TESTO Prendi il largo!
don Marco Pratesi Il grano e la zizzania
V Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (08/02/2004)
Vangelo: Lc 5,1-11

In quel tempo, 1mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, 2vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. 3Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
4Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». 5Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». 6Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. 7Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. 8Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». 9Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; 10così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». 11E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
Per la riflessione sul Vangelo offro una sintesi di alcune idee della "Novo millennio ineunte", soprattutto i nn. 15 e 58, dove il Papa si sofferma sull'espressione del vangelo odierno "Duc in altum", "prendi il largo".
Come chiesa, facciamo spesso l'esperienza dei discepoli descritta nell'episodio della pesca miracolosa: «Abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla».
Le attività, i progetti pastorali a volte, forse spesso, vanno incontro al fallimento e lasciano un senso di frustrazione e di avvilimento.
È il momento della fede, della preghiera, del dialogo con Dio, per aprire il cuore all'onda della grazia e consentire alla parola di Cristo di passare attraverso di noi con tutta la sua potenza: Duc in altum!
È il momento di contemplare il volto di Cristo: considerare Gesù, nei suoi lineamenti storici e nel suo mistero profondo, riconoscerlo e accoglierlo nella sua molteplice presenza nella Chiesa e nel mondo, scoprirlo come senso della storia e luce del nostro cammino.
La preghiera ci fa vivere questa dimensione. Essa ci ricorda costantemente il primato di Cristo, della vita interiore e della santità; primato che non è possibile vivere senza un continuo ascolto della Parola di Dio.
Di questa Parola Pietro e i primi compagni si fidarono: gettarono le reti «e presero una quantità enorme di pesci».
Il braccio di Dio non è paralizzato: il Figlio di Dio compie anche oggi la sua opera; però dobbiamo avere occhi penetranti per vederla e un cuore grande per diventarne noi stessi strumenti.
Se poi davvero abbiamo contemplato e amato Cristo, ci sentiamo invitati ancora una volta a metterci in cammino: "Andate dunque e portate a tutti la Buona Notizia". Il mandato missionario ci invita allo stesso entusiasmo che fu dei primi cristiani: possiamo contare sulla forza dello stesso Spirito che ci spinge a ripartire oggi sorretti dalla speranza.
Guardiamo allora avanti, e prendiamo il largo sulla parola di Cristo: "Duc in altum!"
All'offertorio:
Pregate fratelli e sorelle perché questo sacrificio ci apra alla fiducia, e sia gradito a Dio Padre Onnipotente.
Al Padre Nostro:
Chiediamo al Padre che anche oggi il suo Nome sia santificato, che tra gli uomini Dio sia riconosciuto e accolto come Padre: