PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Commento su Giovanni 6,51-58

Gaetano Salvati

XX Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (19/08/2012)

Vangelo: Gv 6,51-58 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 6,51-58

51Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

52Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». 53Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. 54Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. 55Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. 56Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. 57Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. 58Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

"Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui" (Gv 6,56). Le parole del Signore rivelano il senso della vita cristiana: accettare l'offerta che l'Altro fa di se stesso ed essere disponibili ai bisogni del prossimo. Eppure, anche sulle nostre labbra si pone la domanda: "come può costui darci la sua carne da mangiare? (v.52). Una domanda che interroga sempre il nostro cuore, poiché l'esito della risposta può far impegnare o meno l'esistenza per il Signore. Ma, è il Salvatore stesso che scosta ogni dubbio: egli afferma che non possiamo avere la vita vera se non mangiamo il suo corpo, "vero cibo e vera bevanda" (v.55). Accostandoci alla mensa eucaristica, masticando il corpo di Cristo, veniamo assimilati a Lui e resi partecipi della comunione con il Padre; dunque, la vita eterna, che sarà piena e definitiva dopo la risurrezione finale, è anticipata già in questa vita: il suo amore, disponibile per tutti nel pane eucaristico, ci trasforma in creature nuove, siamo uniti a Lui, e per questo, in grado di ringraziarLo per i benefici che ci concede.

Accostarsi alla mensa del Signore, lasciarsi inebriare dall'ebrezza dello Spirito tanto da "rendere continuamente grazie per ogni cosa a Dio" (Ef 5,20), significa considerare che la nostra vita è una mensa eucaristica. Infatti, mangiare la carne di Cristo significa riconoscere che l'essenza della nostra vita non è la mediocrità, il peccato, bensì una nuova storia, scritta con il Suo sangue. Ora, come la vita nuova, quella eterna, ci viene data dall'Alto, gratuitamente il Signore si fa pane per l'uomo, anche noi dobbiamo impegnarci perché ciò che abbiamo ricevuto in abbondanza sia condiviso con tutti i fratelli: se siamo pane trasformato dalla grazia di Dio, dobbiamo spezzarci per coloro che non si sono ancora accorti della luce del mondo. Amen.

Clicca per vedere i libri di Gaetano Salvati

 

Ricerca avanzata  (53970 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: