PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO E se non volessimo convertirci?

padre Gian Franco Scarpitta  

III Domenica di Quaresima (Anno C) (14/03/2004)

Vangelo: Lc 13,1-9 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 13,1-9

1In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. 2Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? 3No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. 4O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? 5No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».

6Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. 7Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Taglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. 8Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. 9Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».

Repetita iuvant.

Con la sola eccezione del fatto che qui Dio deve tranquillizzare il candidato alla missione, la vocazione di Mosè assomiglia infatti non poco a quella di Isaia, da noi riflettuta qualche tempo fa, per la qual cosa l'argomento vocazione si ripete a nostro vantaggio. E i termini con cui episodicamente si svolge la chiamata divina sono i medesimi: fiducia e amicizia. Prima ancora di spiegargli lo scopo per cui lo sta scegliendo, Dio si propone infatti a Mosè quale amico, confidente, Altro diverso e tuttavia degno di fiducia, che mostra pazienza alle titubanze e alle difficoltà del nuovo eletto.

Infatti Mosè, che fa di tutto per non vedere il Suo volto (cosa che, come già si è detto, era meritoria di morte) vuole tuttavia sapere Chi era colui che lo stava inviando al faraone e il Signore risponde: IO SONO; questa espressione, è vero, allude alle prerogative divine di grandezza e di gloria nonché di perfezione infinita, tuttavia nella contestualità in cui viene posta afferma altresì il carattere di amicizia e di benevolenza che Dio ha nei confronti dell'uomo.

Solo in un secondo momento gli rivolgerà l'invito a recarsi dal faraone dove sarà intercessore a favore del popolo di Israele.

Il che ribadisce il concetto importante anche per noi che indipendentemente da quale sia la nostra specifica vocazione individuale e la posizione alla quale siamo destinati in questo mondo, il divino appello primario al quale siamo tenuti a rispondere è quello della familiarità con Lui in quanto Egli in primo luogo ci chiama a sé.

Ed ecco il significato del tempo forte che stiamo attraversando: in queste settimane ci stiamo rendendo conto che Dio da sempre nutre amore e predilezione nei nostri riguardi, e di conseguenza noi intraprendiamo un itinerario ascensionale verso di Lui. E tutto questo si chiama conversione.

Ma adesso andiamo un po' oltre e domandiamoci: che cosa avviene quando si resta insensibili alla chiamata divina? Quali le conseguenze per chi respinge la divina chiamata alla conversione ed elude la possibilità di avviarsi verso Dio?

La risposta la si trova in questo preambolo apparentemente strano con cui Gesù esordisce nella pagina evangelica odierna: con quelle due comparazioni relative ai Galilei e ai diciotto anonimi personaggi uccisi a Siloe egli smentisce la comune convinzione propria del tempo secondo la quale quando a qualcuno capitava una disgrazia ciò avveniva a causa di un particolare peccato che aveva compiuto in precedenza ( si può vedere in Giovanni a tal proposito l'episodio del cieco nato), che non di rado poteva condurre tanta gente a legittimare le proprie mancanze e a giustificare i propri peccati: chi ha detto infatti che le persone gravate da pericoli e calamità siano davvero dei peccatori? Non potrebbe darsi, al contrario, che siano più perfetti di noi? Chi può essere certo che essi non ci stiano dando magari un esempio di perfezione e di edificazione nell'accettare la prova delle sciagure?

Aprendo una parentesi, per esteso l'osservazione potrebbe essere rivolta a quanti (e non sono pochi) presumono di trovarsi a posto con la propria coscienza semplicemente perché freqentano la Messa domenicale e partecipano a determinate pratiche religiose, ergendosi al di sopra delle persone "profane", lontane dalla Chiesa che additrano come imperfette o carenti... Ma chi ci garantisce che noi siamo migliori rispett ai "lontani"? Non potrebbe darsi che proprio costoro ci siano di esempio nella generosità e nella rettitudine?

Piuttosto che barricarci dietro a queste tradizionali convinzioni – ammonisce Gesù- occorre optare per una seria e radicale conversione, che ci impedisca di venir meno alle nostre stesse esigenze spirituali, al nostro stesso benessere umano, individuale, collettivo, alla nostra stessa realizzazione.... Che ci impedisca insomma di "perire" prima del tempo, ossia di avere la sola illusione di vivere.

Certo, Dio ha fiducia di noi e non ci incute fretta. Vale a dire che non pretende che noi ci si converta ex abrupto ed immediatamente, ma ci offre tutta la disponibilità di tempo necessaria, così come fa quel padrone di vigna che rimanda all'anno seguente la rimozione del fico sterile; fermiamoci un istante su questo assunto e riflettiamo attentamente su questa sterilità del fico: si tratta effettivamente di un paradosso, giacché il fico è una pianta in grado di crescere e fruttificare da sola senza bisogno di essere accudita, ed è pertanto impossibile che non abbia recato frutto in quella circostanza. Ciò nondimeno, il padrone le usa ancora tutte le premure e tutti i riguardi, ricorrendo a tutti gli espedienti botanici affinché possa fruttificare; se tuttavia non recherà un solo fico fra le foglie, allora meriterà di essere tagliata. Tale e quale è l'atteggiamento di Dio nei nostri riguardi: nella sua infinita pazienza viene incontro alle nostre debolezze e provvede il tutto e per tutto perché noi ci si possa disporre con facilità alla conversione e ai "frutti degni di penitenza", ma allorché ci si ostina alla sterilità Egli si mantiene ben lungi dal privarci della libertà decisionale e pertanto sarà solo nostra deliberazione lo sceglierci la morte spirituale.

In tutti i casi non rientra mai negli interessi di Dio quello di abbandonare l'uomo alla propria condanna; è piuttosto l'ostentata scelta di autolesionismo umano a far sì che noi si perisca negli acervi della peccaminosità. Insomma noi non siamo mai giustificati nell'esentarci dalla possibilità di fare penitenza e di convertirci, poiché Dio a tale scopo ci offre tutti i mezzi e ci dimostra tutti i vantaggi di tale impresa e anche nelle difficoltà da parte sua riceviamo il dovuto sostegno... E' un Dio di amore e di misericordia che tutto opera a beneficio dell'uomo e per questo no detta semplici moniti dall'alto ma offre concreti orientamenti per la attuazione delle medesime; a noi sta comprendere che convertirci è necessario per la nostra stessa vita e non già per un passivo e riverente servilismo; i sentieri del Signore altro non fanno che procacciare il benessere umano e spirituale dell'uomo e della collettività e in questo senso li si deve interpretare...


LA PAROLA SI FA' VITA
-Spunti per la riflessione-

--Mi sono capitate esperienze IN CONCRETO nelle quali Dio mi ha fatto capire che dovevo cambiare vita? Quali?

--Sono solito accettare di dover rinunciare ai miei comodi e alle mie scelte per realizzare la volontà del Signore in questa o quella circostanza?

--La conversione non esclude anche delle difficoltà nel cammino verso Dio? Mi scoraggio facilmente di fronte agli insuccessi o sono solito non considerarli e perseverare?

--Sono convinto che Dio mi ama? Che cosa vuol dire per me questa espressione "Dio mi ama"?

 

Ricerca avanzata  (53941 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: