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TESTO Non glielo impedite

don Luca Orlando Russo

XXVI Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (30/09/2012)

Vangelo: Mc 9,38-43.45.47-48 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 9,38-43.45.47-48

38Giovanni gli disse: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». 39Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: 40chi non è contro di noi è per noi.

41Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.

42Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. 43Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile.

45E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna.

47E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, 48dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue.

Il brano evangelico di oggi è composto di due parti: la prima ci presenta una reclamo di Giovanni e la risposta di Gesù, la seconda riguarda una serie di riflessioni di Gesù circa lo scandalo. Ci soffermeremo sulla prima parte.

Il problema che pone Giovanni non è un problema secondario e, da molti, viene subito liquidato come un atteggiamento ottuso, meschino, dettato dall'invidia e dalla gelosia. A rifletterci bene l'Apostolo pone a Gesù la questione del valore dell'appartenenza alla comunità. Essere o non essere del gruppo dei Dodici, che hanno ricevuto una missione da Gesù stesso non è cosa secondaria. Per capire meglio la questione dovremmo chiederci come avremmo reagito noi se avessimo visto qualcuno invocare il nome di Gesù e non far parte della Chiesa. O, se volete, chiediamoci: è possibile essere dei "battitori liberi"?

A questo punto la prima cosa da dire con forza è che non è possibile conferirsi una missione. La Parola di Dio ci insegna che l'uomo è sempre "mandato" da Dio. Nel Nuovo Testamento questa chiamata passa attraverso il discernimento della Chiesa, Sacramento di Cristo che invia. Illuminante a questo proposito il brano degli Atti degli Apostoli (At 13,1-3) nel quale Paolo e Barnaba sono chiamati dallo Spirito Santo alla missione, ma inviati tramite la comunità.

Se ci fermassimo qui dovremmo dire che Giovanni non ha fatto assolutamente male quando ha fermato quell'uomo che scacciava i demoni nel nome di Gesù, senza appartenere al gruppo dei Discepoli. Da chi quell'uomo ha ricevuto la missione? Se l'è data da solo? E con quale autorità?

Troppo facile allora dire che Giovanni ha sbagliato. Ma l'intervento di Gesù è davvero chiarificatore. Egli, infatti, invita l'Apostolo a riflettere che l'appartenenza alla comunità cristiana e una specifica missione in essa può essere, certo in casi straordinari, un dono che il Signore può fare a qualcuno anche scavalcando la stessa comunità cristiana. Ma Gesù, a ben leggere il testo, sottolinea che tutto questo si accompagna sempre (e sottolineo sempre) ad uno spirito di benevolenza verso il nome di Gesù e verso la comunità dei Dodici. Dove c'è malevolenza, pettegolezzo o addirittura calunnia non c'è mai lo Spirito Santo!

Ascoltando quello che dice Gesù, ci viene allora di benedire Dio per tutte quelle volte che ha suscitato carismi genuini, che sono il segno della sua misericordia per tutti noi. Una preghiera sgorga spontanea: Signore continua ancora oggi, attraverso la Chiesa e anche senza di essa, a far nascere uomini e donne che nel mondo operino per liberare l'uomo dalla schiavitù nei confronti del male.
Buona domenica e buona settimana!

 

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