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TESTO Commento su Sapienza 2,12.17-20; Salmo 53; Giacomo 3,16-4,3; Marco 9,30-37

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XXV Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (23/09/2012)

Vangelo: Sap 2,12.17-20;Sal 53;Gc 3,16-4,3;Mc 9,30-37 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 9,30-37

30Partiti di là, attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. 31Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». 32Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.

33Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». 34Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. 35Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti». 36E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: 37«Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».

La liturgia di questa domenica ci suggerisce che per entrare nel Regno è necessario l'amore verso Dio e verso il prossimo, che è immagine di Dio. Dio Padre ama tutti gli uomini senza distinzione alcuna perché siamo tutti sue creature; non ci sono gerarchie ordinarie valide ma gerarchie capovolte. La Chiesa è una comunità di peccatori bisognosi di misericordi, non una comunità di giusti e tanto meno di chi si considera giusto e punta il dito indicando quanti hanno, a suo parere, sbagliato. L'errore è da combattere, l'errante è da perdonare. E' questo, a mio parere, ciò che ci vuole comunicare l'ufficio delle letture di questa 25a domenica del tempo ordinario. Il veramente giusto ha dato sempre fastidio a quanti giusti non sono, anche se si reputano tali, perché, in fondo, la vita onesta ustiona chi non la pratica. Il primo che si è accorto, che chi pratica la giustizia disturba quanti non la praticano, è Caino, il quale ha fatto tacere per sempre il fratello. Di questo genere di fratelli è piena la terra: i farisei e il Sinedrio con Cristo, l'inquisizione, fino ad arrivare ai campi di concentramento e ai gulag del secolo scorso, per non parlare delle più recenti, così dette conquiste della scienza e della libertà. "Condanniamolo a una morte infame, perché, secondo le sue parole, il soccorso gli verrà" (Sap 2, 20). Forse è quanto si dice oggi dai persecutori in tanti paesi dell'Africa, Dell'India del medio oriente e non solo. A quanti si trovano in questi frangenti non resta che pregare: "Dio, per il tuo nome salvami... porgi l'orecchio alle parole della mia bocca...Di tutto cuore ti offrirò un sacrificio..." (Sal 53).
Le divisioni e le invidie, spesso, portano alle guerre, quelle tra i popoli e quelle tra le persone.
Non esiste nessuna guerra che sia giusta. Come scriveva Primo Mazzolari "Ogni guerra è peccato, fare la guerra è peccato" ed inoltre è anche contro la ragione. La vera Sapienza, al contrario "è...pacifica, mite, arrendevole,...senza parzialità e senza ipocrisia" (Gc 3). Poiché nessuno è esente da tentazioni per cui bisogna stare molto attenti a non cadere nel tranello posti dalla nostra concupiscienza e bramosie. Come superare queste difficoltà, queste ingiustizie? Facendoci vittime di espiazione per i peccati della comunità degli uomini. Gesù Cristo ce lo ha insegnato. E' molto difficile condividere questa prospettiva poiché tutti riteniamo che la via del bene sia un cammino di trionfo dove ci si spartisce i posti migliori primeggiando sugli altri, vedi i figli di Zebedeo. Gesù, ci da ancora una lezione di umiltà, allorché dice loro di farsi come bambini semplici e poveri, che dipendono in tutto dal loro genitore, il solo che ha potere su di loro. E' questo un invito ad uscire dall'egoismo, causa di infelicità, e ad entrare nella via dell'amore che è la via che ha termine nel Calvario. E' bene tenersi lontani dai fanatismi di gruppo e di congregazione, perché siamo solamente una sola comunità di peccatori, bisognosa di misericordia, che lavora per il bene comune.
Revisione di vita
- Quante volte, quando la discussione si accalora abbiamo cercato, anche se verbalmente, di avere la ragione sull'altro semplicemente perché ci riteniamo più giusti?

- I figli li riteniamo nostri fratelli più piccoli o nostri servitori, che devono obbedire alle nostre richieste, e non fratelli da educare disinteressatamente?

- Quale è la nostra posizione nei riguardi della gerarchia ecclesiastica, di critica, di ribellione perché non corrispondono ai nostri sentimenti riguardo ai doveri di carità, di politica, di relativismo?
Efisio e Marinella Murgia

 

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