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TESTO Oggi, necessità di profeti!

mons. Antonio Riboldi

XIV Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (08/07/2012)

Vangelo: Mc 6,1-6 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 6,1-6

1Partì di là e venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. 2Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? 3Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. 4Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». 5E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. 6E si meravigliava della loro incredulità.

Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.

"Abbiamo bisogno, oggi, - mi diceva un uomo - di profeti che ci scuotano dalla nostra pigrizia nella fede. Abbiamo bisogno che ci sia chi, con la Parola di Dio, che a volte è scomoda, ci mostri la verità della vita, grande dono di Dio.

Ma perché questa necessità sia soddisfatta, abbiamo bisogno di una Chiesa che si faccia più vicina a tutti, risvegliandoci dal nostro pericoloso sonno, grazie alla Parola, che non lascia mai il tempo che trova, ma penetra nelle profondità, magari fino a farci arrabbiare, perché contrasta il nostro modo di pensare e di vivere".
Ed ha mille ragioni questo mio interlocutore.

È davvero impensabile che si possa conoscere la Bellezza della Verità, e quindi di Dio, che si è rivelato in Gesù, senza farci illuminare dalla Parola, che Lui comunica, dalla Parola che Cristo è, Lui, 'Verbo eterno di Dio', che ci scuote nelle fondamenta del nostro stesso esistere.
Afferma il profeta Ezechiele:

"In quei giorni, uno spirito entrò in me, mi fece alzare in piedi e io ascoltai colui che mi parlava. Mi disse: 'Figlio dell'uomo, io ti mando agli Israeliti, a un popolo di ribelli, che si sono rivoltati contro di me. Essi e i loro padri hanno peccato contro di me fino ad oggi. Quelli ai quali ti mando sono figli testardi e dal cuore indurito. Tu dirai loro: 'Dice il Signore Dio'. Ascoltino o non ascoltino - perché sono una genia di ribelli - sapranno almeno che un profeta si trova in mezzo a loro" (Ez. 2, 2-5)

Non è possibile avere una fede solida senza la conoscenza della Parola di Dio.

E' incredibile che Dio si sia fatto Via, Verità e Vita, stando tra di noi, come a tracciare la strada della vita verso di Lui. È chiaro che il linguaggio di Dio non ha nulla a che fare con il nostro, che tante volte è vuoto di verità, di senso e diventa il segno e la causa del nostro stesso malessere.

Dio, invece, parlando fa luce dentro di noi, sempre se Lo si ascolta.

Questo lo ha capito molto bene la Chiesa, Suo Corpo Mistico, che oggi, non solo ci offre la Parola di Dio all'interno della celebrazione eucaristica, ma ha pensato a tanti modi di ascolto della Parola. Credo che tanti di noi avranno provato grande meraviglia, quando il cardinal Martini, vescovo a Milano, accoglieva tanti in Duomo, per la Scuola della Parola.

Credo di avere attraversato tutta l'Italia, invitato ad annunciare la Parola.

Spesso si manifestava una grande attesa e la voglia di uscire dalla nebbia della fede, per entrare nella Luce. Mi si chiedeva, quasi come un dono, di continuare a parlare di Gesù, e si creava un clima di serenità, di dialogo e condivisione.

Ma non era sempre così. Ho anche incontrato difficoltà, a volte semplicemente perché alcuni, magari pochissimi, ma agguerriti - non erano disposti ad accettare la verità di Dio.

A volte la Parola, soprattutto quando è annunciata in una comunità dominata dalla criminalità, diventa una sfida che può costare la vita.

Ma in ogni caso, quella di fare conoscere la Parola di Dio è una necessità che non è solo di noi ministri, ma di ciascun cristiano verso gli altri e, soprattutto, nelle stesse proprie famiglie, in cui il materialismo vuole spegnere la Parola, che invece dovrebbe essere la guida per il consolidamento e la formazione di relazioni sempre più umanamente vere e profondamente, coraggiosamente cristiane.

