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Riccardo Ripoli  

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S. Bartolomeo apostolo (24/08/2012)

Vangelo: Gv 1,45-51 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 1,45-51

45Filippo trovò Natanaele e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». 46Natanaele gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». 47Gesù intanto, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». 48Natanaele gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». 49Gli replicò Natanaele: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». 50Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». 51Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».

Tutti quanti siamo chiamati ad andare a vedere cosa succede fuori dal nostro mondo, dalla nostra realtà. Le notizie al telegiornale, le associazioni che operano nei vari campi di assistenza alle persone, la fame nel mondo, le guerre, le calamità naturali. Tutti sono richiami per la nostra anima, cuore, intelletto. Stimoli che quasi mai accogliamo. Nessuno di noi può, da solo, cambiare il mondo, ma ognuno di noi può dare un bicchier d'acqua a chi ha sete, un tozzo di pane a chi ha fame, una parola gentile a chi incontra per la strada, qualche minuto di compagnia a chi giace in ospedale, una lettera con poche righe a chi è in carcere. Quanti di voi alzano il sedere dalle proprie comode poltrone per andare a vedere la pena che c'è nel quartiere accanto al vostro? Alcuni sono chiamati con forza dal Signore, magari dopo tante richieste cadute nel vuoto. Così è accaduto a me. Fino a ventuno anni amavo la bella vita e poco mi preoccupavo di chi soffriva, o meglio me ne sarei anche preoccupato se avessi ascoltato i messaggi che arrivavano dall'esterno della mia sfera di cristallo ove mi ero comodamente rinchiuso. Esistevano le mie vacanze, la mia casa, la mia famiglia, il mio mangiare, le mie amicizie e non vedevo altro. Non era cattiveria o egoismo, era grande pigrizia, paura forse di vedere cose che preferivo rimanessero fuori dalla mia vita. Così è per molte persone, hanno il loro lavoro, la famiglia, le amicizie, le piccole comodità quotidiane ed allora perché andare altrove? Perché guardare in altre direzioni? Sono malati? Qualcuno li curerà. Sono in carcere? Peggio per loro. Sono bambini abusati? Ci pensino i servizi sociali. Ma dove pensate di andare ancora indossando i paraocchi e girandovi da tutte le parti pur di non guardare, pur di non vedere che ci sono realtà brutte per le quali basterebbe anche un'ora sola a settimana sottratta al parrucchiere, alla palestra, ad una cena con gli amici per dare gioia e speranza ad una persona, per sostenere un'associazione che si batte per i diritti di qualcuno, per ... per dare un senso alla propria vita, un senso che sia quello di benessere agli altri, ma soprattutto a noi stessi.

Quando il Signore ha chiamato in Paradiso la mia mamma, è come se mi avesse svegliato dal mio torpore con un fortissimo richiamo. Io sono di carattere duro e se Gesù non mi avesse scrollato con forza la polvere che negli anni avevo accumulato, probabilmente non sarei più riuscito ad andare verso gli altri. Ma voi non aspettate che il Signore gridi con forza il vostro nome per destarvi e camminare sulla strada che vi ha indicato. Non è detto che la via che vi siete scelti sia sbagliata, anzi per la maggior parte di voi è certamente un bel cammino di amore verso il coniuge, i figli, i parenti. Dio non vi chiede di cambiare le vostre scelte, di andare in missione o mettervi davanti ad un carro armato per evitare che uccida degli innocenti, vi chiede di prendere un sentiero che corre parallelo alla vostra vita e che vi porta a fare solo una piccolissima deviazione, durante la quale non perderete di vista i vostri cari, gli affetti, le abitudini e le comodità. In questo sentiero vedrete cose che non avete mai visto, le collocherete nel giusto spazio, le valuterete. Solo questo vi chiede Dio "vieni e vedi". Certo è il primo passo per poi fare, ma vi chiede solo "vieni e vedi".

Ognuno si immagina le situazioni diverse da come sono nella realtà, le adatta alla propria mentalità, le valuta in base alle proprie esperienze, ma non si preoccupa mai di andare a toccarle con mano, a parlare con i personaggi che animano quelle storie, perché se lo facesse si accorgerebbe che la realtà è ben diversa dalle fantasie che ci siamo fatti.

Ogni persona che incontro nel mio cammino, vuoi che sia virtuale su internet o reale, la invito a venirci a conoscere, a vedere la nostra realtà. Non chiedo nulla, desidero solo che le persone si rendano conto che esiste un mondo diverso dal loro, ove ci sono bambini e ragazzi che non hanno famiglia o dove ci sono problemi. Di centinaia e centinaia di persone che invito ogni anno, solo pochissimi varcano la soglia di casa, complici a volte la pigrizia, gli impegni, l'egoismo, non so e non sta a me giudicare, ma una cosa è certa, perdono una grande occasione, quella di poter vedere che l'idea che hanno di bambini che soffrono le pene dell'inferno oppure di ragazzi tremendi è completamente sbagliata. I nostri ragazzi sono solari, accoglienti, pieni di affetto verso chi viene a far loro visita anche solo per un'ora, educati e compiti, migliori di tanti altri di cosiddetta "buona famiglia". Lo dico con l'orgoglio di un padre, supportato dalle testimonianze di coloro che hanno avuto la fortuna di incontrarli. Si, la fortuna, perché chi viene a vedere torna a casa con una carica maggiore, si rende conto che aiutare un bambino, accoglierlo in casa, prenderlo in affido non è un sacrificio, ma una grande gioia. Si rende conto che se da soli non possiamo cambiare il mondo, possiamo però cambiare la vita già segnata di quel ragazzo. Da qui a fare qualcosa per il prossimo è tutt'altra cosa, ma questa è un'altra storia e sta a voi decidere se scriverla. Ma andare e vedere non vi costa nulla e se non lo farete avrete perso una grande occasione per crescere.

Ieri era un giorno particolare per me, il giorno in cui raggiungevo l'età della mia mamma. Ho superato mia madre in "anzianità" e non è stata una bella sensazione. Questo per dirvi che anche dopo oltre ventisei anni si continua a soffrire, ma il grazie a Dio è grande perché mi ha dato l'opportunità di vedere un mondo diverso dal mio e di goderne per l'aiuto che posso portare a tanti bimbi. Il Signore ha un progetto per ciascuno di noi, non solo quale sia quello che ha riservato a me, ma so che ieri è stato il giorno "perfetto", una giornata senza arrabbiature di rilievo, tutti al mare anche con amici esterni, una bella pescata, una giornata di sole, mare calmo e limpido come era da tanto che non si vedeva nella mia città. Come fosse stata una dolce carezza dall'alto che Gesù ha voluto darmi in questo giorno particolare.

 

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