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TESTO Come pecore senza pastore

Giovani Missioitalia  

XVI Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (22/07/2012)

Vangelo: Mc 6,30-34 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 6,30-34

30Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. 31Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. 32Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. 33Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.

34Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

"Gesu' vide molta folla e si commosse per loro perche' erano come pecore senza pastore"

Domenica scorsa il vangelo di Marco ci aveva presentato l'invio dei 12 (Mc 6,7-13) mentre oggi leggiamo del ritorno entusiasta degli ‘Apostoli/Inviati' (Mc 6, 30-34). Nel mezzo del capitolo (vv. 13- 29) pero' l'apostolo ci offe un flash-back sulla fine violenta di Giovanni Battista che diventa un richiamo a Cristo e ai discepoli di un prezzo caro da pagare per la missione: il martirio! Comunque leggendo il brano di oggi godiamo assieme a Gesu' nell'ascoltare i resoconti vivaci degli apostoli dopo l'esperienza fatta!

Ieri mattina ho fatto visita ai nostri volontari della Caritas parrocchiale che da tre mesi si dedicano giorno dopo giorno al ‘feeding program' o programma di nutrizione per bambini malnutriti in una delle aree piu' povere della parrocchia: Building 31 di ‘Temporary Housing- Aroma'. Ho visto sia la soddisfazione dei volontari sebbene stanchi, sia la gioia negli occhi dei 90 e più bambini nel ricevere un pasto caldo e nutriente. Nello stesso tempo ho sentito tanta tristezza al momento della preghiera perche' piu' della meta' di loro non sapevail Padre Nostro; da notare poi che alcuni non solo sono ancora da battezzare, ma non hanno neppure il certificato di nascita!!!. Fanno parte di una colonia di circa 20,000-25,000 baraccati che vivono a 500 metri dal centro della parrocchia, ma in realtà sembrano così lontani dalla vita della nostra chiesa, che tanti di loro non sanno nemmeno di esserne parte! Pur essendo Le Filippine un paese a prevalenza "cattolica" (70-80% Battezzati), tanti ancora devono essere evangelizzati e per questo ha senso l'invito del Papa alla nuova Evangelizzazione!!

Penso che questi fossero gli stessi sentimenti e le stesse riflessioni degli apostoli quando tornarono da Gesù, contenti si del lavoro fatto, dei miracoli visti e della risposta della gente, ma anche coscienti che c'era ancora tanto da fare; avevano visto non solo tanta miseria e sofferenza, ma anche fame e sete di Dio attorno a loro... e per questo la gente continuava a venire da Gesu'.

Vedendo la folla Gesu' ha compassione. La ‘compassione' di cui ci parla Marco non e' un semplice sentimento, ma esprime un cuore tenero, attento e pronto ad amare; e' il darsi tipico della madre verso il bambino che ha bisogno; e' la compassione di Dio verso Israele oppresso in Egitto. La compassione ' (aw' in Tagalog) di Gesu' di fronte alla folla stanca del viaggio, senza leaders e senza alcuna direzione, ma affamata di Dio, diventa azione (gaw'), servizio, dedizione e non una semplice forte emozione o ‘commozione' momentanea. Vedendo che "erano come pecore senza pastore, egli si mise a insegnare loro molte cose" (v.34). Il suo primo servizio e' l'insegnamento, la proclamazione della Buona Novella, l'evangelizzazione; porta un messaggio di speranza -il pane dell'animo- che e' seguito poi dal pane per il corpo stanco (il racconto della moltiplicazione dei pani) (vv. 35-44).

Nello stesso tempo il racconto di oggi ci parla dell'attenzione di Gesù, il vero leader, verso i suoi discepoli che tornati felici, ma stanchi, hanno bisogno di ‘ritirarsi in disparte', di trovare tempo per ‘riposare', per raccogliere le forze, per cogliere il senso della loro missione, per vedere gli eventi piu' in profondità per non cadere nell'attivismo o nel bisogno esasperato di risultato che porterebbe al burn-outs etc. (v. 31 "venite in disparte in un luogo solitario e riposativi un po'").

Tante sono le necessita' e le pressioni della folla che non lasciano tempo per ‘riposare', per il silenzio, l'intimità con Dio, la contemplazione. Pure io, nella mia vita di pastore qui a Tondo, alla periferia povera di Manila, in una grossa parrocchia sento sempre piu' forte la necessita' di trovare spazi e tempi concreti, regolari per il silenzio e la preghiera, anche se non e' facile ritagliarsi questo spazio di vita. Ricordo le "giornate di deserto" ai tempi del noviziato, ho goduto le passeggiate solitarie fatte tra le colline del mio paesino nella provincia di Treviso durante le mie vacanze o gli esercizi spirituali dove ho assaporato la Parola, ma credo che questo spazio e questo tempo sia esigenza di vita non solo per ogni pastore, ma per ogni cristiano se vogliamo avere sempre l'energia e la motivazione giusta del nostro ‘caring' o prenderci cura degli altri, specie degli ultimi, poveri, giovani o di chi e' lontano da Cristo. Magari e' l'ora di adorazione che facciamo ogni venerdi' in parrocchia o i 15 minuti in camera prima di partire per il lavoro o durante il break del pranzo, una visita alla cappella del SS. Sacramento o un momento di preghiera fatto insieme a casa alla sera prima della cena... Per me religioso e prete non e' solo necessario trovare spazi di riposo, silenzio, preghiera personali, ma anche guidare le persone verso questo indispensabile spazio vitale! Tante volte le attivita' o le urgenze pastorali portano ad organizzare, a fare tanto e sempre di piu', a coinvolgere e motivare la gente al servizio -che resta importante!-, ma forse diamo poco spazio all'ascolto, alla valorizzazione della dimensione contemplativa della vita Cristiana, come diceva tanti anni fa Card. C. M. Martini!

 

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