamo oggi il tempo di Avvento, andando incontro a Cristo che viene. La vita dell'uomo, la fede del credente, è proiettata alla dimensione più grande dell'esistenza, all'eternità. Alla conclusione della vita terrena, come alla fine dei tempi, verrà Cristo con potenza grande e gloria. Tutto passerà attraverso esperienze delicate, difficili - il vangelo con le sue immagini interpreta il dolore dell'uomo e il dramma del mondo - ma tutto va non verso una "fine", ma verso una primavera, un'estate, una maturità, una pienezza: la vita eterna dell'uomo e il regno eterno e universale di Cristo.

Porto nel cuore la testimonianza di un credente, proveniente dalla persecuzione, che ama con tutto se stesso la moglie e le due figlie, il quale con semplicità e convinzione ci ha detto: "Se oggi Cristo mi viene a prendere, gli corro incontro a braccia aperte, con immensa gioia". Se questo lui lo pensa per l'incontro del momento supremo dell'esistenza, credo che ogni giorno, specialmente nello spirito dell'Avvento, possiamo fare nostri gli stessi sentimenti. "Oggi Cristo Gesù viene a me, vive con me, gli corro incontro a braccia aperte, con immensa gioia e vivono con Lui".

Se abbiamo questo rapporto vivo con Cristo amico e salvatore della nostra vita, vivremo il cammino dell'Avvento che ci porta ad accogliere la grazia di Gesù, che si è fatto Bambino e Salvatore, e impareremo a vivere ogni giorno della vita "nell'attesa della sua venuta", nella vigilanza, nella preghiera, nell'amore.

Non la tristezza, non il peso della vita, non la paura degli sconvolgimenti del mondo, ma la speranza: è il messaggio di questa domenica. "Risollevatevi e alzate il capo, parché la vostra liberazione è vicina". "State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze, affanni della vita... Vegliate In ogni momento pregando.." perché abbiate la forza di Dio, la grazia di una vita nuova sulla terra e la gioia di Dio per sempre nell'eternità.

Gesù sembra dire: tante cose succederanno sino alla fine, ma non sono la fine.

È chiaro: Dio mantiene le sue promesse anche senza di noi. Ma se non avremo vegliato, se non ci saremo preparati alla venuta del Figlio di Dio, non potremo partecipare alla sua salvezza. Il pericolo vero è il torpore della coscienza, il cuore annebbiato dal­le tante cose umane.

C'è un solo modo per rimanere desti, attenti e vigilanti: pregare. L'evangelista Luca è l'unico ad aggiungere all'esortazione di Gesù alla vigilanza anche la raccomandazione alla preghiera: "vegliate pregando". La preghiera purificherà i nostri occhi per riconoscere i segni dei tempi e ci farà leg­gere con la luce di Dio tutte le situazioni umane. Anche in questo tempo della nostra storia, in cui regi­striamo il crollo di tanti miti e la caduta di facili illusioni, Dio rimane nostro rifugio e nostra salvezza, l'energia del Cristo vivente continua a irradiare coraggio, gioia e speranza.

Nulla ci può e ci deve gettare nello spavento o nello sconforto: se crediamo veramente, in ogni evento, lieto, triste e anche drammatico, riusciremo a decifrare il messaggio di salvezza che esso contiene. Solo la preghie­ra ci farà superare la paura e ci permetterà di "comparire", "stare in piedi", davanti al Figlio dell'uomo. «Stare in piedi» è l'atteggiamento del credente, che attende senza timore l'incontro con il Salvatore; è il tipico atteggiamento dell' Avvento: stiamo in piedi non per fuggire, ma per andare incontro al Signore che è già venuto, che viene sempre e verrà ancora. I cieli e la terra passeranno, ma le sue parole non passe­ranno affatto. E le sue ultime parole sono state: "lo sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo". Tutti i giorni, anche oggi.

E' così che siamo attenti alla sua venuta, alla sua presenza ogni giorno. Lo invochiamo, lo adoriamo, accogliamo la sua grazia di salvezza vera.

L'avvento e il Natale del 25 dicembre è Gesù, il Signore, che rinnova e offre a noi tutta la grazia, tutto il perdono e tutto l'amore della sua incarnazione sulla terra, in mezzo a noi.

 

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