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TESTO "Ecco, manda me!" Ogni vita è vocazione

don Roberto Rossi  

V Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (08/02/2004)

Vangelo: Lc 5,1-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 1mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, 2vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. 3Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.

4Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». 5Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». 6Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. 7Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. 8Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». 9Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; 10così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». 11E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

Siamo chiamati oggi a meditare sul mistero della chiamata di Dio. Noi sappiamo che ogni vita è vocazione e che ad ogni vocazione è legata una particolare missione da compiere. Fin dall'inizio della storia della salvezza Dio ha chiesto agli uomini la loro collaborazione per realizzare il suo progetto di salvezza a beneficio dell'umanità. Nell'Antico Testamento sono stati chiamati i patriarchi e i profeti, nel Nuovo Testamento lo stesso Gesù e gli apostoli.

Ma Dio continua ancora oggi a chiamare uomini e donne perché collaborino alla costruzione del suo regno nel mondo e facciano conoscere alle persone di tutto il mondo il suo messaggio di amore e di pace.

Dalle letture emerge la chiamata divina innanzitutto come un manifestarsi di Dio all'uomo. Prima di inviare, di affidare una missione, Dio si fa conoscere nella sua grandezza e bontà. L'uomo è posto davanti alla verità di Dio che illumina e gli fa comprendere la sua realtà di creatura debole, fragile, limitata, peccatrice. Eppure è proprio dell'uomo che Dio si serve per diffondere il messaggio di salvezza. È un impegno che quotidianamente si scontra anche con le nostre "labbra impure", con la limitatezza del nostro dire che può deformare o inquinare la limpidezza della Parola di Dio, con il dramma di sconfessare con fatti e scelte concrete, ciò che professiamo a parole o, perfino (come è accaduto anche all'apostolo Paolo), di ostacolare il piano divino. E' interessante notale le esperienze, le sensazioni, la paura per la consapevolezza della propria indegnità e infine la risposta generosa sia di Isaia, sia di Pietro e degli apostoli.

Isaia, davanti alla manifestazione di Dio sente tutto il suo peccato e il peccato del suo popolo, ma si apre alla fiducia: "Eppure i miei occhi hanno visto il re, il Signore delle schiere celesti". Si lascia purificare e Dio gli dà questa certezza: "E' scomparsa la tua iniquità e il tuo peccato è espiato". E alla voce del Signore che chiede: "Chi manderò, chi andrà per me", Isaia risponde con una generosità unica: "Ecco, manda me!"

Così Pietro: nel racconto del vangelo Gesù dice a Pietro: "prendi il largo e cala le reti."

"Maestro abbiamo faticato tutta la notte, e non abbiamo preso niente. Ma sulla tua parola getterò le reti". Nella fede Gesù compie per Pietro e i suoi compagni il miracolo della pesca abbondante. Pietro, davanti a Gesù, riconosce tutta la sua debolezza e i suoi peccati: "Allontanati da me che sono un peccatore." Ma Gesù lo chiama con una vocazione grande: "Non temere, d'ora in poi sari pescatore di uomini". E viene sottolineata ancora la generosità della risposta: "Lasciarono tutto e lo seguirono", perché avevano trovato Gesù e Gesù è tutto e li costituisce partecipi e continuatori della sua missione.

Questa liturgia ci porta a pensare alla grande vocazione dei consacrati, i sacerdoti, le suore, i religiosi, i missionari: preghiamo intensamente per la loro fedeltà, la perseveranza, la loro santificazione e vogliamo pregare, come Gesù ci raccomanda, per chiedere sempre nuove vocazioni generose e gioiose.

Poi ciascuno di noi deve pensare come vive la propria vocazione, nella famiglia, nel lavoro o nello studio, nella sofferenza, nelle varie situazioni in cui si trova.

Tutti possiamo vivere la vita come vocazione; vocazione a continuare l'opera e la missione di Gesù, con la generosità del cuore: "Ecco, manda me!".

Vista la grandezza e la delicatezza del compito affidatoci chiediamo al Signore di sostenerci con il suo Spirito. È sempre lo Spirito che ci aiuta nella fede, nell'amore a Dio e ai fratelli, in ogni impegno cristiano.

 

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