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TESTO Il sole si oscurerà e la luna non darà più il suo splendore

Riccardo Ripoli  

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XXXIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (18/11/2012)

Vangelo: Mc 13,24-32 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 13,24-32

24In quei giorni, dopo quella tribolazione,

il sole si oscurerà,

la luna non darà più la sua luce,

25le stelle cadranno dal cielo

e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.

26Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. 27Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.

28Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. 29Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.

30In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. 31Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.

32Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre.

Nella vita non ci sono avvenimenti negativi, tutto dipende da quale punto di vista guardiamo le cose. Ogni fatto può essere visto con il segno più o con il segno meno. Se piove è un bene, si irriga la terra, i fiumi si colmano, la siccità si allontana, ma è anche un male per coloro che sono senza casa, per chi deve fare una gita o un lavoro all'aperto. Una guerra o un cataclisma sono certamente un male perché portano morte, distruzione, sofferenza, ma sono anche un bene perché uniscono nella solidarietà, fanno riscoprire valori perduti. La morte stessa da un lato è sofferenza per chi resta e rimpiange il proprio caro, ma è gioia per chi ci lascia per unirsi a Dio. A volte però facciamo un grande errore, quello di guardare al nostro piccolo. Quando è morta la mia mamma ho passato diversi mesi nella sofferenza più totale, ma non era disperazione perché sapevo per certo che la sua morte aveva un significato. Non lo capivo, ma non era importante, per me era fondamentale che quel significato ci fosse e che Dio non fa nulla senza avere un suo progetto. Può anche darsi che ci chieda dei sacrifici e quindi nel Suo progetto noi siamo una pedina sacrificabile su questa terra, ma che avrà una ricompensa tra le Sue braccia il giorno che ci chiamerà. La morte di mia mamma ha portato gioia a tanti bambini, se on fosse morta non avrei mai pensato di fondare un'associazione, anzi, non ci ho proprio pensato, è stato Dio che l'ha concepita nel momento in cui ha chiamato in Paradiso la mia mamma. Una sua chiamata alla quale non potevo che rispondere "si", un "si" spontaneo, nato dall'esigenza egoistica ed umana di non soffrire, di dare un senso alla mia vita. Io non ho fatto altro, tutto ciò che ne è scaturito dopo è stata Volontà di Dio. Grazie a quella morte, apparentemente senza motivo di una mamma di 47 anni, è nata l'Associazione "Amici della Zizzi" che ha avuto la gioia di poter aiutare oltre cinquecento bambini e ragazzi, che ha fatto conoscere l'affido, che ha portato diverse famiglie ad accogliere un bambino nella propria casa.

Da questa esperienza ho capito che nella vita tutto deve essere visto con gli occhi di Dio, non valutato con i nostri parametri. Lui ha un metro diverso e ciò che per noi può essere sordido o brutale a volte è un mezzo, una prova per arrivare alla salvezza dell'anima di qualcuno. Il sacrificio richiesto con la sofferenza di un bambino, di un prigioniero, di un abusato è ricompensato con la gioia di farlo artefice di un progetto divino grande e meraviglioso che potremo capire quando sarà compiuto e palese agli occhi di tutti.

Il sole che si oscura, la luna che si spegne, gli astri che cadono dal cielo, lo sconvolgimento totale delle nostre certezze, cosa può esserci di più spaventoso? Eppure, è il Signore a dircelo, quello sarà il momento in cui il grande progetto divino "Uomo sulla terra" sarà compiuto e dopo tanto terrore regnerà la pace per sempre.

A chi non crede dico sempre di guardare nel proprio piccolo e di cercare un solo piccolo aspetto positivo nelle disgrazie che gli sono accadute. E' come un piccolo filo, tirando il quale si dipana tutta la matassa, è la consolazione del momento alla quale appigliarsi e sulla quale costruire il proprio futuro. La morte di una persona, che si abbia Fede o meno, ha significato un cambiamento di vita per molti. La mia associazione non è certo la prima, né sarà l'ultima che nasce dalla sofferenza personale di qualcuno che nella vita faceva ben altro ed i cui progetti erano ben diversi. Chiunque, che abbia Fede o meno, e si guardi indietro può obiettivamente vedere che le cose indicate come negative nella sua vita hanno portato a qualcosa di positivo, qualcosa cui non rinunceremmo mai.

Pensate ad un bambino che viene maltrattato dalla sua famiglia, un bambino che va in adozione o in affidamento. Sono sofferenze che portano però ad un cambiamento di vita insperato, a trovare l'amore che gli era stato negato, ad avere la possibilità di crearsi un futuro come lo desidera, a renderlo più forte dinanzi a alle intemperie della vita. Le sue sofferenze sono state la sua fortuna. Con gli occhi delle Fede aggiungerei che quel bambino è protetto da Dio più di tutti gli altri ed il Signore sarà pronto a sopportare di più per lui che non per altri che sono nati in famiglie dove non manca mai nulla.

 

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