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TESTO Il Figlio dell'uomo deve soffrire molto

Riccardo Ripoli  

Venerdì della XXV settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (28/09/2012)

Vangelo: Lc 9,18-22 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 9,18-22

18Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». 19Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia; altri uno degli antichi profeti che è risorto». 20Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio». 21Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno.

22«Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».

Amara verità. Chi fa qualcosa per gli altri dovrà passare attraverso mille tribolazioni, giudizi, accuse, denunce, condanne, finanche ad essere bandito ed allontanato da coloro che detengono il potere, a qualunque livello. Così nell'affido i servizi sociali non ammettono che tu possa avere una tua idea riguardo alla situazione del ragazzo, non dialogano sulle decisioni che dovranno essere prese per la sua vita, ti accarezzano mentre alle spalle già si muovono in direzioni opposte. I comuni ti ostacoleranno perché pensano immediatamente a quanto possa loro costare, economicamente ed in termini di voti, una tua campagna verso un qualche principio da loro dimenticato, oppure un tuo muoverti a favore di una categoria di persone di cui loro non si sono mai occupati. Coloro che nella società civile o religiosa sentono di avere il predominio per trattare certi argomenti e non ammettono che altri possano ingerire in tali questioni.

Insomma, il Signore ci avverte, "Quello che hanno fatto a me lo faranno anche a voi. Fate del bene, accogliete un bambino in affido, aiutate i senza tetto, soccorrete gli immigrati e ne vedrete delle belle. Anziché abbracciarvi, stringervi la mano, camminare insieme a voi nella polvere delle strade per migliorare il mondo in cui viviamo, vi ostacoleranno, diranno male di voi, convinceranno altri a starvi lontano, vi isoleranno, vi uccideranno se non fisicamente moralmente e faranno di tutto per impedirvi di operare". Amara verità. Ma bisogna passarci, non ci si deve adeguare al potere, mettersi in fila per ricevere la nostra razione quotidiana di pappa e la carezza sulla testa per tenerci buoni. Una ribellione civile, composta, educata, diplomatica, ma tenace, forte, che vada diritto all'obiettivo di aiutare chi è in difficoltà contro le sue pene quotidiane e contro il potere che preferirebbe sotterrare il problema in modo da poter dire "non esiste".

Chi ce lo fa fare? Tante volte questa domanda viene rivolta a coloro che prendono un bambino in affido, che passano le loro giornate con i poveri, che vanno a trovare gli ammalati negli ospedali ed i carcerati in prigione.
La risposta è semplice. La speranza.

La speranza in un mondo migliore, la speranza di migliorare la vita di una persona, la speranza di combattere il male, la corruzione, la cattiva politica, le brutte abitudini. E' il Signore a darci questa fiducia quando ci dice "Vi accadrà tutto questo, ma il terzo giorno risorgerete". Avremo le nostre rivincite, nonostante mille ostacoli miglioreremo la vita di qualcuno, godremo di tantissime piccole e grandi soddisfazioni" Basta avere fiducia in Dio, nelle nostre capacità, non mollare dinanzi alle difficoltà che incontriamo e la nostra resurrezione sarà grande.

 

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