Genera tanta tristezza quando si vede come nella famiglia siano spalancate le porte a tutte le forme di evasione e ci sia ben poco che giovi alla formazione dello spirito.
Affermava Paolo VI in una sua omelia:

"La Chiesa è per sua natura apostolica, cioè missionaria: vogliamo dire sempre attiva ed impegnata nella fatica di diffondere il suo messaggio di salvezza. La sua concezione della vita e quella del mondo, il suo Vangelo. Che cosa fa dunque la Chiesa? È chiaro: parla, predica, insinua, diffonde e proclama la dottrina di Cristo. Predica tutto ciò che le è stato confidato all'orecchio. La Chiesa, dove è viva, dove è fedele al mandato di Cristo, ha una prima e indispensabile attività: quella dell'annuncio della Parola divina. La fede - dice S. Paolo - deriva dall'ascolto. La catechesi è il suo primo dovere. Del resto la liturgia della Parola precede quella eucaristica. La Chiesa è l'eco continua, autorevole degli insegnamenti del Signore. la Chiesa è un apostolato, è una 'propagazione della fede'. La Chiesa ha confermato l'imperativo degli Apostoli: 'Non possiamo tacere fino al sacrificiò. E che cosa sono i martiri, se non predicatori, testimoni del Vangelo con il sangue?".
(luglio 1966)
È quello che insegna il Vangelo di oggi:

"Gesù andò nella sua patria e i discepoli lo seguirono. Venuto il sabato, cominciò ad insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltandolo, rimanevano stupiti e dicevano: 'Donde gli vengono queste cose? E che sapienza è mai questa che gli è stata data? E questi prodigi compiuti dalle sue mani?'. E si scandalizzavano di lui....

Ma Gesù disse loro: 'Un profeta non è disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua'. E non poté operare nessun prodigio, ma solo impose le sue mani a pochi ammalati e li guarì e si meravigliava della loro incredulità. Gesù andava intorno per i villaggi insegnando".
(Mc. 6, 1-6)

E noi siamo tra coloro che 'si scandalizzano' di fronte a chi ha il coraggio di vivere il Vangelo o siamo capaci o abbiamo almeno il desiderio di essere anche noi missionari della Parola, dove viviamo e operiamo, con la semplicità e l'amore del Vangelo?

Ricordiamocelo sempre: se attorno a noi e forse in noi c'è tanta ignoranza sul valore della vita, dipende proprio dalla mancanza di conoscenza della Parola di Dio.

Dobbiamo ritornare a leggerla con la mente, meditarla con il cuore, accoglierla come 'seme' nella nostra vita, lasciando che vi operi e ci trasformi.

Ho conosciuto un grande uomo, molto noto. In aereo, vicino a me, leggeva il Vangelo e mi disse: 'E' il pane della mia vita. Diversamente avrei l'impressione di vivere nel vuoto, che è simile alla morte interiore' .

Da parte mia ringrazio davvero il Signore che mi ha donato la luce della Sua Parola, che è per me pace di vita, per poi poterla trasmettere a tanti.

Gioisco ogni domenica, nella celebrazione eucaristica, nel vedere il profondo ascolto della Parola e poi la gioia di chi partecipa.

Non abbiate paura di accostarvi alla Parola di Dio, che ci fa conoscere il Cuore del Padre.

Mi fu di grande esempio, da giovane chierico presso i Padri Rosminiani, il mio Padre Generale.

Nei momenti di riposo, passeggiava nello stupendo parco, sempre con un libricino tra le mani. Essendo lui un grande filosofo, guardavo a quel libricino, immaginando chissà che cosa.

Un giorno mi feci forza e gli chiesi la natura di quel misterioso libricino, da cui era evidente che lui attingesse tanto sapere e saggezza.

Sorrise e porgendomelo disse: 'E' il più bel libro per la vita dell'umanità: è il Vangelo'.

 

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