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TESTO Commento su Marco 7,31-37

padre Paul Devreux

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XXIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (09/09/2012)

Vangelo: Mc 7,31-37 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 7,31-37

31Di nuovo, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidone, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. 32Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. 33Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; 34guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». 35E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. 36E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano 37e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».

Oggi il vangelo ci parla di una guarigione che Gesù opera in terra pagana. E' un sordo che parla a fatica, come è il popolo di Israele di cui parla la profezia di Isaia che abbiamo letto nella prima lettura. Dice la profezia che verrà un giorno in cui tutto il popolo potrà gridare di gioia, annunziando l'amore di Dio perché avrà saputo ascoltare. Ricordiamo che nella bibbia, ascoltare significa capire e mettere in pratica; il contrario, per fare un esempio semplice, di chi sa benissimo che fumare fa male e non smette.

Si arriva alla fede con l'ascolto. Notiamo che il sordo viene accompagnato da Gesù, e questo è ciò che deve fare la comunità dei credenti, ovvero noi.

Gesù lo porta lontano dalla folla. E' necessario allontanarsi dai luoghi dove regnano altre voci, altre credenze. Ci vuole tempo e silenzio per ascoltare.

Poi gli pone le dita nelle orecchie e gli tocca la lingua, per manifestargli che capisce il suo problema, la sua sofferenza e la disponibilità a condividerla.

Poi guarda verso l'alto per essere in comunione con il Padre, e in questa comunione Gesù interviene e dice apriti!, apriti alla venuta del Signore.

Il brano si conclude con un canto di gioia di tutta la comunità, contenta di vedere la trasformazione che la parola ha operato nella vita del sordo, e dicono: "Ha fatto bene tutte le cose", perché riuscire a far sì che qualcuno impari ad ascoltare significa salvarlo da tutte le miserie di questo mondo. Vale per la religione, ma vale anche in tutte le situazioni della vita. Esempi: se in famiglia tutti parlano ma nessuno sa ascoltare, dura poco. Se un medico non sa ascoltare i pareri di altri medici, impara poco, se un prete non ascolta ciò che predicano gli altri, alla fine si ripete, se si va a scuola e non si ascolta il professore, non si cresce...

Oggi tocca a noi portare i sordi da Gesù. Oggi i sordi sono tutti i poveri, tutti quelli che potrebbero stare meglio se incontrassero il Signore e una comunità cristiana accogliente; potrebbe essere anche un prete. E' chiaro che questo implica da parte nostra la disponibilità ad ascoltare il Signore.

 

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