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TESTO Educarci all'amore vero

don Luigi Trapelli

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XXVII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (07/10/2012)

Vangelo: Mc 10,2-16 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 10,2-16

2Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, gli domandavano se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. 3Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». 4Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». 5Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. 6Ma dall’inizio della creazione li fece maschio e femmina; 7per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie 8e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. 9Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». 10A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. 11E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; 12e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».

13Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. 14Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. 15In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». 16E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.

Non è bene che l'uomo sia solo, gli voglio fare un aiuto che gli sia simile.

E Dio creò la donna.

Questo brano di Genesi ci fa comprendere due realtà sulle quali è giusto fermarci: il problema della solitudine e l'importanza del rapporto uomo-donna.

Gesù, nel Vangelo, è molto radicale affermando che l'uomo non separi ciò che Dio ha congiunto.

Sentirsi soli è il dramma di tante persone: penso ai vedovi e alle vedove, ai tanti uomini e donne lasciati dai propri partner, ai tanti giovani che, anche se stanno insieme con altre persone, di fatto si sentono soli, non capiti, non ascoltati.

Quante volte abbiamo sperimentato la solitudine con Dio, l'abbiamo visto assente dalla nostra vita o non abbiamo confidato in Lui.

Non è bene che l'uomo sia solo è una parola che possiamo rivolgere a tanti di noi e, anche se è bello rimanere per dei momenti da soli, è altrettanto vero che l'uomo è fatto per uscire da se stesso e andare verso l'altra persona.

Il legame che si crea tra l'uomo e la donna, diventa frutto di questo comandamento del Signore, per cui la scelta normale è quella di vivere la grande esperienza del matrimonio.

Parlare di matrimonio non è facile, perché la realtà che si presenta a nostri occhi è difficile.

Le separazioni crescono con dati allarmanti.

Tali separazioni avvengono nei primi anni di matrimonio o quando i figli crescono e sono più autonomi.

Ossia avvengono da un lato per una scarsa conoscenza della persona che si sposa e dall'altro perché si dona troppo risalto ai figli e non al rapporto di coppia che è sempre fondamentale.

Non siamo qui a giudicare, perché ogni realtà ha la sua storia, ma riflettere sull'importanza di valorizzare all'interno dei nostri cammini di educazione alla fede il percorso di coppia.

Vi è la fatica di conoscere chi abbiamo davanti, educandoci ad un serio rapporto di coppia e vivendo il fidanzamento come un autentico tempo di grazia.

Educarci all'amore è un lavoro lento, continuo, che comincia dalla nascita.

E' allenarci ogni giorno a gustare le gioie e i sapori della vita, imparando a scoprire la novità che la persona che ho in fianco mi dona.

Come cristiani impariamo a comprendere che, nell'amore tra l'uomo e la donna, è presente l'amore che Cristo offre a ciascuno di noi che siamo la sua Chiesa.

E' il grande valore di un amore che diventa sacramento.

Ma il sacramento matura nella fede!

Per questo quando due persone si sposano, cerco di far comprendere come il valore fondamentale, oltre all'attrazione fisica, sono i valori legati alla fede compreso il sacrificio, la rinuncia, la schiettezza, il perdono reciproco.

Torniamo alle origini, al momento in cui Dio offre all'uomo una compagna, perché sia osso delle sue ossa e possa vincere quella solitudine che ha sempre fatto paura all'uomo.

Noi siamo fatti a immagine e somiglianza di Dio.

 

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