PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Pane di vita e di verità

padre Gian Franco Scarpitta  

padre Gian Franco Scarpitta è uno dei tuoi autori preferiti di commenti al Vangelo?
Entrando in Qumran nella nuova modalità di accesso, potrai ritrovare più velocemente i suoi commenti e quelli degli altri tuoi autori preferiti!

XVIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (05/08/2012)

Vangelo: Gv 6,24-35 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 6,24-35

24Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. 25Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?».

26Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. 27Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». 28Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». 29Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».

30Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? 31I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo». 32Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. 33Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». 34Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». 35Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!

Dopo aver sfamato migliaia di persone con il prodigioso miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, Gesù entra nel vivo del commento che accompagna questo atto e si intrattiene sulla necessità vitale del pane che non si consuma. Certo, l'alimento farinaceo materiale ha la sua importanza ed è indispensabile. Dio lo concede tutti i giorni agli uomini e anche Gesù lo ha procurato a coloro che erano disposti ad ascoltare la sua divina parola; nella preghiera del Padre nostro ci esorta a chiederlo a Dio Padre quale alimento indispensabile per il sostentamento quotidiano. Ma esiste anche un pane indissolubile, non si consuma e non perisce e che garantisce il nostro sostentamento per tutta la vita. Se il popolo d'Israele non poteva sopravvivere senza il pane provvidenziale del Cielo chiamato "manna", che è il lattice consolidato della corteccia di un albero della steppa (Ravasi), nessuno può sussistere senza il Pane Vivo disceso dal Cielo per la vita indefinita dell'uomo. Gesù precisa subito di cosa si tratta: "Io sono il pane vivo disceso dal cielo", definendo se stesso come il pane della vita che non esaurisce la sola fame momentanea ma che placa il desiderio di verità e di assoluto dell' umanità intera, che imprime nella vita dell' uomo per darle senso e fondamento e che viene concesso per pura gratuità e benevolenza divina.

Se Gesù viene visto semplicemente come il più grande uomo che sia mai esistito, non potrà mai essere differente dai tanti miti che spontaneamente si ergono sulle masse per poi capitolare trascinando anche queste nel baratro; se viene paragonato ad un leader sia pure carismatico e promettente, diventa un idolo evanescente e illusorio e se viene considerato come uno fra i tanti deluderà come qualsiasi espediente qualunquistico. Se invece Gesù viene accolto come è veramente, il Figlio di Dio fatto uomo, si riscontrerà in Lui la verità assoluta che soddisfa tutti e che rende tutti liberi (Gv 8, 32) e non si potrà fare a meno di lui come cibo che non perisce e che sostiene per la vita eterna. Se viene identificato come la Verità, certo Gesù verrà cercato e assimilato come cosa indispensabile e vitale, che si assume senza riserve e si deglutisce come un sono boccone a tavola, insomma come la Verità che si adotta ma che anche si "mangia". Non soltanto metaforicamente, ma anche materialmente, masticandola e nutrendoci di essa nel Sacramento vivo dell'Eucarestia. In Esso la Chiesa ci raduna settimanalmente da ogni luogo perché possiamo nutrirci dello stesso Signore pane vivo condividendo la sua mensa dopo aver compartito fra di noi la sua Parola e realizzato anche il vincolo di comunione e di condivisione che scaturisce immediatamente da essa. E appunto questo pasto eucaristico, che consiste nell'assumere il Cristo nel suo vero Corpo attraverso le specie del pane, eleva e fortifica il nostro spirito predisponendolo alle vicissitudini del quotidiano e dandoci forza e vigore nelle lotte e nelle difficoltà. Il pane vivo disceso dal cielo ci sostiene nella terra con le armi che provengono dal Cielo. La mensa eucaristica è luogo di comunione nel Sacramento che è riflesso della comunione che è in Dio e slancio della comunione fra tutti gli uomini, vicini e lontani.

Proprio l'Eucarestia è l'allusione principale del Vangelo di Giovanni del "mangiare la sua carne e bere il suo sangue" per avere in noi la vita, espressamente riportata soprattutto dai vv. 50 in poi dello stesso brano evangelico: cibarsi a nche materialemente di Cristo eqjuivale a cercare e ad assumere per intero la verità che ci libera e ci rinnova.

Il Gesù che ci si propone in questo senso è il Cristo della vita concreta che sostiene gli affanni quotidiani, colui che cerca spazio nella nostra vita e che vuol partecipare dei nostri problemi e delle nostre ansie, e tuttavia non è il solo Gesù della convivenza politica, economica e sociale ma resta sempre il Dio ineffabile Incarnato che è qualitativamente Differente da noi anche se di fatto ci si dimostra nostro simile e condividente, insomma il Dio con noi che è pur sempre Dio ineffabile.

Nell'episodio della moltiplicazione dei pani si era notato il lieto finale di ben 12 sporte di pane avanzato e raccolto dai discepoli, che rappresentava le 12 tribù di Israele, quindi l'intero popolo di Dio a cui è destinata la salvezza e quindi per inciso viene anche espressa la verità che il pane vivo disceso dal Cielo è destinato a risollevare le sorti dell'umanità intera che accoglie e assimila il Messia Salvatore con l'unica condizione che egli stesso pone di "credere in Colui che Dio ha mandato", accogliere e affidarsi alla verità rivelata nell'incarnazione.

 

Ricerca avanzata  (54001 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: