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TESTO Un messia diverso

don Roberto Seregni  

XIV Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (08/07/2012)

Vangelo: Mc 6,1-6 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 6,1-6

1Partì di là e venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. 2Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? 3Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. 4Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». 5E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. 6E si meravigliava della loro incredulità.

Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.

Gli abitanti di Nazareth sono tutti d'accordo: questo Gesù fa delle cose fuori dal comune, le sue parole lasciano a bocca aperta, i suoi prodigi sono portentosi, nessuno mai aveva operato cose del genere, eppure...

Eppure no. Non può essere Lui l'Atteso delle genti.
Ma stiamo scherzando? Il figlio di Giuseppe il falegname?

Certo: una bravissima persona, un uomo giusto e competente nel suo lavoro. Anche Maria, nulla da dire! Anzi, una bravissima ragazza, gentile, sorridente e premurosa.

Ma il Messia - mai e poi mai! - avrebbe scelto una famiglia così...
Così normale. Così come noi. Così umana.

No, non se ne parla nemmeno. Il Messia deve essere diverso, più grandioso, più misterioso, più imponente.

Diverso da quel Gesù, insomma.

Sono passati duemila anni e le cose non sembrano essere cambiate. Quanta fatica a passare dallo stupore alla fede. La via allo scandalo (cfr. Mc 6,3) è più comoda, più breve, più disimpegnante. Le nostre certezze rimangono lì, granitiche, precise, nel loro ordine irremovibile.

Siamo esperti a tentare di azzerare la fantasia di Dio, a percorrere autostrade intasate pur di non imboccare i nuovi sentieri dello Spirito.

Siamo esperti a lamentarci che siamo sempre in pochi, che son sempre quelle facce e poi se arriva qualcuno di nuovo lo curiamo a vista, parliamo in codice per non svelare subito tutti i segreti, lo pediniamo meglio del KGB per vedere se fa come abbiamo sempre fatto noi. Perché questo è quello che conta.

Siamo esperti a infervorarci per le celebrazioni oceaniche della fede, per i pellegrinaggi ai santuari più di moda, per le devozioni più esotiche e poi quando torniamo a casa, nella nostra quotidianità, tutto si spegne come un misero fuoco d'artificio.

Abbiamo bisogno di coraggio, di passione e di un pizzico di follia.

Abbiamo bisogno di trasparenza, di semplicità e di un pizzico di astuzia.

Abbiamo bisogno di esporci allo sbaraglio sulla Parola del Rabbì, mettere tutto nelle sue mani e non voltarci indietro. Mai più.

Buona settimana
don Robi

 

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