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TESTO Il progetto di Dio per il bene degli uomini

don Roberto Rossi  

XXVII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (07/10/2012)

Vangelo: Mc 10,2-16 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 10,2-16

2Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, gli domandavano se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. 3Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». 4Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». 5Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. 6Ma dall’inizio della creazione li fece maschio e femmina; 7per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie 8e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. 9Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». 10A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. 11E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; 12e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».

13Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. 14Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. 15In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». 16E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.

I brani della Parola di Dio affrontano un argomento importan­tissimo ed anche molto scottante: l'indissolubilità del matrimonio. La prima lettura presenta il progetto di Dio sulla famiglia. Eccolo: Dio ha pensato la famiglia perché fosse una, indissolubile e aperta alla vita. E basta poco per riconoscere che è questo e soltanto questo il bene della famiglia. Ma se la famiglia è pensata da Dio in questo modo, ne deriva che ogni volta che l'uomo si allontana dal progetto di Dio, egli moltipli­ca affanni, sofferenze, squilibri e amarezze: perché le leggi di Dio ci sono date per il nostro bene e non si violano mai impunemente. Tante volte portiamo le conseguenze dei nostri errori.

E che cosa è accaduto del progetto di Dio? Il Vangelo presenta una situazione di famiglia che non è più secondo il progetto di Dio: è entrato il peccato ed ha avvelenato l' opera stupenda del Signore.

L'uomo e la donna si sono induriti nel cuore ed hanno deviato dal progetto di Dio: l'egoismo è diventato legge suprema e il capriccio è diventato assurdamente un diritto. Tenendo presente questa situa­zione, alcuni pongono a Gesù la domanda: "È lecito ad un uomo ripu­diare la propria moglie? Oppure: è lecito ad una donna ripudiare il proprio marito?".
Gesù risponde senza esitazione: "No! Mai!".

La famiglia è una unità voluta da Dio e quindi l'uomo non osi separare ciò che Dio ha unito. Se lo fa', l'uomo si assu­me tutto il rischio della scelta contro il progetto di Dio.

La risposta è netta e lascia con il fiato sospeso. Anche gli apostoli restarono impressionati e ritornarono sull'argomento quando si ritrovarono soli con Gesù. La seconda risposta di Gesù fu ancora più chiara: "Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un' altra, commette adulterio. E se la donna ripu­dia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio".

Gesù difende fino in fondo l'unità della famiglia: sul contenuto della Sua volontà non ci sono dubbi. Davanti a tale fermezza alcuni provano un sospetto: la risposta di Gesù è una risposta intransigente o è una risposta sapiente? È una risposta crudele o è una risposta fedele al bene vero dell'uomo, della donna e dei figli?

Una cosa è certa: essa è comprensibile soltanto dentro un contesto di fede. Infatti chi crede, sa che la vita è sacrificio, è offerta di sé, è impe­gno e servizio: anche nel matrimonio.

Chi crede, sa che i conti non si tirano quaggiù frettolosamente e, quindi, chi crede affronta anche le prove con la tranquillità di chi sa che tutto è provvisorio quaggiù: il tempo presente, con le sue prove, va valutato pensando al domani, cioè al momento in cui Dio farà i conti per tutti.

La norma di Gesù è comprensibile soltanto per chi ha messo tutta la vita dentro questa sapienza di fede. Tuttavia è possibile presentare, anche a chi non crede, la sapienza. della risposta di Gesù.

Alcuni dicono: ma se la famiglia è sfasciata, perché non prender­ne atto? Perché continuare a stare insieme? Sembra un ragionamento pulito, invece nasconde una grande debolezza. Infatti con questo ragionamento che accetta con rassegnazione le situazioni di fatto create dagli uomini, si può arrivare ad approvare qualsiasi cosa.

Facciamo alcuni esempi. Sempre ci sono state nel mondo delle guerre: vuoI dire che sono inevitabili. Allora perché non dichiariamo legittime le guerre?

C'è sempre stato odio nel mondo. Perché non ne prendiamo atto? Perché non concediamo il diritto di odiare? Ci sono sempre stati furti, prostituzione e omicidi. Se sono un fatto comune, perché non emaniamo una legge di approvazione?

Sono ragionamenti assurdi. Eppure riguardo alla famiglia, bene preziosissimo, gli uomini seguono proprio la logica dell'assurdo.

Cristo non ragiona così. Egli sa che se la famiglia si sgretola, a monte c'è sempre una responsabilità, a volte una colpa, a volte un peccato: e Cristo non darà mai via libera al peccato, non chiamerà mai "diritto" ciò che è soltanto egoismo e rifiuto di amare.

Chiaramente due persone infedeli, formeranno una famiglia infe­dele; due persone vuote e superficiali, formeranno una famiglia vuota e superficiale.

Però non si chieda di adattare!a famiglia all'egoismo delle perso­ne: sono invece le persone che debbono convertirsi alla grandezza e all'impegno della famiglia.

La parola di Gesù è proprio questa: ricostruire, ritornare all'origine, ripartire con umiltà e pazienza. Sì, umiltà e pazienza: due virtù oggi trascurate! Qualcuno potrà dire: ma questo è eroismo!

Certamente! Ma - pensiamoci bene - la vita non chiede a tutti, prima o poi, risposte di eroismo? Sopportare una grave malattia, non è eroismo? Seguire i figli nel rischioso cammino dell'educazione, non è eroismo? Affrontare la vecchiaia con sereno e reciproco rispetto, non è eroismo? Restare sereni davanti alla morte e davanti alle disgrazie, non è eroismo?

Nella società di oggi può capitare che i dolori si scansano, le fatiche si rifiutano, gli anziani si emarginano, i bambini si abbandonano, la morte si nasconde: triste­mente dobbiamo riconoscere che la società del tempo libero non ha più tempo per le cose sante e le cose serie. Si tratta di accogliere il progetto di Dio, di costruire la vita e le famiglie nella maniera più solida e più bella, per il bene delle persone, per la salvezza della società, per la santità della Chiesa.

 

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