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TESTO Come mi conosci?

Riccardo Ripoli  

Santi Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele (29/09/2012)

Vangelo: Gv 1,47-51 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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47Gesù intanto, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». 48Natanaele gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». 49Gli replicò Natanaele: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». 50Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». 51Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».

Vi è mai capitato di incontrare una persona che, pur non avendola mai conosciuta, sappia tutto di voi? Quando accade ci stupiamo sempre un po'. Ogni volta che arriva un bambino in affido sappiamo molto su suo passato, sulle sue reazioni e comportamenti, ed è cosa importante per poter trattare con lui. Il nostro comportamento si deve adeguare alle sue esigenze, così può capitare che ci comportiamo in modo diverso davanti ad un problema a seconda del bambino che vi è coinvolto. E' questo il cercare di essere buoni genitori e dare la punizione quando serve, ma evitarla se può fare più danni che altro.

Così fa il Signore con noi. Ci conosce e sa di cosa abbiamo bisogno, sa come trattare con noi, sa come prenderci, vuole solo che abbiamo fede in Lui, che lo seguiamo sulla strada che ci indica. Tanti sono i segni che ci invia, le necessità di chi ha bisogno che ci mostra. Se un giorno incontriamo una persona che ci cambia la vita, state certi che è stato il Signore a mandarla a bussare alla vostra porta. Il Signore sa ciò di cui avete necessità, ancor prima che ve ne accorgiate voi stessi.

Un figlio è innamorato dei propri genitori perché lo conoscono nei suoi pregi e difetti e lo accettano per quello che è. La mia mamma mi chiamava "Belfagor" perché diceva che avevo un brutto carattere, ma ero dolce e gentile, pieno di amore per lei. Ai tempi dell'adolescienza era forse l'unica ad amarmi con tutto il cuore, ad accettarmi per quello che veramente ero. Tutti si fermavano all'apparenza di un ragazzo sempre irascibile e prepotente e nessuno voleva andare oltre a vedere cosa ci fosse nel suo cuore. La mia rabbia forse derivava proprio da questo, dal fatto che nessuno approfondisse e vedesse cosa provavo realmente. Se non avessi avuto mia madre vicina penso che non sarei mai cambiato, penso che sarei stato l'eterno arrabbiato, colui che non si sentiva capito ed amato da nessuno.

Il Signore fa così con tutti noi. Ci conosce, ci prende per il verso giusto, ci brontola se e quando sa che quel rimprovero può darci la possibilità di capire e di cambiare. Ci accarezza quando tutti sono pronti a darci mazzate sulla testa e ci consola nel momento della tristezza come nessuno saprebbe fare mai.

 

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