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TESTO Commento su Marco 12,28-34

padre Paul Devreux

XXXI Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (04/11/2012)

Vangelo: Mc 12,28-34 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 12,28-34

28Allora si avvicinò a lui uno degli scribi che li aveva uditi discutere e, visto come aveva ben risposto a loro, gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». 29Gesù rispose: «Il primo è: Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; 30amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. 31Il secondo è questo: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Non c’è altro comandamento più grande di questi». 32Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; 33amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici». 34Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

Oggi, grazie alla domanda intelligente di uno scriba, Gesù ci rivela il comandamento più importante, che presenta come se fossero due: Il comandamento dell'amore.

Dice Gesù: "Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima", cioè con cuore indiviso, con tutto te stesso e "con tutte le tue forza", cioè con i tuoi beni. Infatti spesso è quando mi toccano i soldi che mi accorgo che ho il cuore diviso. Fin qui Gesù si limita a citare Deuteronòmio 6, che abbiamo letto come prima lettura, ma aggiunge: "con tutta la tua mente", il che vuol dire che deve essere una scelta ragionata e intelligente. Mi accorgo che è così quando sono in grado di spiegare agli altri, perché amo Dio.

Poi c'è il secondo comandamento che però è un tutt'uno con il primo, perché non posso dire di amare Dio ma non i suoi figli, che poi sono anche i miei fratelli, cosi come non posso andare a casa di un amico dicendogli: "Fammi sapere quando i tuoi figli sono fuori, perché preferirei non incontrarli."

Capita però che, nella vita, uno faccia delle brutte esperienze, e allora finisce col dire: "Io non mi fido più di nessuno. Mi fido solo di Dio per cui mi rifugio nella preghiera e cosi sto bene, anche se a volte mi sento un po solo."

Fidarsi di Dio è già una cosa bella, e non è poco, ma se oltre a pregare mi metto anche ad ascoltare il Signore, penso che mi dirà: "Tu non ti fidi più di nessuno e ti capisco, ma gli altri, possono fidarsi di te?"

Qui si capisce perché è importante riflettere sul perché Gesù ci da questo comandamento.

Un'altra domanda che s'impone è cosa succede se non lo metto in pratica: Dio mi punisce? No, i comandamenti il Signore ce li da come un genitore da un buon consiglio al figlio amato; se poi il figlio vuole ugualmente andare in bicicletta senza mani, capirà quando si fa male, e questo dispiace al padre.

Dio m'invita ad amarlo, il che si concretizza nel dare tempo alla preghiera e all'ascolto della sua Parola, perché è li che ricevo il suo amore e l'energia necessaria per avere voglia ogni giorno di fare un passo verso qualche fratello che ha bisogno di qualcuno di cui possa fidarsi. Facendo questo mi sento utile e sto bene. In altre parole più che amare Dio è importante scoprire l'amore di Dio per me, che diventa la pompa di benzina dove vado a fare il pieno, per poi essere in grado di camminare incontro ai fratelli che il Signore mette sul mio cammino.

Non posso solo dare, non posso solo ricevere. Per stare bene ho bisogno di tutti e due; e qui c' è la parolina chiave: ho bisogno. Ho bisogno di amare e di essere amato. Per questo il Signore, che ci conosce e ci vuole bene, ci dà questo consiglio: "Ama Dio e il prossimo".

 

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