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TESTO Con grande potenza e gloria

don Roberto Rossi  

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XXXIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (18/11/2012)

Vangelo: Mc 13,24-32 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 13,24-32

24In quei giorni, dopo quella tribolazione,

il sole si oscurerà,

la luna non darà più la sua luce,

25le stelle cadranno dal cielo

e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.

26Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. 27Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.

28Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. 29Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.

30In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. 31Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.

32Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre.

Sembra un discorso catastrofico, invece è un invito alla fede e alla speranza. Dice Gesù infatti: «Dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte...». Non sappiamo bene a cosa egli si riferisse: forse alla distruzione di Gerusalemme?

Quando nella Bibbia abbiamo i discorsi apocalittici, non sono per fare paura, ma per consolare e rendere coraggiosi e forti. In quelle situazioni difficili e drammatiche a cui si fa riferimento viene dato l'annuncio che il Signore è vicino e offre la sua salvezza.

Nel testo di oggi, ciò che è importante per noi e decisivo per la nostra vita è la conclusione: «Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti». Non è certo la predizione di una catastrofe. È piuttosto l'annuncio del compimento in Lui della vita di tutti noi, è quanto attendiamo come evento finale in cui sfocia la speranza cristiana: saremo radunati tutti davanti a Lui e affidati per sempre alla paternità di Dio!

Ma c'è di più, se vogliamo azzardare un'interpretazione in collegamento con la piccola parabola evangelica che segue. Sì, Gesù ci dice di non sapere quando tutto questo accadrà. Ma, in realtà, ci suggerisce un momento straordinariamente vicino, ci dice di un momento che è dentro il tempo di «questa generazione». Le sue promesse si compiono nella vita di ciascun uomo e ciascuna donna che sanno ascoltare le "parole che non passeranno": ora, adesso, il Signore ci giudica e ci consola, ci esamina nel profondo del cuore e ci purifica, ci vaglia e ci ammette alla comunione con sé.

L'Eucaristia, fonte della sua presenza viva nel mondo, è "pegno" di questa fine meravigliosa, di questo straordinario compimento di cui siamo in attesa. Viviamo già quello che ancora non è in pienezza: siamo già figli in comunione col Padre attraverso il Figlio Gesù. C'è da gioire, non da temere! Il Vangelo di oggi ci prepara anche alla festa della prossima settimana: la solennità di Cristo Re dell'universo.

Questo brano, mentre ci suggerisce di non dimenticare mai che tutto passa sotto lo sguardo buono di Dio, ci anticipa che tutto, in questo sguardo di bontà, acquista il suo senso più vero e consolante: siamo fatti per Lui e la nostra vita è un camminare verso la sua e nostra casa (il cuore di Dio è la casa di tutti!) purificando il nostro cuore nella carità. Se questa pagina di Vangelo ci richiama in qualche modo il "giudizio finale", di questo stesso giudizio Gesù ci ha parlato: sarà un giudizio sull'amore. Sì, sull'amore e da parte dell'Amore!

Di fronte ai grandi misteri della vita, della morte, della eternità, riflettiamo e preghiamo con semplicità di cuore: ci affidiamo, con fiducia e umiltà, alla grazia, alla misericordia, alla salvezza potente del Signore.

 

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