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TESTO Ascolta, Israele!

don Luca Orlando Russo

XXXI Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (04/11/2012)

Vangelo: Mc 12,28-34 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 12,28-34

28Allora si avvicinò a lui uno degli scribi che li aveva uditi discutere e, visto come aveva ben risposto a loro, gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». 29Gesù rispose: «Il primo è: Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; 30amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. 31Il secondo è questo: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Non c’è altro comandamento più grande di questi». 32Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; 33amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici». 34Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

Il brano evangelico di questa domenica si inserisce all'interno di una sezione del vangelo di Marco che presenta una serie di dispute tra Gesù e degli interlocutori che intendono metterlo alla prova. Il dibattito sui comandamenti è il quarto di cinque e ha la forma di una conversazione con uno scriba che concorda con Gesù e con quanto egli afferma.

Gesù introduce la sua risposta con la citazione del passo di Dt 6,4s., che costituiva la preghiera quotidiana dell'ebreo e il fondamento della teologia dell'antico Israele. In altre parole, Gesù afferma che il comandamento dell'amore scaturisce immediatamente dalla fede nell'unico Dio. Solo un cuore che non coltiva l'idolatria converge con tutto se stesso verso ciò che conta.

Riconoscere che il Signore è l'assoluto permette di calibrare nella maniera corretta il nostro rapporto con tutto. Se la nostra coscienza, non riconosce che il Signore è l'unico Assoluto, il nostro rapporto con la realtà è un rapporto sfasato e scorretto.

L'amore per Dio, riconosciuto come unico Signore, è la garanzia per accedere all'unica verità possibile, al nocciolo di ciò che può dare senso alla nostra vita; sta qui la sapienza. La questione sul «primo dei comandamenti» non è una tra le tante, è la questione fondamentale per chi è alla ricerca di un senso che possa dare compimento alla propria vita. Ci giochiamo, noi uomini, il senso del nostro vivere e Gesù sa bene che dire una parola chiara su questo è il supremo servizio alla vita dell'uomo. Sull'accoglienza e sul rifiuto di questo momento di verità ciascuno di noi può farsi i conti, prendere le misure e scegliere di dare il senso giusto alla propria vita.

L'amore di Dio e l'amore del prossimo vengono strettamente connessi da Gesù che li presenta essenzialmente uniti e secondo la loro intrinseca successione: l'amore di Dio che ci ama, ci rende capaci di amare lui e il prossimo; e nell'amore del prossimo si manifesta l'amore che Dio ha per noi e che noi esprimiamo verso di lui.

La vera novità del messaggio di Gesù è aver messo insieme l'amore per Dio e l'amore per il prossimo, aver creato un legame così stretto tra l'amore di Dio e l'amore del prossimo che non possiamo più pensare di tenere gli occhi rivolti al cielo distogliendoli dalla terra. D'altro canto non è nemmeno più possibile pensare di amare i nostri fratelli se prima non ci siamo seriamente interrogati se Dio è l'Unico Signore della nostra vita. Non lo dimentichiamo ad un cuore idolatra non sarà mai possibile amare!
Buona domenica e buona settimana.

 

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