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TESTO In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna

Riccardo Ripoli  

Assunzione della Beata Vergine Maria (Messa del Giorno) (15/08/2012)

Vangelo: Lc 1,39-56 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 1,39-56

39In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. 40Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo 42ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? 44Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. 45E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

46Allora Maria disse:

«L’anima mia magnifica il Signore
47e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
48perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

49

Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;

50

di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.

51

Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

52

ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;

53

ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.

54

Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,

55

come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».

56Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

Quando Maria era in attesa di Gesù seppe che anche sua cugina Elisabetta stava aspettando un figlio e non ci pensò due volte nell'affrontare un lungo viaggio per andare ad aiutarla. Il Signore aveva scelto una donna semplice e, nonostante il grande dono ricevuto da Dio, non si montò la testa e pensò subito ad aiutare chi aveva bisogno di lei.
Semplicità, umiltà sono doti che fanno grande una persona.

Fino al giorno in cui morì mia madre non avevo molto il culto della Madonna, dicevo l'Ave Maria perché me l'avevano insegnata, ma non ci riflettevo molto. Quando ebbi l'incontro con Don Luigi, dal quale nacque in me l'idea dell'Associazione, cominciai ad avvicinarmi sempre più alla figura della Madre di Dio, complice questo grande sacerdote che era innamorato della figura di Maria, tanto da dedicarLe la sua vita nel Santuario Mariano di Montenero, alle porte di Livorno.

Parlava spesso di sua madre quando doveva parlare della Madonna e questo accostamento pian piano ha fatto breccia nel mio cuore. Senza accorgermene ho cominciato anche io ad accostare Maria alla mia mamma, ad affidarmi a Lei come fa un figlio quando vuole ottenere qualcosa e prima di domandarla "ufficialmente" chiede consiglio e aiuto per l'intermediazione alla mamma.

Così fanno i miei ragazzi. Quando devono chiedere qualcosa prima tastano il terreno con Roberta che sanno essere più malleabile di me per certi argomenti, ed in certi casi chiedono che sia lei a introdurre l'argomento mettendolo in tavola, oppure è sempre Roberta che indica loro quando sia il momento migliore per avanzare una certa richiesta.

Le mamme insegnano ai figli a comportarsi, la furbizia legata all'amore e al rispetto, la tenacia e la perseveranza.

Don Luigi diceva sempre che la sua mamma lo chiamava "Saporito mio" e mentre ne parlava esprimeva una dolcezza particolare, come se in quel momento tornasse ad essere bambino tra le braccia di colei che gli aveva donato molto più della vita.

Questa dolcezza la provo ogni volta che mi rivolgo alla Madre Celeste, quando mi affido alle Sue braccia perché stanco, sconsolato, triste, così come facevo con la mia mamma quando era fisicamente vicino a me.

Nel mio immaginario mia madre è sempre rimasta giovane, morta a 47 anni, lei che aveva paura di invecchiare, mi è vicina con i suoi insegnamenti, con il ricordo delle sue carezze. La ritrovo nei piccoli gesti di quotidianità, nelle esperienze di vita, nelle parole che dico ai miei ragazzi.

L'amore per la Madonna rinforza questo legame perché è come se fosse una continuazione di quella bellissima esperienza terrena, è come se fosse mia mamma ancora in vita, vicino a me. Pregare la Madonna, confidarLe le mie pene, rivolgermi a Lei quando trascorro notti insonni preso da mille pensieri mi rasserena e mi dona speranza. Lei che con grande umiltà ha affrontato la pena della morte di un Figlio, Lei che si era messa in ombra per lasciare a Gesù lo spazio che gli serviva per compiere la Sua missione, Lei che da sempre ha portato dentro sé una spada che Le avrebbe poi trafitto il cuore.

La mamma di Gesù è la Mamma di tutti noi, guardare a Lei significa avere qualcuno che interceda per noi presso Dio, così come accadde alle nozze di Cana.

Un salesiano una volta fece un sogno, raccontò Don Luigi in una sua predica, nel quale lui e tutti i suoi confratelli cercavano di salire una scala che portava direttamente a Dio, ma inesorabilmente scivolavano a terra prima di essere riusciti a salire in alto. Il salesiano allora scorse poco distante Maria che faceva cenno di salire da un'altra scala che portava direttamente a lei. Egli prese a salire e arrivò dalla Madonna che gli indicò la strada per arrivare da Gesù.

Ispiriamoci alla figura di Maria per la nostra vita, cerchiamo la semplicità e l'umiltà in ogni nostro gesto senza farci prendere dalla superbia per un risultato raggiunto, rivolgiamoci a Lei per arrivare a Dio: quale figlio pieno di amore per sua madre rifiuterà una richiesta che provenga da lei?

 

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